lunedì 18 marzo 2024

Del Patriarcato e della sua continuazione senza fine

 

Voglio anch’io parlare di quello che ormai è passato sotto la voce “Patriarcato” su tutti i giornali, telegiornali e programmi di approfondimento, e mettere qualche puntino sulle “i”, per specificare senza ipocrisie e dal mio punto di vista personale, perché questo fenomeno sarà difficile e quasi impossibile da estirpare. Sembra che tutti abbiano una soluzione al problema, ma questo invece di scemare si aggrava. Disagio sociale, postumi del covid, gelosia?

Ogni volta che in Italia si commette un femminicidio, dopo tutte le solite sacrosante condanne, la parola finale è sempre “mai più… mai più…”. La vicenda più eclatante è stata l’assassinio della povera Giulia Cecchettin, che ha suscitato un’eco clamorosa in tutta Italia, la commozione di un intero popolo, con fiaccolate interminabili per dire basta al femminicidio; e qui mi sembra sia stata nominata per la prima volta la famigerata parola: “patriarcato”. Anche e soprattutto da questa tragedia sono risonate assordanti e chiare le parole “mai più”.

Naturalmente anch’io mi associo a questa parola di speranza, perché fermamente convinto che non si possa assistere quotidianamente a queste mostruosità. Ma ero già convinto allora - e continuo ad esserlo oggi – che questi delitti sulle donne sarebbero continuati e continuano e continueranno. Ne sono convinto, non perché abbia la sfera di cristallo, ma perché oggettivamente non ci sono oggi le condizioni perché questo fenomeno possa essere fermato.

Per spiegarne il motivo bisogna partire da lontano, da molto lontano. Tralasciando l’antichità e il medio evo, partendo dall’Ottocento, diciamo che – eccetto rari casi – la donna è stata calcolata dall’uomo come fosse un oggetto, talvolta anche come un animale da poter asservire a proprio uso e consumo. Non è così forse? L’evoluzione della donna nella società moderna è cominciata in occidente circa 150 anni fa, in Italia ancora meno. Ricordiamoci che proprio in Italia la legge che regolava il delitto d’onore è stata abolita solo nel 1981, per cui amaramente si potrebbe dire – guardando dove oggi è arrivata la donna – che abbiamo fatto passi da gigante, perché oggi per la donna, sotto il profilo legale, si è raggiunta una tutela quasi ottimale. Ho detto quasi, perché queste donne devono ancora fare tante lotte per raggiungere la quasi parità maschile.

E adesso mettiamoci, noi uomini, nei panni di chi fino a ieri, per tradizione e per ancestrale cultura, si sentiva il gallo nel pollaio… difficile digerire la pillola… oltretutto siamo per natura gelosi, quindi portati a ritenere di nostra proprietà la moglie, la figlia, la sorella, ed eccoci arrivati alla tragedia… la moglie, la figlia non obbediscono più, vorrebbero essere libere, non essere più considerate come nostra proprietà privata e quindi il femminicidio. Molti uomini protesteranno per questa mia convinzione e forse avranno anche ragione perché, come me, con il tempo, l’età e la cultura, si sono evoluti, ma tanti sono rimasti con un cervello e una cultura ottocenteschi, che minano quanto di buono e costruttivo si sta faticosamente raggiungendo negli anni in favore delle donne.

La notizia buffa, se non fosse tragica, l’abbiamo sentita oggi 18 marzo. Un cinese a Roma che uccide la moglie anch’essa cinese, davanti alla figlia di 5 anni. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “ma adesso anche i cinesi ammazzano per gelosia? Credevo fossero immuni da questo sentimento”. Poi ho pensato che questo cinese si sia talmente integrato in questa nostra società da prenderne pure i difetti.

Dicevo all’inizio che questi delitti continueranno ancora e ancora, fin quando non si partirà dalla scuola e dalla famiglia a inculcare nei nascituri la cultura del rispetto del prossimo, e i più prossimi sono proprio la famiglia e poi a seguire tutte le altre persone, di qualsiasi razza, colore o religione. Se si seguiranno queste indicazioni seriamente, non a parole o a cartelli da mostrare nelle piazze, cominceremo tra molti anni ad avere meno femminicidi, perché nel frattempo si estingueranno i cervelli ottocenteschi e cresceranno le nuove generazioni formatesi tra scuola e famiglia. Ricordiamoci: solo Scuola e Famiglia potranno estirpare il femminicidio, perché vedremo nella donna solo una persona da amare e rispettare. Nel frattempo continueremo, purtroppo, a contare le vittime e vedere meste fiaccolate al grido di “mai più… mai più…”.





mercoledì 31 gennaio 2024

Le mie perplessità sull'insegnante ILARIA SALIS



Le pagine dei giornali italiani sono piene, in questi giorni, per le immagini trasmesse dall’Ungheria di Ilaria Salis, portata incatenata mani e piedi, davanti a un tribunale che dovrà giudicarla. I giornali dicono, ma io non posso crederci, che rischia 11 o 24 anni di carcere, arrestata per aver aggredito, insieme ad altri, due estremisti neofascisti.

