domenica 30 novembre 2008

In ricordo di Franco Spinosi - 12

(Vedi il preambolo dedicato a
Franco Spinosi sul post n. 1)


Dalla Collana „Le Perle”:

Lettere d’Amore perdute

Copyright by Franco Spinosi Editore
Editrice La Sfinge


La maniera con cui mi sono procurato tali lettere e’ del tutto casuale. Mi e’ sembrata buona cosa il pubblicarle, dedicandole a tutti coloro che hanno sofferto, soffrono e soffriranno per amore. (L’Editore)


Amica mia,
Vi amo, vi amo, vi amo; ripeto queste parole incessantemente a me stesso sino a che esse perdono il loro significato abituale.
Il mio intelletto ed il mio raziocinio si ribellano a queste cose che considero delle futilita’ e del parossismo sentimentale, ma inutilmente. Questo grido sgorga irrefrenabile dal mio cuore. Tutta la mia vita avevo paventato una tale resa, ma non credevo che la sconfitta fosse cosi’ dolce.
Avete vinto, amabile, deliziosa, maliziosa ammaliatrice, ed io sono alla vostra merce’.

Gentile amica,
Il mondo della fantasia e’ un incantevole, prezioso conforto ideale per chi vuol rivivere attimi deliziosi troppo presto passati. Ma a me non basta.
Solo ora ho imparato ad amarvi e purtroppo non ho attimi da ricordare.
Voglio vedervi. Voi mi parlate di legami, di diritti che altri vantano su di voi, ma in nome di Dio, quale legge umana puo’ impedirmi di amarvi?
Verro’ da voi, vi prendero’ semplicemente tra le braccia, e scostando dal vostro volto gli eterni capelli ribelli, vi bacero’ sulla bocca. La tua bocca.

Mia diletta,
Ora ho ancora il mio ricordo da custodire e rivivere e, sebbene a volte mi assalga una cupa disperazione, esso rappresenta per me finalmente una realta’, un conforto incessante.
Come potrei dimenticare? Siamo seduti accanto, io e te, in un tranquillo meriggio d’estate. Tu parli fitto fitto, giocherellando coi piedi sui ciottoli. Di tanto in tanto sollevi lo sguardo verso di me, guardandomi intenta da sotto la tesa del cappellino.
Io taccio, poi anche il tuo parlare si spegne; rimaniamo intenti, silenziosi, soli al mondo.
Che bisogno vi era di parlare?

Amata mia,
Il mio smarrimento aumenta continuamente, come aumenta parimenti il desiderio di averti.
Tutto e’ iniziato come un gioco, una deliziosa schermaglia di sguardi, parole ed allusioni. Poi come nell’insorgere di una malattia, tutto si e’ trasformato, tutto e’ divenuto diverso, ed il tormento e’ ora intenso, quasi insostenibile. Non riesco piu’ a vivere, lavorare, scrivere. Tutto mi e’ divenuto indifferente.
Vedo soltanto la tua immagine: i tuoi capelli color rame che a volte porti sparsi, a volte legati in un’unica treccia, a volte raccolti sul capo.
E’ un pulviscolo dorato, in cui mi e’ caro affondare le mani come nella sabbia dorata e soffice.
E le tue lunghe ciglia che sovente scendono a velare la luce dei tuoi occhi! Se dovrai un giorno dirmi delle cose spiacevoli, abbassa le tue ciglia, altrimenti i tuoi occhi tradirebbero il tuo cuore.

Mia cara,
Vedo che ti meravigli un poco nel sentirmi cosi’ innamorato dei tuoi capelli, ma per me e’ semplice e naturale poiche’ essi fanno parte di me. Anzi sono te stessa.
Sempre la tua persona ha avuto per me un fascino particolare. Ricordo un giorno, agli inizi della nostra amicizia, di averti seguito a lungo a tua insaputa senza farmi riconoscere da te.
Andavi con la tua fantastica maniera di camminare: una spalla piu’ bassa dell’altra, le mani nelle tasche del cappotto, la borsa a tracolla, ed infine la tua deliziosa testa reclinata da un lato come fai sempre quando stai pensando.
Adesso il mio amore per te cresce a dismisura, forse si nutre di solitudine, di angoscia e di disperazione. Che mi e’ rimasto di te ora? Sono cosi’ lontano! Ma forse abbiamo in comune questa incredibile, scintillante, fredda catena di stelle fulgide. Certo, l’abbiamo in comune, sempre pero’ che tu abbia il tempo ed il desiderio di fissarla.

