lunedì 26 maggio 2008

Antichi sapori... sempre più lontani











Ritorno con la memoria all'infanzia trascorsa a Burgio, un ridente paesino della Sicilia, in provincia di Agrigento (chissà poi perché i paesini sono tutti ridenti!, tra l'altro a quei tempi non c'era molto da ridere). A Burgio sono nato e vi ho trascorso i primi dieci anni della mia vita.
Qualche giorno fa abbiamo festeggiato i 60 anni della Costituzione italiana, ma sinceramente di questo evento non ricordo nulla. Ricordo molto bene invece il capraio che ogni mattina alle sette, percorrendo le strade dissestate del paese, bussava alle porte per vendere il latte. Prima che bussasse mia madre era già affacciata sulla porta perché il suono della campanella al collo delle capre ne annunciava in anticipo l'arrivo.
Quando arrivava davanti alla nostra casa, prendeva per la zampa posteriore una capra, poi piegandosi e poggiando a terra la misura in latta da un litro, cominciava a mungere fino a riempirla di latte che versava, alla fine, nel pentolino che gli veniva porto.
Mia madre lo bolliva e dopo dieci minuti ecco pronta la colazione: una tazza di latte caldo in cui sminuzzava una o due fette di pane fatto in casa, qualche volta indurito di qualche giorno, che non si buttava perché sarebbe stato peccato mortale e perché nel latte si ammorbidiva come fosse fresco; nei giorni festivi, se c'erano, si vedevano i biscotti.
Colazione povera ma ricca, nello stesso tempo, di tutti i grassi e proteine dei quali ogni bambino, a quei tempi, aveva disperato bisogno. Sul piano igienico tutto da dimenticare, su quello proteico nulla a vedere con il latte odierno. Bisogna anche considerare che allora non esisteva la parola inquinamento, smog, diossina, ecc. che oggi avvelena la nostra esistenza.
Quando gli eventi della vita mi hanno allontanato dal paese, non ho più avuto occasione di bere latte direttamente alla "fonte", accontentandomi di quello in commercio nelle latterie o nei supermercati . Per carità, latte ottimo, igienicamente sicuro, sgrassato, lavato, sgonfiato, digeribile e sostanzioso... tutte cose ottime e sane.
Ma da quando vivo in Bulgaria ho avuto occasione di assaggiare sia il latte del supermercato sia quello che trovo ogni tanto in bottiglia, agli angoli di alcune strade e che il capraio vende direttamente e privatamente allo scopo di guadagnare qualcosa in più. In Italia si griderebbe al reato o allo scandalo, qui il bisogno fa chiudere tutti e due gli occhi.
Ogni volta che faccio colazione con questo latte mi sembra di ritornare bambino e un ricordo struggente mi affligge: la perdita del sapore del vero latte, quel sapore che i giovani d'oggi non conosceranno mai. Immergo il cucchiaio nella tazza, lo porto alla bocca, chiudo gli occhi, alzo la testa e godo, gustando un sapore e annusando un odore che da bambino non potevo apprezzare, che oggi mi fa impazzire, e forse domani sarà destinato a sparire anche qui, il paese delle cicogne. Tributo da pagare alla nuova civiltà...


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