Sono solidale ed esprimo tutto il mio ribrezzo e sconcerto per le condizioni abiette nelle quali - in un Paese europeo, civile e democratico – si possano detenere cittadini e cittadine che si presentano davanti ai giudici, a prescindere se siano colpevoli o innocenti. Se poi si considera il tempo – quasi un anno – di detenzione preventiva, allora divento furioso e dico che le nostre carceri e il nostro sistema giudiziario non sono proprio ultimi. Sono vicino al padre per il dolore che prova e che esprime nel vedere una figlia - brava, bella, ottimi voti negli studi, antifascista, attivista nei centri sociali (così leggo nei giornali), maestra elementare – ridotta in quelle condizioni, e bene sta facendo l’ambasciata, il ministro Tajani e il presidente Meloni a interessarsi della vicenda, che sta scandalizzando l’opinione pubblica italiana, trovando anche larga eco in parlamento soprattutto dagli scranni della sinistra.

Dopo aver detto a chiare lettere che questa ragazza, per nessun motivo al mondo possa essere trattata in modo così animalesco, vorrei fare però anche alcune osservazioni che ogni cittadino pensante o benpensante immancabilmente si pone.

La prima è che vedendo una delle tante foto riprodotte, noto nella ragazza un sorriso smagliante e vincente. Il padre dice che ha perso almeno 10 chili ma dall’aspetto non si vede affatto e se li avesse persi, forse prima era obesa e fisicamente sta molto meglio adesso. Credo che il padre, come tutti i padri, sia disperato per il macigno cadutogli tra capo e collo, ma nella foto della ragazza vediamo una serenità paradisiaca, dovuta forse alla notorietà piovutale addosso all’improvviso, come avesse fatto un 6 al superenalotto.

La seconda osservazione riguarda l’attività e i pericoli che si corrono per ogni attività. La ragazza (leggo sempre dai resoconti dei giornali) la descrivono antifascista ed attivista nei centri sociali, interessata a combattere il degrado e il disagio sociale. Tutto questo le fa onore, perché ogni cittadino è libero di seguire il proprio credo e praticarlo. Ma con tutti i disagiati e fascisti che – a detta della sinistra italiana – vivono in Italia, per quale cacchio di motivo deve andare a rompere le noccioline in Ungheria? Un vecchio proverbio dice che chi cerca trova. A Roma si dice: “Te la sei cercata”.

La terza osservazione riguarda la sua professione. Sempre i giornali parlano di questa insegnante di Monza o di questa maestra elementare, ma nessuno dice in quale scuola abbia insegnato. Personalmente credo che non abbia mai insegnato, perché una vera insegnante o una maestra è difficile vederla partire dall’Italia con un manganello retrattile nella borsa per andare a contromanifestare il pensiero di altri disperati in Ungheria. Né mi auguro che un giorno possa insegnare in una scuola italiana di qualsiasi livello, perché questa ragazza non può insegnare niente di positivo ai suoi alunni, se non come si fa a rompere la schiena agli avversari.

Naturalmente mi auguro anche che sia innocente, che non abbia mai usato il manganello e che venga presto liberata e che questo viaggio le possa servire da lezione nella vita. Chi cerca il lupo prima o poi lo trova, con il rischio di venir mangiato.

L’aspetto positivo in questa triste vicenda, comunque, c'è e le verrà riconosciuto appena tornata in Italia, quando il tam tam mediatico e la sinistra la osanneranno come la nuova martire paladina antifascista da mostrare al proprio popolo. La professione dell’insegnante sarà abbandonata per essere controbilanciata più lautamente nelle loro file. 

Auguri Ilaria, il futuro ti sorride.

venerdì 29 dicembre 2023

Sempre Bulgaria, nonostante tutto...

 

Se il buon Dio me ne darà la possibilità, tra poco quasi il 20% della mia vita l’ho trascorsa in Bulgaria, grato a questa nazione che mi ha dato la possibilità di vivere la mia vecchiaia decorosamente. Eppure mi sento sempre un ospite, perché – pur se trattato a calci nel sedere dallo Stato italiano - purtuttavia resterò sempre profondamente italiano nel cuore. Noi pensionati, a differenza di altri connazionali giovani, che girano il mondo per nuove esperienze lavorative, imprenditoriali e migliori trattamenti economici, abbiamo dovuto estirpare radici molto più profonde, affetti abitudini amicizie di una vita, per riconquistarci un po’ di dignità calpestata.

Perché “sempre Bulgaria nonostante tutto”? E’ la sintesi di un consuntivo che ogni anno, come una qualsiasi buona azienda, faccio sulla mia persona e sul mio operato nella terra che mi ospita.

Fino al 2019 la Bulgaria è stata un’oasi di tranquillità sociale e serenità economica, fatti salvi i problemi di salute cui ognuno di noi, per via dell’età, è sottoposto.

Poi, improvvisamente, dal 2020 abbiamo conosciuto il Covid che ha sconvolto e cambiato la vita di mezzo mondo, ma che in Bulgaria, fortunatamente abbiamo vissuto senza il terrore da stato di assedio che è stato imposto e decretato da un governo incapace in Italia.

