mercoledì 21 aprile 2010

Degli imbecilli e delle vittime

Gli imbecilli
Informazioni di base

Nome: Festeggiamo la morte del berlusconiano Raimondo Vianello
Categoria: Interessi Comuni - Politica
Descrizione: Dopo Mike, Mosca, Santi Licheri, il Cavaliere perde un altro voto.
Cari compagni, se la maledizione di Stalin continua ad avere effetto, presto sarà rivoluzione!
Vivamente sperando che il prossimo sia Fede.
Tipo di privacy: Aperto: i contenuti sono visibili a tutti.
Informazioni di contatto

Questa è la riproduzione parziale del gruppo creato su Facebook.
Solo sette parole di commento a questo gruppo (e a tanti altri simili):
LA MADRE DEGLI IMBECILLI E’ SEMPRE INCINTA.




Le vittime
La Cassazione ha stabilito che l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo è rimasto vittima di una imboscata. Marrazzo, nella sua prima conferenza stampa dopo lo scandalo, nello studio del suo legale, ha – tra l’altro – affermato: "In sei mesi non è cambiato nulla, ero e sono una vittima e un testimone di quanto accaduto. È importante che ciò sia stato affermato dalla Suprema Corte".
Prendiamo atto delle dichiarazioni di Marrazzo così come della sentenza della Cassazione. Vorrei ricordare al Marrazzo – così... soltanto per mettere i puntini sulle i – che le uniche vittime (e forse non ultime) di questa vicenda sono, fino a questo momento, il pusher Gianguerino Cafasso e il trans Brenda, vittime vere, morte ammazzate e legate al suo caso. Probabilmente, visto il tipo di vita che facevano, prima o poi sarebbero morti malamente. In ogni caso queste sono le uniche vittime. Lui, il Marrazzo, invece, è vittima soltanto dei suoi vizietti: la coca e il sesso (e questo sarebbe pure passato se fosse stato normale sesso, il suo invece era trans-sesso).
Oltre alle vittime morte ammazzate, ci sono anche le vittime morali, ma ancora una volta lui non entra in questa categoria: le vittime morali sono la moglie e le figlie e tutti coloro che lo hanno votato presidente della Regione Lazio.
Il signor Marrazzo è una vittima che già pensa al modo di rientrare a Rai3 e continuare la sua vita sperando che la gente dimentichi al più presto la sua vicenda, perché il tempo cancella tutto, e chissà che un giorno non ritorni al vecchio vizietto, perché il lupo perde il pelo... Ma in questo caso non ce ne fregherebbe niente, perché sono soldi e vizi privati solo suoi.

martedì 20 aprile 2010

Un uomo, una strada...

“Così non andremo più vagando,
Nella notte fonda
Anche se il cuore vuole ancora amore
E la luna splende luminosa...”
(Lord Byron)
.



Non ama parlare di sé, è un uomo schivo, all’apparenza, forse, viso burbero e carattere un po’ introverso, tipico della terra in cui è nato, lo conosci poco alla volta, poi un bel giorno ti accorgi di avere davanti una specie di Indiana Jones dei nostri tempi, una persona che ha vissuto dinamicamente, alla ricerca e alla scoperta continua di culture paesi e genti diverse, un moderno Marco Polo nel quale si racchiude il poeta e il viaggiatore, lo scrittore e lo psicologo.



L’ho conosciuto insieme a Milena, la compagna bulgara. Forse il viaggiatore ha deciso di tirare il freno a mano e scendere dalla R4; anche i più grandi guerrieri, un bel giorno, tornano a casa per assaporare il calore familiare tra le braccia di una donna che aspetta.
Sto parlando di Adalberto Buzzin, goriziano di nascita, assicuratore nella vita, viaggiatore scrittore e fotografo per passione. C’eravamo sentiti telefonicamente, poi un giorno partiamo da Pazardjik, io e Renata, per andare a trovarlo a Plovdiv, ed è subito reciproca simpatia, un feeling che diventa amicizia alla luce della vicendevole stima che col tempo nutriamo l’uno per l’altro.
Mi domando cosa abbia portato il viaggiatore a diventare vinaio sedentario e di riflesso penso alla mia condizione di pensionato, entrambi in Bulgaria. Ognuno di noi porta dentro segreti e motivazioni che ci hanno indotto a diventare esuli e la lontananza dai patrii lidi ci porta ancor più a fraternizzare. Lui, poi, arriva da Cormòns e promuove gli stupendi vini della Cantina Produttori di Cormòns, che per tanti anni ho venduto (e bevuto) anch’io a Roma.