Diletta mia,
La tua ultima lettera mi ha veramente sorpreso, rivela di te una qualita’ insospettabile: la gelosia.
Veramente mi pare una gelosia invero modesta e moderata, infatti mi domandi, forse solo incuriosita, se ho delle avventure con altre donne.
Ma che cosa e’ questa tua blanda gelosia di fronte a quella furiosa che divora me? Tu vivi con un altro uomo e gli appartieni di diritto, e questo mi rende la vita intollerabile. Quante parole, quanti sguardi, quali carezze riservi per lui?
Se ho delle avventure? A volte, anzi piu’ volte la settimana incontro sul tram una piccola ragazza dall’aspetto dimesso. Ha uno sguardo triste e l’aspetto dolce.
Io avverto con la mia sensibilita’ di uomo che soffre, che anche ella e’ infelice, e lo sguardo che ci scambiamo e’come un brivido, un presagio di una cosa che avrebbe potuto essere e che non sara’ mai. Due strade diverse che si sfiorano. Non temere: e’ meno bella di te. Quello sguardo e’ solo un episodio, e’ solo la tua curiosita’ gelosa me lo fa tornare in mente.
Ora sono solo uno straniero che vive di rimpianti e di nostalgia in una citta’ sconosciuta.

Mia diletta,
Devi riconoscere che il mio comportamento e’ ragionevole. Rinuncio a venire da te, a sentirti mia, a rubare attimi felici alla vita.
Anche nello scrivere sono moderato; mai nelle mie lettere menziono il tuo nome, accenno alla tua vita e alle nostre comuni conoscenze. Sarebbero indizi che potrebbero svelare il nostro segreto alla curiosita’ pigra e malevola di quel mondo scadente in cui tu vivi ed al quale annetti tanta importanza.
Potrebbero le mie lettere essere le lettere di tutti e di chiunque, di ciascun uomo innamorato ed infelice. Lettere anonime di una umanita’ che paga a caro prezzo il privilegio di amare ed essere amata.
Ognuno ha il destino che si sceglie consapevole, ma il mio a volte mi atterrisce. Tu non puoi aiutarmi che amandomi. E sono esigente in cio’, amore, pretendo da te un amore sconfinato. Come il mio.

Amore,
C’e’ gia’ nell’aria un’atmosfera natalizia che commuove. Qui cade la neve! Pensa poter correre io e te, tornati bambini, sulla neve bianchissima. E tu con le gote arrossate ed i capelli al vento!
Ho ricevuto i tuoi doni. Ho stretto al cuore il tuo disco che non posso udire perche’ qui non ho un fonografo. Ma che importa? Conosco questa musica di Ciaikovski perfettamente, nota per nota, come conosco il tuo viso perfetto e le tue gentili sembianze.
Sono felice! E’ bastato che tu ti ricordassi di me per rendermi folle di gioia. Affamato di amore mi bastano queste briciole che mi vai elargendo. Ho messo anche la tua sciarpa e sono uscito orgoglioso con quel tuo abbraccio di lana morbida intorno al collo.

Amore mio,
Ora le mie notti sono terribili, la solitudine mi opprime e mi soffoca, il buio mi spaventa.
Tornero’ da te. Ti prego, amore, non cercare di impedirmelo. Basteranno pochi giorni, pochissimi.
Ne’ dovrai preoccuparti della maniera con cui ci vedremo. Ti seguiro’ come un’ombra, attento, cauto, astuto come una volpe. Voglio tenerti ancora tra le mie braccia e sentire di nuovo il sapore della tua bocca morbida, dolcissima. Ti prego, amore, non tentare di impedirmelo: sarebbe piu’ facile per te, con le tue fragili braccia, tentare di arginare un fiume impetuoso.
A presto. A presto!