Incursione INPS e fuga dalla Bulgaria

Ma in quell’anno, per noi pensionati qui residenti, è iniziato anche il calvario economico che l’Inps, dopo un letargo durato sei anni, improvvisamente ci ha imposto. Questo Istituto che dovrebbe, in teoria, essere l’ancora di salvezza per ogni pensionato, da giugno ha tolto ai pensionati che l’avevano richiesta, l’esenzione dall’Irpef, per cui ha iniziato e ritassare le pensioni. Ma la rapina è durata poco perché dopo qualche mese ha restituito il maltolto, quindi tutto sembrava fosse rientrato nella normalità. Ma il masochismo tutto italiano che nella nostra terra non vi possa essere mai certezza alcuna, ha resuscitato ancora una volta l’interpretazione di questa strampalata Convenzione tra Italia e Bulgaria datata 1988, e l’Inps da giugno 2023 ha ricominciato a togliere a ogni pensionato l’Irpef riferita al rateo di pensione corrente più un rateo dei mesi arretrati, così che moltissimi pensionati hanno riscosso neanche il 50% della pensione che prendevano il mese prima e alcuni addirittura zero. 

Caos assoluto in Inps e tra i pensionati. Perché oggi in Bulgaria abbiamo tre categorie di pensionati. Categoria A: coloro che hanno richiesto la pensione detassata e continuano a prenderla. Categoria B: chi ha richiesto la pensione detassata e gli è stata rifiutata. Categoria C: coloro che hanno richiesto la pensione detassata e l’hanno ottenuta, poi gli è stata di nuovo tassata e successivamente riesentata, poi ancora una volta ritassata. Se non fosse un dramma per i pensionati, potremmo definirla una commedia all’italiana.

Tutto questo bailamme ha portato al fuggi fuggi dalla Bulgaria di molti pensionati, che hanno cercato in altre nazioni convenzioni più chiare che li favoriscono almeno economicamente. Altri stanno intentando cause che recepiscano l’iniquità di quanto operato dall’Inps, e altri ancora – che non hanno la possibilità economica di un ricorso giudiziario – subiscono passivamente la palese ingiustizia aspettando gli eventi.

Chiusura a doppia mandata dell’Ambasciata

Parlavamo del Covid all’inizio del 2020. Tutti abbiamo dovuto prendere le necessarie precauzioni contro il contagio con relative disposizioni igieniche: mascherine, guanti, lavaggio continuo delle mani, poi vaccino e test continui. Da allora quella che in Bulgaria era la nostra casa, l’Ambasciata italiana a Sofia, il luogo dove ogni italiano dovrebbe sentirsi sicuro, dove poter avere informazioni, richiedere documenti, avere sostegno, è diventato tabù, inaccessibile se non per via e-mail per fare domande aspettando risposte che arrivano dopo giorni e giorni.

L’Ambasciata mia, quella che ritenevo la mia casa in terra bulgara, ho potuto goderla fino al 2019, oggi è divenuta una fortezza invalicabile. Non voglio, con queste parole, dare colpa alcuna all’attuale ambasciatrice dr.ssa Zarra, che è stata di una squisita gentilezza e alla quale avevo fatto le mie lamentele un giorno che sono stato ricevuto in qualità di incaricato del Patronato. Purtroppo la mancanza di personale, sia a Sofia che in molte altre capitali, hanno allontanato i nostri rappresentanti dai “comuni” cittadini italiani (generalmente pensionati) qui residenti, ma non credo si usi lo stesso metro per gli “altri”, i vips. Il made in Italy della burocrazia e della non-comunicazione esportato all’estero.

Noi pensionati non siamo invidiosi dei vips, ci basta che qualcuno risponda a un centralino ormai esistente solo sulla carta. Perché non esiste e non dovrebbe essere possibile riuscire finalmente, dopo molti tentativi, prenotarsi a settembre per il rinnovo di una carta di identità che scade a novembre e avere appuntamento a gennaio per il rinnovo. Se poi consideriamo che tanti pensionati, data l’età e l’ignoranza su materie informatiche e diavolerie moderne, non possiedono un computer o una e-mail, allora dovrebbero spiegarci questi nostri rappresentanti, in Italia o nella sede di Sofia, cosa deve fare un pensionato per far valere i propri sacrosanti diritti. Forse se i milioni dei banchi a rotelle fossero stati destinati al personale delle ambasciate, non avremmo questa totale mancanza di contatto tra cittadini e consolato.

Come ciliegina sulla torta, a febbraio 2022 Putin decide di far guerra all’Ukraina, con tutto il bagaglio di sanzioni e ritorsioni da parte dell’Europa e conseguente aumento spropositato di gas, petrolio, energia elettrica e a seguire tutto l’indotto, e ci ritroviamo così a dover sottostare ad aumenti assurdi e molte volte anche pretestuosi dei prodotti e del costo della vita. Se poi aggiungiamo da ottobre 2023 la guerra tra Israele e Hamas, iniziata nella striscia di Gaza ma già ampliata a mezzo Medio Oriente, non sappiamo dove si arriverà.

Quando nel 2006 sono arrivato in Bulgaria, mi veniva da ridere leggendo i prezzi nelle vetrine o al mercato. Sono stato veramente fortunato, dicevo a me stesso. E’ fisiologico che oggi i prezzi abbiano subito sostanziosi aumenti, riscontrandoli su alcuni prodotti addirittura più cari dell’Italia, ma mettendo sul piatto della bilancia positività e negatività della Bulgaria, propendo ancora una volta per le positività.

I miei giudizi sono riferiti a Pazardjik, la cittadina di provincia nella quale abito, ma non credo possano differire molto rispetto ad altre piccole città. La differenza la fa Sofia, dove il costo della vita fa storia a sé, vicino o superiore ad altre capitali europee.