Al commiato mi dice di cercare il suo nome su internet. Mi accorgo così di aver incontrato un uomo eccezionale, un viaggiatore e un avventuriero (inteso come appassionato dell’avventura), uno scrittore che racconta dei suoi viaggi, con semplicità e naturalezza, con una vena di realtà frammista a poesia, con la descrizione surreale di paesi e luoghi attraversati che ti attanaglia e ti tiene incollato alle righe di un libro che vorresti non finisse mai. E che dire delle meravigliose foto che accompagnano i suoi libri? Sembra di aver fatto il viaggio insieme a lui. Che siano distese desertiche, strade fangose, bianchissime ed infinite nevi siberiane, visi paffuti e sorridenti di bimbi o volti scavati e barbuti di contadini, hai l’impressione di poterli toccare e financo sentire il gelo della steppa siberiana. Alla fine di ogni libro o di ogni viaggio è come spegnere il motore per scendere dalla macchina e sgranchirti le gambe.
Ecco, questo è Adalberto Buzzin, un timido simpaticone, un uomo che mi onora della sua amicizia, oggi ancora sedentario a Plovdiv, ma per il quale ...domani è un altro giorno e al quale Susanna Tamaro direbbe volentieri: Va’ dove ti porta il cuore.
Il 31 dicembre scorso mi hai regalato il tuo libro Magadan, l’inferno bianco. E’ stato il più bel pensiero che potessi ricevere. Grazie, grazie amico mio, averti conosciuto ha allargato i confini del mio piccolo mondo.
Agli appassionati di viaggi e avventure consiglio di dare uno sguardo al suo blog, sicuramente ne trarrete giovamento:
oppure richiedete la sua amicizia su facebook, dove, intrappolati tra sabbie e nevi, potrete percorrere i suoi itinerari attraverso foto, filmati, dvd e magnifici libri di avventure.

(Scusami, caro Adal. Ti ho rubato queste foto su Facebook. Spero non me ne vorrai).

lunedì 19 aprile 2010

Pazardjik ieri oggi e domani - 4

Bello e brutto, miseria e opulenza, passato e presente, questo post vuol essere uno spaccato di Pazardjik vista attraverso immagini rubate nel tempo, foto che tentano di documentare un passato bocciato dalla storia, un presente in Europa su strade ancora sconnesse e la ferma speranza di un futuro da percorrere in autostrada.

Nuove costruzioni fatte in economia dai privati, sullo sfondo i palazzoni del regime


Un giorno, forse, anche questa casa verrà restaurata... tempo al tempo


mentre continuano alacremente a proliferare nuovi insediamenti

Scorcio di una rotonda in centro città


Una vecchia struttura, ora rinnovata, per la distillazione della rakia

e dove stanno gli zingari possono mai mancare le baraccopoli?


Salsicce comprate in macelleria. Speriamo che l'ingresso nella Comunità Europea
porti presto anche qui la carta per alimenti (pagandola, naturalmente)

Una delle tante manifestazioni folcloristiche in piazza dell'Orologio. A Pazardjik...

e in tutta la Bulgaria le tradizioni e il folclore sono ancora saldamente radicati

In ogni angolo banchetti che vendono i braccialetti portafortuna di baba marta.
Si regalano il 1° marzo e si tolgono solo per legarli a un albero già fiorito


Quanti ricordi il carretto e l'asinello! Le ruote gommate sono un segno dei tempi...


Dopo l'industria, anche il commercio made in Italy.
Il primo negozio di calzature veramente italiane a Pazardjik

 
e per finire... il primo ristorante veramente italiano. Avranno successo?
Solo le tasche dei bulgari possono dirlo!

domenica 18 aprile 2010

Alzheimer precoce o tradimento ritardato?

Riprendo da http://www.legnostorto.com/ l'articolo di Barbara Di Salvo scritto il 16 aprile u.s. dal titolo Fare Schifo. Sono le domande che ogni elettore del Pdl e di An in particolare, vorrebbe rivolgere a Gianfranco Fini, per conoscere i motivi del tradimento del suo mandato. Questo articolo le compendia tutte e vorrei che avesse la maggiore diffusione possibile tra gli elettori del centrodestra. Mi permetto di proporlo sul mio blog:



Perché?