Amore mio,
Per la seconda volta ho forzato il destino. Ho rubato ancora attimi felici alla vita. Ora per un poco saro’ pago, come e’ pago un mendicane sazio. Poiche’ anche io sono un mendicante: un mendicante di amore. Ma quanti sforzi ho dovuto compiere per far si’ che tu cedessi ancora una volta, una volta sola?
Avro’ sempre questa forza sovrumana per vincere i tuoi scrupoli, i tuoi pentimenti, improvvisi e violenti come i temporali d’estate?
Ti ho visto piangere, ed e’ stato terribile, credi. Ancora oggi ne ho rimorso e pena. Vedere i tuoi begli occhi velati di lacrime e nondimeno bellissimi!
Ma dimmi, anima mia, dove ci portera’ tutto questo?

Amore,
E’ una settimana che piove, una monotonia triste ed oscura piena di malinconia. Miriadi di gocce scorrono sui vetri delle finestre, brillano per un attimo e subito svaniscono, rimpiazzate instancabilmente da altre. Io sto a guardarle affascinato per lunghi tratti. Mi sembra che tutto il pianto ed il dolore del mondo stia li’, condensato, dinanzi ai miei occhi. E’ un mese che tu non mi scrivi, ed io sto precipitando in un baratro di paura e di angoscia.
Sovente ho sofferto di tali periodi di psicosi e di smarrimento. Ricordo da bambino, quando ero travolto da tali periodi di pena sconfinata, solo nel mio lettino. Allora bastava che la mamma entrasse nella mia stanzetta e, consapevole, sfiorasse con le sue dita il mio volto perche’ tutta la mia pena svanisse.
Ora sarebbe sufficiente che tu mi apparissi dinanzi per far dileguare ogni mio dubbio; come un angelo disceso dal cielo solo per me.
Ma gli angeli sono rari e non compaiono per due volte di seguito nella vita di un uomo. E forse tu degli angeli possiedi solamente la bellezza radiosa.
Se anche la parola „ti amo” che mi hai ripetuto mille volte e’ stata un luogo comune per te, priva di ogni significato, allora ti preghero’ come un amico, un malato, un essere umano che ha estremo bisogno di aiuto.
Aiutami! Tu puoi e devi farlo! Cosa sarebbe della tua vita se salvando la tua famiglia e te stessa dovessi perdere me? Ti prego, amore, aiutami!

Mia cara,
Ti ringrazio della tua lettera, e’ sempre qualcosa per me ricevere tue notizie, sebbene questa ultima tua sia piena di amarezza e, in molti punti, ingiusta nei miei riguardi.
Sembra che tu voglia rimproverarmi di volerti troppo bene e, se questo ti preoccupa e puo’ arrecarti dispiacere, allora debbo confessare che il rimprovero e’ pienamente meritato.
Ma come posso controllare i moti del mio animo e del mio cuore? Come si fa a controllare un fuoco quando divampa irruente? Tu, che come sembra sei maestra in tale arte, devi avere la pazienza di insegnarmela.
Lascia, ti prego, amore, che io ti voglia bene come posso e come so. L’amore e’ un’arte semplice, primitiva, naturale, e soprattutto totale. Percio’ amore ti amo, ti amo, ti amo.

Mia diletta,
Ieri, oggi, domani, per sempre ti amero’. Ne’ voglio sottrarmi a questa malia. E se anche io potessi e lo volessi, lo vorresti tu? Vorresti impedirmi di correre da te, di affondare il mio capo sul tuo grembo, di intrecciare le mie mani con le tue?
Pensa, stare con le mani unite nella notte silenziosa mentre le stelle parlano con le altre stelle, ed il mio cuore ripete con il tuo le parole solite delle anime che si amano, ma non per questo meno belle e meno nuove.
Sei bella, infinitamente bella, sei una deliziosa amante, e quando ti vedo sbiancarti in volto e ti sento abbandonare la tua mano nella mia, allora tutto il cielo, le stelle, la natura intonano per me un canto meraviglioso come non ve ne e’ di uguali in tutto il mondo. Io e te!
Come vorrei vivere ed invecchiare cosi’, con la testa appoggiata sulle tue dolcissime mani congiunte.