Pur con il costo della vita vistosamente aumentato, qui si arriva ancora bene a fine mese, sia con pensione tassata che detassata, soprattutto perché non abbiamo i balzelli che tutti i mesi scalfiscono le finanze dei cittadini e pensionati che vivono in Italia. Viviamo ovunque senza inferriate alle finestre per paura dei ladri. Si può circolare a piedi anche a tarda notte, siano donne che uomini, senza paura di essere aggrediti. Non esistono ancora le bande minorili che terrorizzano i cittadini. Abbiamo un traffico automobilistico ancora abbastanza contenuto.

Non voglio affatto descrivere una vita paradisiaca, voglio solo affermare – per quanto mi riguarda e per i commenti dei residenti sui vari “social” - che qui si riesce tuttora a trascorrere una vecchiaia serena e tranquilla, fatti salvi i problemi di salute derivati dalla nostra età. E quando possiamo ancora godere di questo raro ma grande privilegio, cosa possiamo chiedere di più dalla vita?

Auguro a tutti, pensionati e non, italiani e bulgari, un 2024 che porti soprattutto una pace giusta tra i popoli. Dalla guerra non vengono fuori né vincitori né vinti, ma solo morti e macerie.

W l’Italia e W la Bulgaria


lunedì 8 maggio 2023

TEMPI DURI PER I PENSIONATI ITALIANI IN BULGARIA

Oggi tutti i patronati esteri hanno avuto una videoconferenza con l’Inps avente per oggetto anche:

“Fiscalità internazionale, nuovi criteri di applicazione della convenzione italo-bulgara contro le doppie imposizioni”.

L’informativa era già a conoscenza di quasi tutti i pensionati che tuttora godono dell’esenzione dall’imposta italiana sulla pensione. L’Inps, nella persona di una funzionaria addetta, ha confermato quanto già aveva comunicato, cioè: chi ha la cittadinanza bulgara ha diritto alla esenzione, altrimenti dal mese di giugno l’Istituto è costretto a riapplicare sulle nostre pensioni l’Irpef e per quanto riguarda gli arretrati aggiungerà all’Irpef mensile i mesi che vanno da gennaio a maggio. Abbiamo chiesto in che misura, ma ci hanno risposto che ogni ufficio territoriale, solo per l’anno 2023, si regolerà di conseguenza. Alcuni di questi uffici potrebbero iniziare o hanno già iniziato a ritassare dal mese di maggio, altri potrebbero iniziare a luglio. Per gli anni antecedenti se ne occuperà direttamente l’Agenzia delle Entrate.

Questa decisione non arriva dall’Inps naturalmente, perché è solo un sostituto d’imposta, ma viene imposta dall’Agenzia delle Entrate. L'Inps, come era prevedibile, ha passato la palla.

Abbiamo anche chiesto in che misura l’Inps ci può tagliare la pensione e ci hanno risposto che potrebbe venire erogata una pensione addirittura di zero euro. Purtroppo per noi, per pagare le tasse, non esiste – secondo la legge – il limite di salvaguardia. Ho domandato alla funzionaria se ritenesse morale questo comportamento, e ha potuto rispondermi a mezza bocca che purtroppo la legge è questa.

Molti di noi sono fuggiti o stanno fuggendo per altri lidi più confortevoli dal lato fiscale, ma quello di cui abbiamo goduto, sempre secondo l’Inps e l’Agenzia delle Entrate, dovrà essere restituito.

Cosa succederà non lo sappiamo, saremo noi pensionati, nella misura e nel numero che vedremo al momento opportuno, a organizzare qualsiasi azione mediatica che supporti il dramma che vivremo.

In altro scritto avevo già evidenziato che il nostro nemico non era l’Inps ma l’Agenzia delle Entrate, e adesso sembra che i nodi siano venuti al pettine e non se ne uscirà fuori se non con la modifica di questa maledetta Convenzione.

Molto probabilmente oggi vedo le cose dal lato negativo, anche perché da sabato la coda del Covid ha toccato anche me, ma credo che anche le cause contro l’Inps potrebbero saltare, dato che l’Inps – per quanto riguarda l’Irpef – è solo un sostituto d’imposta, quindi non possiamo appellarci a un suo errore, perché questo non è sull’importo della pensione. Questa, comunque, sarà un’altra storia.

Stando così la situazione possiamo aspirare solo a un miracolo, che potrebbe arrivare da Varna dalla Beata Orietta Armiliato, che con la congrega di suoi sodali del “Gruppo operativo pro defiscalizzazione pensione in Bulgaria” definiva questo Patronato un gruppo che ha preferito seguire la strada filogovernativa. Noi come Patronato siamo impotenti di fronte a quello che sta per avvenire, ma questa signora – che da Beata faremo subito Santa quando risolverà il nostro problema – adesso intenterà un’azione contro l’Agenzia delle Entrate proponendo a tutti i pensionati la dichiarazione che siamo cittadini bulgari, fatta naturalmente con un’autocertificazione. Se non bastasse quella possiamo aggiungere un’altra aspirazione: quella di prossima autocandidata a Console onorario. Di fronte a questa carica anche l’Agenzia delle Entrate ci darà ragione.