Questo mi chiedo, e sono sicura di non essere l’unica dei tuoi ex elettori a chiederselo.
Sì, ti ho sempre votato, ti adoravo, anche quando neppure si immaginava che potessi arrivare mai al governo, anche quando Berlusconi faceva solo televisione e tu facevi solo politica.
Da qualche anno le parti, però, sembrano essersi tristemente invertite e sei proprio tu ad aver smesso di far politica e sei diventato solo un uomo a caccia di titoli nei telegiornali.
Io davvero non ti capisco, nessuno dei tuoi ex elettori ti capisce e questo, scusami, ma mi sembra un enorme difetto per un politico che sognava da statista.
Se chi ti votava prima ancora dello sdoganamento, se chi ha continuato a votare te anziché Berlusconi anche negli anni successivi, oggi non ti capisce più, il problema è tuo, non nostro.
Scendi un attimo da quel piedistallo sotto una campana di vetro in una torre d’avorio in cui ti sei esiliato e guardati intorno.
Hai fatto terra bruciata. Hai perso un consenso elettorale incredibile e ancora non sembri aver capito perché.
Te la prendi con Berlusconi perché asseconda le richieste della Lega. Ti preoccupi del successo di Bossi e non hai ancora realizzato che i voti la Lega li ha portati via tutti ad AN, non a FI.
Sveglia! Possibile che te ne sia ancora reso conto? Possibile che tu non abbia ancora capito il motivo?
Fatti un giro sul tanto osannato territorio e vai a cercare i tuoi vecchi camerati. Li ritroverai quasi tutti in camicia verde.
No, non ti hanno tradito. Sei tu che hai tradito loro.
La colpa è solo tua, caro il mio “uomo delle istituzioni”, non è di Silvio che si coccola l’Umberto, ma tutta tua.
Non si tratta di alleanze, di fedeltà, di occupazioni mediatica, di poltrone, di chiacchiere.
No, caro mio. Si tratta di politica vera, fatta di ideali, di programmi, di passioni, di senso di appartenenza, di obiettivi comuni.
Tu dici che non vuoi copiare la Lega perché la gente preferirà sempre l’originale alla copia e non ti sei neppure reso conto che il vero originale era l’MSI, era AN, eri tu.
Non è stato un caso se la legge sull’immigrazione si sia chiamata Bossi-Fini. Ora la rinneghi, ma l’hai scritta quando ancora tu eri Fini e Bossi prendeva appunti.
Ti sei fatto scippare le idee e neppure te ne sei accorto.
Rileggiti i tuoi discorsi di 10/20 anni fa, rileggiti quelli di Almirante e confrontali con quelli dei leghisti di oggi.
Chi ha copiato chi?
Chi si opponeva all’immigrazione selvaggia e senza controllo?
Chi si preoccupava della sicurezza nelle città?
Chi pretendeva il rispetto delle regole e la punizione severa dei delinquenti?
Chi lottava contro la criminalità organizzata e appoggiava Falcone e Borsellino ben prima che li ammazzassero, quando tutti li ostracizzavano?
Chi difendeva le tradizioni cristiane, i nostri valori, le nostre radici, la nostra cultura, la nostra identità?
Chi lottava perché ognuno fosse responsabile personalmente delle proprie azioni?
Chi chiedeva che il libero mercato fosse contemperato con le esigenze sociali dei ceti più deboli?
Chi difendeva i prodotti e le imprese nazionali contro la globalizzazione?
La Patria! Santa pazienza, non te la sento nominare da anni.
Solo questo vi distingueva e tu, ingenuamente, ti sei fossilizzato sulle loro folcloristiche richieste di secessione e non ti sei accorto che l’unica differenza tra voi era l’ambito territoriale.
Loro volevano applicare i tuoi programmi solo al nord. Tu li volevi applicare a tutta Italia.
Tu hai finito per dimenticarti sia dei tuoi programmi che dell’Italia intera. Loro si stanno espandendo al sud.
Complimenti!
Anziché mantenere saldi i tuoi principi, che evidentemente tali non erano, anziché portare avanti con più forza i tuoi programmi, li hai abbandonati.
Così, da un giorno all’altro hai mollato il porto sicuro della tua storia politica e sei andato alla deriva.