Amore mio,
Non ringraziero’ mai abbastanza il destino di avermi fatto incontrare te, di averti tenuta per me sul tuo cammino. Sei apparsa come una meravigliosa visione, come la fata dei nostri racconti dell’infanzia: l’immagine che diviene una realta’ bramata e che viviamo poi nel continuo terrore di vederla svanire da quel nulla da cui e’ apparsa.
Sei come il suono di un’arpa, sei come lo stormire del vento tra gli arbusti, sei un tramonto infuocato, sei una pallida e diafana aurora, sei il vento che soffia impetuoso, sei il suono delle campane distanti che ci fanno tornare negli occhi immagini dimenticate. Sei il sole, le stelle, l’aria che respiro. Sei tutto e nulla per me, e sei inafferrabile come il cielo stellato.
Quando i fiumi non scorreranno piu’, quando il sole non sorgera’ piu’ e la terra sara’ un implacabile deserto infuocato e gelido io, ancora, in qualche punto dell’universo gridero’ la tua bellezza con la stessa forza di adesso; perche’ l’amore che sento oggi nel cuore non puo’ perire con me e non perira’.

Mia amata,
E’ primavera, amore, ed io non ti ho ancora rivisto. Tutto germoglia intorno e nasce a nuova vita dopo la tristezza dell’inverno. E’ primavera come allora.
Ricordi amore? A me sembra tutto molto lontano nel tempo. Vi sara’ ancora una primavera per me e per il mio povero cuore?
E’ da tanto tempo che non mi scrivi piu’, a volte mi assale il presagio che la mia meravigliosa avventura sia finita o stia per finire. Il mio scrivere senza speranza e’ come il battere ad una porta chiusa, dietro la quale si sa che vi e’ una persona che ascolta ma che non vuol rispondere e che non rispondera’ piu’.
Dimmi che non e’ vero. Dimmi che la mia e’ solo paura. Forse e’ solo il mio cuore che non avverte la primavera ed e’ ancora avvolto nel gelo triste dell’inverno.

Amore,
Mi chiedi di aver coraggio, anzi mi scrivi: „devi avere il coraggio per amor mio”. Ti appelli alla nobilta’ del mio cuore, alla mia fortezza di animo affinche’ io ti lasci „non posso piu’ vivere in questa maniera” dici.
Ti rendi conto della gravita’ di cio’ che mi chiedi? Mi hai sospinto al di fuori delle amicizie comuni, mi hai quasi scacciato dalla citta’ in cui tu vivi, ed ora mi vuoi respingere al di fuori del tuo cuore in un deserto di disperazione.
Eppure con tremenda lucidita’ capisco che questo e’ ineluttabile. Tu non mi ami piu’, e forse non mi hai mai amato.
Tante volte mi hai sospirato sul cuore „per sempre” ed io ogni volta ti ho creduta sincera...
Ed ora io non dovrei piu’ vederti „per sempre”. Lo sai cosa significa cio’? Per sempre, per sempre. Una somma infinita di minuti, di ore, di giorni, di anni. Tutta una vita senza di te!
Condannato per tutta una vita ad una solitudine certa, infinita. Una lunga tortura senza una luce di speranza. Ma io posso e debbo abbreviarla questa tortura, questa lunga sofferenza inutile.
E’ questo che vuoi? Non aver paura ad essere sincera. Io non ho bisogno di un eccessivo coraggio per affrontare l’ignoto, non sarebbe neanche coraggio, in fondo, ma una fuga da questa vita che mi ripugna senza di te!
Tutto sara’ meglio che sentirmi abbandonato da te, dall’invecchiare senza speranza, dal vedere sfiorire il mio corpo senza di te, per sempre, per sempre, per sempre!
Bastera’ questo? Bastera’ il mio sacrificio, novello Isacco, sulla fredda pietra dell’altare del tuo egoismo e della tua rispettabilita’?
Addio dolcissima amata mia, addio per sempre; non hai voluto o non hai saputo comprendere, ma non aver rimorsi per me. Tutto mi e’ ora indifferente. Ed a che varrebbe il ribellarsi?
„Non devi vedermi piu’” scrivi „per sempre”. Per sempre!
Spero solo che in quel cielo ove cercavo il tuo viso splendente a gareggiare con gli astri, vi sia realmente un mondo diverso dal nostro in cui un giorno, deposte queste nostre ridicole passioni, ci si possa incontrare di nuovo e tu possa capire finalmente il mio amore, finalmente libero dalla sofferenza. Addio amore, addio per sempre e ti prego, ricordami. Che il Signore ti protegga sempre.
Addio, addio.

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