Perché ho scritto questo ultimo paragrafo? Per togliermi un sassolino dalla scarpa… C’è gente, in giro, che pur di mettersi in evidenza non esita a parlare di minacce ricevute da becere combriccole e gruppi vari e criticare chi non segue la loro strada. Signora Armiliato, lei che ha tutte queste personali entrature costruite in anni di lavoro, non so da quale pulpito parla, ma se è davvero tanto brava risolva il nostro problema. Noi siamo solo un Patronato che cerca di dare supporto a tutti i pensionati, siano essi italiani o bulgari e non facciamo parte di alcun gruppo filogovernativo, ma delle istituzioni e non ci sono dietro a noi servizi a pagamento di consulenza traduzione e domiciliazione e altro ancora, servizi giustamente a pagamento, ma che stonano quando queste persone che firmano le bestialità che ho letto, si dicono disinteressate.




mercoledì 21 dicembre 2022

Le folli decisioni dell'INPS che potrebbero portare al "De Profundis" molti pensionati italiani residenti in Bulgaria






Non scrivo quasi più su questo mio blog perché questa vocazione è stata occupata dal tempo che dedico al Patronato. Oggi avrei voluto parlarvi dei pensieri buoni che porta ogni anno il Santo Natale e le speranze che riponiamo nell’anno nuovo che sta per iniziare, e invece sono costretto – mio malgrado – a scrivere e documentare il virus malefico che ha infettato l’Inps, quell’Istituto nato per dare certezze, sollievo e sicurezza alla nostra vecchiaia.
I problemi relativi all’esenzione dalle tasse per i pensionati italiani residenti in Bulgaria, sono noti già da qualche anno. Infatti conviviamo in questa nazione come figli e figliastri, pur avendo gli stessi diritti, perché l’Inps fin dall’inizio ha concesso l’esenzione ai pensionati qui residenti, così come succede in tutte le nazioni europee ed extraeuropee. Poi qualche funzionario si è accorto che questa Convenzione diceva che per essere considerati residenti dovevamo avere anche la nazionalità bulgara e da allora non ha più applicato la defiscalizzazione. Quindi conviviamo qui, con uguali diritti, ma con due parametri opposti: chi prende la pensione detassata e chi ancora paga le tasse in Italia sulla pensione. Tutto questo creato dall’ignoranza dei funzionari Inps in questa materia.
Poi a luglio la follia. Qualcuno, in alto loco, ha pensato bene di risolvere il delicato problema della defiscalizzazione con un messaggio agli uffici provinciali. Comunicare ai pensionati residenti in Bulgaria che se non avessero presentato all’Inps un certificato di cittadinanza, sarebbe stata revocata la defiscalizzazione. La Convenzione parla di nazionalità e a noi chiedono la cittadinanza, non sembra buffa la richiesta? Queste richieste sono arrivate in tutti i modi: con lettera raccomandata A/R, con e-mail, con telefonata, con lettera sul portale MyInps. Ognuno di noi sa quello che è successo: il panico. Ci chiedevano, dopo anni, quello che non ci avevano mai chiesto prima.
Ma non hanno neanche aspettato le risposte, perché molti hanno avuto la pensione tassata già a luglio, altri ad agosto e altri ancora a settembre. A molti di coloro cui è stata mandata la comunicazione, invece, non è stato tolto alcunché. Ma l’alzheimer dell’Inps prosegue quando ad agosto iniziano ad arrivare comunicazioni di riaccredito delle somme che erano state tolte a luglio. Questo calvario è continuato fino a novembre, quando quasi tutti – in questo mese – erano rientrati del maltolto. Perché dico quasi tutti? Perché ad altri, ancora, nonostante questa retromarcia dell’Inps Centrale, gli uffici provinciali continuano a tassare la pensione mensile e sempre sulla stessa pensione tolgono anche gli arretrati esentati da gennaio. L’eccidio continua anche per l’anno 2023. In che modo? Togliendo ai malcapitati l’Irpef mensile più tutta la restante imposta in un’unica soluzione. Non ci credete? Da 1.774,18 euro gli hanno accreditato 286,35 euro. Non si vede molto bene ma le cifre sono quelle descritte. A settembre, a un pensionato non è stata elargita la pensione perché tra imposta mensile e arretrati, lo dice proprio il cedolino, il conguaglio era zero.
Ritengo che questo sia un comportamento criminale che nulla ha di legalità e di umanità, che non sia possibile attribuire all’Istituto ma a singoli funzionari frustrati e invidiosi con nascoste patologie criminogene. Se fossero persone normali dovrebbero domandarsi come può un pensionato vivere con la somma restante. Non c’era forse una volta quella somma di sopravvivenza sotto la quale non si poteva scendere?
Avrete certamente avuto notizia di gente che uccide, fa stragi oppure si suicida… ognuno di noi in cuor suo pensa che quella persona di sicuro è impazzita. Qualche volta dovremmo chiederci: è impazzita o l’hanno fatta impazzire? Perché di certo ci deve essere una causa scatenante, e questa potrebbe nascondersi sotto le spoglie di un funzionario che si accanisce sul pensionato a prescindere dalle ragioni e dai regolamenti.
Abbiamo notizia di una recentissima positiva sentenza che riguarda proprio la defiscalizzazione delle nostre pensioni. Il Tribunale ha rigettato le tesi dell’Inps che si appellava alla Convenzione e ha riconosciuto pienamente le nostre ragioni di residenti fiscali in Bulgaria, anche senza cittadinanza e senza nazionalità. Questo ci fa sperare per il prossimo futuro, ma in ogni caso continueremo a sollecitare i nostri politici perché si modifichi questa Convenzione criticata anche dal magistrato che ha emesso la suddetta sentenza.
Colgo l’occasione, adesso che mi sono liberato del rospo che avevo dentro, per augurare a tutti gli italiani e pensionati residenti in Bulgaria e nel mondo, un felice e santo Natale, con la speranza che il 2023 – oltre che la salute e la serenità – porti la pace nei nostri cuori e nel mondo.