Non dico neppure che sei andato a sinistra perché non sei convincente neppure in quel ruolo.
Semplicemente ti sei perso alla ricerca delle tue ambizioni.
Non quelle dell’Italia, non quelle dei tuoi elettori, ma solo le tue e, presumo, della tua compagna.
Dispiace constatarlo, ma quando si dice che un grande uomo ha sempre una grande donna vicino, tu sei l’esempio vivente. Il cambio ti ha distrutto.
Senza Daniela hai perso completamente consistenza, spessore, carattere e sei diventato il classico ultracinquantenne con la vanità esaltata dalla ragazzina di turno, che non riesce a vedere oltre le sue brame.
Nella tua cieca presunzione, eri convinto di essere carismatico, che i tuoi fedeli elettori ti avrebbero seguito anche mentre andavi a caccia di consensi nell’intellighentia sinistra, proprio quella che abbiamo sempre disprezzato.
All’inizio ci abbiamo magari provato. Ti stimavano, ti credevamo così intelligente che pensavamo che avessi chissà quale disegno politico.
Certo, ci stupivi. Faticavamo a digerire certe tue esternazioni, ma ti concedevamo ancora fiducia.
In fondo votare te significava comunque avere Berlusconi premier e credevamo che tu stessi studiando come uscire dalla nicchia per diventare un vero leader popolare.
Era inevitabile vederti smussare gli angoli, aprirti ai moderati, liberarti di alcuni scomodi scheletri del tuo passato.
Poi sei andato decisamente oltre e hai rinnegato il tuo passato, i tuoi ideali, i tuoi valori.
Hai rinnegato noi, i tuoi elettori. Ci hai traditi. Molto semplicemente.
E con dolore, con rammarico, se non con vero proprio schifo, come quello che provo adesso, abbiamo smesso di seguirti.
Perché quello che tu non hai capito è che non eravamo pecore che pendevano dalle tue labbra, ma persone che in quei valori credevano davvero.
Una volta che li hai abbandonati, noi abbiamo abbandonato te e ci siamo guardati intorno.
Tanti, i più moderati e liberali, hanno voluto e creduto nel PdL. Altri, i più duri e puri, perso l’originale, si sono naturalmente indirizzati verso la copia, la Lega.
E tu ancora ti stupisci se ha tanti consensi? Fenomeno, erano i tuoi voti quelli e sei stato solo tu a perderli.
Io davvero mi chiedo come uno come te abbia potuto perdersi così per la smania di potere.
Mi domando spesso se sullo scranno più alto di Montecitorio sia la scarsità di ossigeno a farvi uscire di testa.
La Pivetti da suora laica si è trasformata in bomba sexy dello spettacolo, tu e Casini siete diventati due macchiette da avanspettacolo.
Troppi riflettori? Troppo potere?
Perché io posso capire le tue ambizioni, posso capire che tu ti senta frustrato perché speravi che Silvio Highlander mollasse prima. Ci credevo e ci speravo anch’io che tu fossi il suo successore, ma quel posto non è mai stato tuo di diritto. Te lo dovevi guadagnare sul campo.
Nei bei tempi antichi, i bravi generali mostravano in battaglia il loro valore per essere eletti primi consoli. Però lo facevano combattendo per Roma, non per Cartagine. Forse questo ti è sfuggito.
Tu per chi combatti? Tu chi sei? Tu che vuoi?
Perché uno può anche essere disposto a seguirti, ma dovrà pur capire perché.
Smarcarti sempre, segnare la differenza a tutti i costi, essere politicamente corretto, fingerti super partes, può anche essere molto istituzionale, ma non mi trascini dalla tua parte neppure bendata.
Quali sono oggi i tuoi valori? Che programmi hai? Che Italia sogni? Cosa pensi di fare per gli italiani?
Abbi pazienza, ma sono anni che ogni 2x3 ti sento parlare solo di immigrati, di gay e di diritti delle minoranze.
Tutto molto nobile, interessante, ma, per curiosità, hai una qualche vaga idea anche per la maggioranza degli italiani?
Non te ne sento pronunciare una che sia una da tempo immemore.
Solo critiche, ma mai che siano costruttive, propositive.
Sei diventato di una noia mortale.
Vuoi andartene? Buon viaggio!
Non ci mancherai, perché ti abbiamo già perso tanti anni fa.


