sabato 20 febbraio 2010

Grazie, Antonella!

Finalmente qualcosa che rende piacevole passare qualche ora davanti al televisore. Sto parlando del sessantesimo festival della canzone di Sanremo. Non vorrei essere frainteso: non mi riferisco, infatti, alla manifestazione canora vera e propria, ma al corollario della stessa. Delle canzoni non voglio parlare perché, come tutti gli anni, sicuramente porteranno uno strascico di polemiche su chi ha vinto, chi avrebbe potuto e chi avrebbe dovuto vincere. Fino a questo momento, ore 22.20 ora italiana, in ogni caso, non ci sono ancora vincitori.
Mi interessa, invece, ringraziare la dominatrice di questo festival, l’unica e vera vincitrice. Mi riferisco alla Antonella Clerici, che ha riscosso un successo personale al di fuori di ogni più rosea aspettativa. Da oggi in poi la possiamo chiamare l’Antonella Nazionale. La conoscevamo come brava e simpatica conduttrice di programmi di un certo successo, campionessa anche di gaffes che hanno fatto ridere e sorridere tutta l’Italia; oggi la scopriamo unica nella sua attività professionale. È stata una maturazione improvvisa delle sue attitudini a farcela scoprire? No.
In questa manifestazione canora abbiamo scoperto la sua semplicita’, le sue paure superate, il suo modo di presentare veramente genuino, senza nulla di artefatto, il suo incedere a mezza papera; l’abbiamo scoperta come una di noi, la vicina della porta accanto, la sorella, la figlia o la mamma, con pregi e difetti ma con una carica di simpatia emotiva e bravura professionale da far dimenticare per sempre colleghi molto più illustri e strapagati.
Grazie, Antonella, per averci regalato te stessa così come sei, perché penso che ognuno di noi riconosce in te un po’ di se stesso, e il tuo successo lo sentiamo un po’ anche nostro.
Tanti italiani come me, ti stanno vedendo da paesi esteri, e oggi la tua bellezza e la tua spontaneità ci hanno regalato un sorriso.

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1 commento:

  1. Condivido "u'fissa". La Clerici, oltre alle sue ben note capacità, ha saputo gestire con calma e serenità un festival difficilissimo, specchio dell'Italia di oggi. Fischi, violini spaccati, spartiti gettati per aria...in un ambiente che fino ad ieri era il "salotto" dell'eleganza, del bon ton e della signorilità pur nelle critiche e non condivisione delle scelte.

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