giovedì 22 settembre 2022

ANNUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM

E' la famosa frase con la quale il protocardinale annuncia l'elezione del nuovo Papa.

La nostra gioia, oggi, non è riferita alla elezione del Papa, al quale auguro lunga vita, ma alle notizie che pervengono, a macchia di leopardo, dalle varie sedi Inps che già da giugno avevano iniziato a mandare le lettere di ritassazione delle nostre pensioni. Stanno arrivando, giorno dopo giorno, le lettere che ci comunicano che la lettera che ci avevano mandato era uno scherzo per testare le nostre valvole cardiache.

Infatti, con la seconda lettera, l'Inps comunica che ci riaccredita le somme che aveva prelevato in precedenza.

Questa è la notizia che sta arrivando a tutti i pensionati residenti in Bulgaria. Notizia indubbiamente meravigliosa, ma che dà adito anche a molti dubbi che dovremo dissipare al più presto. Infatti tutto questo sta avvenendo nel silenzio più assoluto da parte dell'Istituto che - bisogna ricordarlo - gestisce i nostri soldi ma non ne è il padrone.

Ognuno di noi pensionati adesso vorrebbe sapere: è una decisione definitiva? è una moratoria in attesa di ulteriori approfondimenti? vuol dire che abbiamo ragione noi pensionati? e se abbiamo ragione possono richiedere l'esenzione anche coloro cui è stata rifiutata? e, sempre se abbiamo ragione, perché non chiedere alla Agenzia delle Entrate gli anni arretrati che abbiamo chiesto ma sono stati negati a tutti?
Oggi tiriamo un sospiro di sollievo, ma continueremo a restare vigili perché la battaglia non è finita, anzi è appena iniziata. E finirà soltanto quando avremo la certezza che la decisione sia definitiva. Danni ne sono stati fatti tanti dacché da febbraio 2020 i pensionati italiani che volevano trasferirsi hanno cercato altri lidi e già parecchi di noi, in questo ristretto lasso di tempo, hanno fatto le valigie per la Grecia e l’Albania. Per non parlare dei danni economici arrecati a pensionati che hanno visto decurtate le pensioni del 50% e addirittura - vergognosa questa – del 100%.
Mi telefona un pensionato dicendomi che non ha ricevuto la pensione a settembre. Mi metto in contatto con Citi Bank che mi risponde che il profilo del pensionato è attivo ma la pensione non è arrivata. Scrivo all’Inps di appartenenza e mi danno questa risposta:
"""Buon pomeriggio, nel cedolino di settembre 2022 si evincono le voci "conguaglio irpef a debito per ricostituzione" e "trattenute irpef" che azzerano completamente la mensilità. Distinti saluti. U.O. Attività Successive al Primo Pagamento INPS di...""".
E’ successo anche questo, purtroppo, per cui cerchiamo di essere compatti, per favore, perché se dovesse verificarsi un altro casus belli, passeremo brutti momenti. Questi signori non guardano in faccia a nessuno.
Forse sto parlando troppo, ma queste cose è bene e giusto che si sappiano, perché dopo aver ciascuno di noi lavorato una vita intera, abbiamo diritto a un po’ di rispetto. E’ troppo?


martedì 23 agosto 2022

INFORMAZIONI PER I CONNAZIONALI PENSIONATI RESIDENTI IN BULGARIA

Il mio cellulare è bollente, cari colleghi pensionati, e le ferie del Patronato le sto trascorrendo anche tra una telefonata e l’altra. Questa non vuole essere una lamentela, anche perché – anche se le persone che dovrebbero darci delle risposte sono in ferie – io comunque sto preparando le linee da seguire non appena queste ferie saranno finite. Resta in ogni caso il vuoto di potere decisionale che accomuna Italia e Bulgaria. Sì… perché credo che tutto sia stato programmato scientificamente. Infatti, come negli oroscopi più cupi, c’è stata una congiunzione astrale che fatalmente ritarderà i nostri contatti con autorità bulgare e italiane per sede vacante, aggravata dal periodo estivo nel quale si pensa solo al mare, al sole e alla montagna.