http://www.barbaradi.splinder.com/

venerdì 16 aprile 2010

Ciao, Raimondo...


te ne sei andato educatamente, cosi' come hai vissuto,
per portare un po' di buonumore anche in Paradiso

mercoledì 14 aprile 2010

Pazardjik ieri oggi e domani - 3

Bello e brutto, miseria e opulenza, passato e presente, questo post vuol essere uno spaccato di Pazardjik vista attraverso immagini rubate nel tempo, foto che tentano di documentare un passato bocciato dalla storia, un presente in Europa su strade ancora sconnesse e la ferma speranza di un futuro da percorrere in autostrada. (Per andare al primo post clicca qui).


I fili elettrici volanti sono caratteristica comune in tutta la Bulgaria

La mitica Trabant fa ancora mostra di sé sulle strade...

così come le più potenti Lada e...

le lussuose (un tempo) Volga e Moskvich sovietiche... alle quali

possiamo aggiungere anche la nostra 600 italiana degli anni sessanta
(come potrò mai dimenticare la mia prima automobile?)

Accanto a filobus e autobus quasi ultima generazione anche questi
reperti archeologici si rendono ancora utili al trasporto passeggeri...

mentre si fanno sempre più numerosi i 4x4...

i suv e lussuosissime limousines sfacciatamente ostentate

mentre si pone gradatamente rimedio a queste buche di qualche anno fa

trovando un modo un po' empirico per avvertire il cittadino del pericolo...

ma dandogli, in cambio, un "Park Ostrova" completamente rinnovato
anche in strutture sportive e ludiche per giovani e bambini

martedì 13 aprile 2010

Pazardjik ieri oggi domani - 2

Bello e brutto, miseria e opulenza, passato e presente, questo post vuol essere uno spaccato di Pazardjik vista attraverso immagini rubate nel tempo, foto che tentano di documentare un passato bocciato dalla storia, un presente in Europa su strade ancora sconnesse e la ferma speranza di un futuro da percorrere in autostrada. (Per andare al primo post clicca qui).

Ristrutturazione e ampliamento dell'Ospedale Eskulap
(Notare le impalcature e le relative misure di sicurezza sul lavoro ...)

Ed ecco come si presenta oggi l'ospedale Eskulap

Il moderno ospedale Hygia nel centro della città

Lo stesso Hygia dal lato sinistro attaccato ad un'opera mai finita

Interno di una stanza del vecchio Policlinico, e sotto: si attraversa

questo ambiente per arrivare alle stanze dei pazienti. Sono in corso
lavori di ristrutturazione per rendere l'ospedale sempre più abitabile

Questo anziano signore riporta a casa le due capre di ritorno dal pascolo.
Probabilmente sono la maggiore fonte di sostentamento in aggiunta a
 una pensione irrisoria

E questa è la cassetta di posta della palazzina in cui abito

Sv. Bogoroditza, la più antica chiesa della città, restaurata di récente.
Sul sagrato parcheggiano piccoli fiorai e i soliti zingari elemosinanti

E a tal proposito, una zingarella raccoglie dal secchione un barattolo di kompot...

lo apre, lo beve e poi lo butta ... sperava fosse ancora buono. Anche
qui, come in Italia, gli zingari sono i clienti più affezionati dei cassonetti

Pazardjik ieri oggi e domani - 1

Bello e brutto, miseria e opulenza, passato e presente, questo post vuol essere uno spaccato di Pazardjik vista attraverso immagini rubate nel tempo, foto che tentano di documentare un passato bocciato dalla storia, un presente in Europa su strade ancora sconnesse e la ferma speranza di un futuro da percorrere in autostrada.

Uno degli innumerevoli orrendi blok dell'era comunista destinato agli zingari.
Ai bulgari erano destinati edifici meno disonorevoli. Anche qui, come in ogni
parte del mondo, gli zingari non sono molto amati. Chissà perché...

a cui fanno da contraltare le moderne costruzioni del mercato libero

Hotel Helbruss orgoglio del vecchio regime

Il nuovissimo Hotel Hebar, 4 stelle, al centro della città

Vecchio e nuovo si fondono in attesa del naturale ricambio

Palazzina ristrutturata accanto a una nuova costruzione

Come appariva l'edificio soprastante prima dei lavori

Edificio in costruzione nel 2008 all'angolo con via Stamboliski...

... e come appare oggi dopo il rifacimento completo dell'ex via Ruski