Politica, la parola piu’ usata ed abusata della nostra vita quotidiana, parola astratta che sottintende un profondo significato reale. Per i greci politike’: tutto cio’ che interessa la citta’-stato, l’amministrazione, il governo, il modo di vivere, il benessere della citta’ e quindi dei cittadini. Ogni cittadino credo sia in grado di dare una definizione di questa parola, eppure rimane un intrigo misterioso di idee e pensieri difficile a districare, perche’ alla parola politica bisogna accostare il suo derivato: politico. Il politico o i politici sono coloro che si interessano di politica e quindi del nostro governo, del nostro benessere, del nostro modo migliore di vivere. E qui nasce la nostra confusione mentale. Non e’ la politica ad essere oscura, anzi e’ chiarissima. E’ il politico, colui che la gestisce e la interpreta, a renderla difficile, astrusa ed incomprensibile.
Vogliamo parlare dei politici seri, idealisti, in buona fede? Hanno tutti, comunque, ricette diverse per ottenere il benessere dei cittadini. Ogni linea di pensiero si trasforma nel partito dove ogni politico si riconosce e svolge il proprio ruolo. Tanti partiti quante sono le idee. Pertanto, stesso obiettivo da raggiungere, percorrendo strade diverse, talora opposte. Quale sara’ quella giusta?
Tutti idealisti e in buona fede questi politici? Per carita’, non scherziamo! Ai pochi veri politici va aggiunta una pletora di politic-anti che rincorrono, attraverso la politica, interessi e tornaconti che nulla hanno a che vedere con il benessere della collettivita’. Professionisti della dialettica, incantatori di serpenti, plagiatori, prestanomi, intrallazzatori, artisti dell’inganno in doppiopetto. Di destra, di sinistra, di centro? Ogni partito si tiene ben stretti i suoi, sono la linfa che foraggia i partiti stessi e le campagne elettorali.
Se togliamo, tra senatori e deputati, un centinaio di nomi noti al circuito mediatico, chi sono gli altri ottocento e piu' parlamentari? E’ l’anonima massa ondivaga che forma i partiti e le relative correnti, che si adegua agli ordini di scuderia pronta a spingere il carro guidato dal leader-cocchiere.
Era forse migliore la prima repubblica? Certamente no! Cosi’ come e’ certo che non e’ questa la repubblica alternativa che gli italiani vogliono. Non vogliono sapere chi e’ Berlusconi. Un giorno la storia ce lo potrebbe consegnare come un grande filibustiere. Oggi e’ il Presidente del Consiglio, eletto a larga maggioranza dagli italiani. E tutti sono tenuti a rispettare l’esito delle urne, maggioranza e opposizione.
Esisteva una volta la normale contrapposizione dialettica, inevitabile in una assemblea parlamentare composta da decine di partiti. Oggi, con soli cinque partiti a rappresentare gli italiani, si e’ arrivati all’aut-aut, agli insulti, alle offese personali e alle calunnie da una parte e dall’altra, mettendo nel dimenticatoio i gravi problemi in cui si dibattono gli italiani.
Le mie simpatie vanno a destra, ma se oggi dovessi dare un voto a questo parlamento, l’unico ad avere la sufficienza sarebbe Casini con la sua Udc, leader di un partito trasformista che ha pero’ capito che con il compromesso si potrebbe ottenere qualche benefico effetto anche per l’Italia e gli italiani.
Di Pietro: bocciato in toto, robuste braccia rubate all’agricoltura (mi scuso con i contadini), ha scambiato l’Italia per l’America latina fondando un partito giustizialista.
Bersani: bocciato. Sta seguendo i predecessori in una linea perdente che continua a castigarli. Lo sport in voga nel Pd e’ il masochismo. Un consiglio: perche’ non prova a costruire qualcosa insieme all’avversario? Costruire e cambiare: questo e’ utile agli italiani, non la solita litania contro Berlusconi.
Lega: rimandata. Fa parte del governo applicando e svolgendo il suo programma elettorale, ma deve imparare a usare le parole malleabilita’, flessibilita’, duttilita’ e compromesso; un partito al governo deve avere anche queste prerogative.
Pdl: rimandato. Molte cose sono state fatte (promosso per il disastroso evento abruzzese) ma tantissime sono ancora da fare. Bisogna smettere con il muro contro muro, si e’ arrivati allo stallo e all’esautorazione del Parlamento. Berlusconi e’ stato democraticamente eletto per governare, non per affossare questo nostro paese. Tutti conosciamo i suoi guai giudiziari cosi’ come sappiamo di certa magistratura politicizzata, ma si ricordi pure che ogni camino produce cenere e anche lui qualche camino deve averlo acceso. Il sistema giudiziario italiano non dovrebbe essere riformato ma ricostruito, proprio per questo motivo si faccia processare per dimostrare le iatture che creano questi giudici non a lui ma all’Italia. Sicuramente la giustizia trionfera’ e la maggioranza degli italiani continuera’ a votarlo.
E poi basta con le lotte intestine. Pochi italiani hanno capito il ruolo che sta recitando Fini in questa vicenda. Io e tantissimi italiani che lo hanno votato, essendo profani di politica e del suo sottobosco, non riusciamo a capire come mai abbia cominciato a strizzare l’occhio alla sinistra. In un post del 9 febbraio 2009 lo avevo pronosticato come prossimo Presidente della Repubblica. I suoi dissensi all’interno del Pdl sono una mossa tattica per arrivare al settennato? Noi suoi poveri elettori, inesperti di manovre di palazzo, siamo a dir poco sorpresi. Se la fusione col Pdl e’ fallita ritorni ad An ma cominci a parlar chiaro e se bisogna ritornare alle urne si manifesti chiara questa volonta’. Il mandato che gli elettori hanno dato a Berlusconi, comunque, e’ di governare per cinque anni. Chi tradisce questo mandato se ne dovra’ assumere la responsabilita’. Quirinale: promosso. Napolitano ha interpretato benissimo il suo ruolo super partes, pur venendo dall’aberrante ideologia comunista. Da mesi stimola i partiti alla discussione democratica per ridare slancio all’Italia e alla sua economia: inascoltato, purtroppo.
La frase che si sente mormorare sempre piu’ spesso sulla bocca degli italiani, di qualsiasi partito, e’ che si stava meglio quando si stava peggio. Ma questo i sondaggi non lo dicono.
Meditate, politici, meditate! Questa vostra democrazia, sta rovinando la nostra Italia.