L’Inps ha mandato e sta ancora mandando nei modi più diversi queste lettere, nelle quali ci chiede la cittadinanza bulgara per poter continuare a godere dell’esenzione dell’Irpef sulla pensione. Ma vorrei attirare la vostra attenzione su una cosa sulla quale generalmente non ci soffermiamo. Noi riceviamo le lettere dall’Inps e pensiamo che l’Inps sia l’autore del dramma che stiamo vivendo. Non è così, anzi…

L’Inps è soltanto un sostituto d’imposta, che versa le nostre quote Irpef all’Agenzia delle Entrate di Pescara. E’ quell’ente che per tutti questi anni, sbagliando, ci ha concesso questa esenzione. Infatti questa parte della Convenzione che ci riguarda è talmente astrusa, atipica e inconsueta, farcita di burocratese, da indurre nell’errore gli stessi che con il burocratese convivono quotidianamente. Nella Convenzione si parla di nazionalità ma adesso ci chiedono la cittadinanza… insomma, diciamo che è un bel casino all’italiana.

Il nostro vero avversario, il signor NO, subdolo e nascosto, è l’Agenzia delle Entrate di Pescara. Non potremo mai sapere cosa succede nelle ovattate stanze di queste istituzioni e di quanti vaffa si saranno mandati, fatto sta che solo l’Agenzia delle Entrate può aver costretto l’Inps a tornare sui propri passi. Vedremo poi quale altra sorpresa tirerà fuori l’AdE dal cappello a cilindro.

La nostra ambasciatrice, S.E. Giuseppina Zarra, nella lettera di risposta alla nostra, nella quale lamentavamo i modi surreali con i quali ci stavano togliendo l’esenzione dall’imposta, in data 5 luglio ci ha comunicato che aveva già contattato il MEF italiano e il MEF bulgaro per esaminare la questione ed eventualmente procedere alla revisione e all’aggiornamento della Convenzione, e che ha anche sollecitato questi incontri per risolvere la questione cittadinanza o nazionalità, anzi direi più che per risolvere per cancellare questa parola. Non abbiamo alcun dubbio sulle affermazioni della nostra ambasciatrice, e La ringrazio pubblicamente, ma i tempi che corrono rendono le acque chete e sonnolente, per cui invito tutti i pensionati a scrivere e-mail di protesta alla Agenzia delle Entrate di Pescara (dp.pescara@agenziaentrate.it) e alla nostra Ambasciata italiana a Sofia (segreteria.sofia@esteri.it) nell’intento di far arrivare la nostra protesta a Roma a coloro che lasciano le poltrone ma anche a quelli che le occuperanno. Tanti di noi non sono in grado di farlo perché l’età ci allontana dalla tecnologia, e allora cerchino anche qualche amico che possa aiutarli. Dobbiamo essere in tanti… forse non siamo tecnologici, ma abbiamo un cuore e un’anima e soprattutto abbiamo dato una vita intera al lavoro.

Colleghi pensionati, sono arrivate già tante adesioni al Comitato istituito per interloquire con le autorità bulgare, ma ne aspetto ancora tante, mandate la richiesta di adesione al Patronato (antonio.tutino@enasc.it oppure tutantonio@gmail.com) e vi manderemo il modulo di adesione. Ricordatevi che il Patronato è al servizio di TUTTI, iscritti e non iscritti, ed è gratuito. Solo facendo squadra potremo essere ascoltati per risolvere positivamente questa disgustosa ingiustizia. 

Un’ultima considerazione: questo problema non potrà essere risolto dall’oggi al domani, per cui prego ognuno di noi pensionati di aver pazienza e non aspettarsi che a ottobre possa già essere risolto. Ognuno è libero di ascoltare tutte le voci che girano sui social, ma non fatevi illudere da soluzioni immediate e miracolosi espedienti. Il nostro obiettivo primario è quello di far intervenire i tecnici del settore per una provvisoria moratoria, in attesa che a livello politico possa poi essere aggiornata la Convenzione.



 

giovedì 28 luglio 2022

USCIAMO DALL'INCUBO MA INIZIA IL DRAMMA

Convenzione Italia-Repubblica POPOLARE di Bulgaria di 32 anni fa

Ecco cosa stiamo subendo... una Convenzione stipulata con uno Stato ex-comunista, ma che oggi fa parte a pieno titolo della Comunità Europea, perché è stata cancellata quella parola odiosa, POPOLARE.

Ma pur essendo trascorsi 32 anni e la Bulgaria è una nazione libera e democratica, i nostri burocrati - assecondati dai governanti - continuano ad applicare una regola che forse andava bene una volta, ma che oggi, in questa cosiddetta Comunità Europea, viene applicata sui cittadini italiani residenti in questa nazione, come una spada di Damocle, a differenza di quanto avviene nelle Convenzioni stipulate sia in Europa che nel mondo. Viviamo e siamo residenti a tutti gli effetti in Bulgaria e secondo la legge bulgara siamo anche residenti fiscali, ma mentre in tutte le altre nazioni possiamo decidere dove pagare le tasse, chi risiede in Bulgaria le tasse sulla pensione le paga in Italia. A quanto assomma nel bilancio dello Stato questo razzolamento che sta facendo su di noi? A 0,00000000000001. Forse basta appena per mandare mezzo carro armato in Ucraina, ma sta invece distruggendo tanti di noi che hanno anche preso impegni basandosi sulle loro entrate mensili. Ecco perché dall'incubo delle prime dicerie siamo adesso passati al dramma, che ci porteremo dietro per tanti anni.

Naturalmente questa cervellotica decisione sarà contestata a tutti i livelli e riusciremo alla fine, ne sono certo, a far cambiare questa normativa che pervicacemente vogliono imporci. Ma noi saremo testardi fino in fondo, e sono certo che alla fine avremo giustizia. In un proverbio siciliano la goccia dice alla pietra: dammi tempu ca ti perciu (dammi tempo che ti buco) e alla fine bucheremo questa Convenzione.

L'Inps, dietro ordine dell'Agenzia delle Entrate, sta facendo marcia indietro mandando a tutti i pensionati residenti in Bulgaria una lettera nella quale chiede il certificato di cittadinanza bulgara, altrimenti la pensione già esentata dalle imposte verrà ritassata. Così l'altro ieri, 26 luglio, anche a me è arrivata una raccomandata A/R dello stesso tenore, che pubblico, e siccome chiedono anche una risposta celere per e-mail, pubblico anche la risposta che ho mandato il giorno dopo.



Ecco la risposta:

Preg.mo dr. Piergentili,

con riferimento all'oggetto Esenzione fiscale sulle mie pensioni, posso solo rispondere che non ho alcun obbligo di dimostrare il possesso della cittadinanza bulgara, anche perché non mi è stato mai chiesto sin dalla domanda di esenzione. Solo adesso l'Istituto ha scoperto che questo sarebbe un requisito necessario per ottenere l'esenzione fiscale. Le cose più strane succedono sempre e solo in Italia. Invece di fare mea culpa per non essere stati in grado di interpretare una Convenzione, in effetti anomala, adesso chiedete ai pensionati residenti in Bulgaria la cittadinanza bulgara, quando sapete bene che forse il 2 per mille ha questa cittadinanza. E' talmente evidente questa anomalia che l'Inps ha ritenuto, per tanti anni, di dover concedere l'esenzione dall'imposta, come è d'uso in tutte le altre nazioni europee.

Niente di personale nei suoi confronti, dr. Piergentili. Lei si è attenuto alle disposizioni che le hanno dato. Potrei risponderle che ho la cittadinanza bulgara perché come cittadino europeo appartengo anche a questa nazione, quindi essere cittadino bulgaro di nazionalità italiana. Ma anche qui farei un buco nell'acqua perché in questa stramaledetta Convenzione non esiste la parola cittadinanza ma nazionalità. Provi ad aprire la Convenzione lei personalmente, così si renderà conto di trovarsi in una situazione kafkiana... la Convenzione parla di nazionalità e l'Inps ci chiede la cittadinanza. Non le sembra assurdo? Ma lei non ne ha colpa e anzi ha il merito di dover leggere queste mie sconsiderate elucubrazioni.

Potrei dire di essere cittadino bulgaro perché vivo in questa terra da più di sedici anni e sono stato il primo o secondo pensionato a emigrare in Bulgaria. Sì, dottor Piergentili, sono emigrato come i tanti che oggi approdano sui barconi, ma io ho dovuto mettermi in regola in tutto altrimenti in Bulgaria non potevo risiederci. E se sono venuto a vivere in Bulgaria, seguito poi da tanti altri, non è stato per il piacere di viaggiare, ma per poter vivere una vecchiaia più dignitosa e serena, con un costo altissimo: lontano dai figli, dai nipoti, da mio fratello e da tutti i parenti. Ma per sopravvivere si fanno anche questi sacrifici.

Dopo sette anni arriva anche a me la notizia che i residenti all'estero possono chiedere di pagare le imposte nella nazione ospitante, se sono inferiori a quelle italiane. E qui, invece, avevamo la fortuna di non pagarle, perché i pensionati sono esentati dalle tasse. E quelle imposte non pagate ci hanno fatto tanto comodo, dottor Piergentili. Pensi che qualche volta sono riuscito a fare dei regali ai nipoti e ho aiutato economicamente i figli che non navigavano nell'oro. Sono riuscito anche a togliermi qualche piccolo sfizio, ho fatto male forse? Oggi dico a me stesso: meno male che l'ho fatto altrimenti mi sarei ritrovato solo con un pugno di mosche.

Abbia pazienza, dottor Piergentili, ho finito. Mi sono rimaste le ultime considerazioni. In un'Italia che butta ai porci miliardi di euro, alcuni pedanti e scrupolosi burocrati si sono accorti che, anche se è assurda questa regola solo per la Bulgaria, bisogna ritornare a tassare questi fannulloni che portano le loro pensioni all'estero dopo aver sgobbato tutta una vita in Italia.

Italia amara per noi, purtroppo. Tante volte ho giurato che ci sarei tornato a piedi in Italia, se avessi potuto vivere come ho vissuto questi anni in Bulgaria, in serenità e con decoro. Ma oggi è ancora più difficile un ritorno. Tra l'altro oggi in Italia è impossibile morire perché addossi ai parenti un debito decennale. Quindi continuo a restare in Bulgaria finché il Padreterno me ne dà la possibilità e quando verrà il mio turno sarò almeno in grado di lasciare il dovuto per un funerale. Voi continuate a rastrellare sui poveri cristi, ma un giudizio verrà per tutti.

La ringrazio per la pazienza, dottor Piergentili. Ritassatemi pure quella misera pensione, perché pur essendo cittadino europeo e bulgaro, sono sempre fiero di essere nato nel Paese più bello del mondo. E che quei 300 euro tolti alla mia pensione, vadano pure in tasca a qualche altro fruitore del reddito di cittadinanza. Poveri noi, povera Italia.

Pazardjik, 26 luglio 2022, ore 22.25