domenica 23 maggio 2010

Cose di Casa Nostra - 3

E' caduta la maschera...
Sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Un proverbio dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio. E se si perde l'aplomb e l'aria di perbenismo che per venti anni faticosamente ci si è cuciti addosso, evidentemente si è arrivati alla frutta. E' quello che è successo ai due più autorevoli leaders del Pd Bersani e D'Alema, che non avendo più argomenti politici per controbattere all'avversario ricorrono alle reminiscenze del vecchio partito che hanno rinnegato solo a parole. Che sia Ulivo Ds o Pd, l'anima è quella del vecchio Pc.

D’Alema: “No no no, ma vada a farsi fottere! Lei è un bugiardo e un mascalzone! Lei è un bugiardo e un mascalzone!
D’Alema: “Lei deve guadagnarsi il pane, ma questo modo è vergognoso! Io non la faccio più parlare, è finita la sua serata! Lei è un bugiardo!”
(L'on. D'Alema si sostituisce anche al conduttore sapendo bene che Rai3 è la sua televisione).

L'on. Bersani, invece, all'assemblea del Pd, esprime tutto il suo sostegno a un ministro della Repubblica, alla vecchia maniera:
"Io sono per fare uscire da questa assemblea una figura eroica, i veri eroi moderni, gli insegnanti che inseguono il disagio sociale in periferia, lottano contro la dispersione mentre la Gelmini gli rompe i coglioni".


Le solite prevaricazioni su un povero cittadino
A Flavio Briatore  è stata sequestrata la barchetta sulla quale vive in affitto,  proprietà di una società che risiede alle Isole Cayman. La barca si chiama Force Blue, tanto cara a lui perché, per caso, porta le sue stesse iniziali nel nome.
In una conferenza stampa reagisce al modo in cui è avvenuto il sequestro, perché sono piombati sulla barca quando c'era solo la moglie e il bambino di due mesi più diciotto membri dell'equipaggio, per cui sono precipitosamente rientrati a Londra. Ci auguriamo tutti che la Gregoraci, che, a detta di Briatore, ha subìto un tremendo choc, non perda il latte per il piccolo Falco Nathan, e che quest'ultimo non abbia conseguenze traumatiche nella crescita.
Giustamente, come già si era espresso Fabrizio Corona, vuol comunicare a tutti che è fiero di essere italiano, ma protesta perché oggi si considera perseguitato, e non si sente di far parte di questa Italia. Briatore riscuote tutta la mia solidarietà. Anch'io, caro Flavio, non faccio più parte di questa Italia, e vivo principescamente in Bulgaria con la mia favolosa pensione di mille euro. Consiglio anche a te di farlo non appena avrai maturato gli anni di anzianità. Tu, almeno, potrai usufruire anche degli assegni familiari.


Grazie Materazzi
Abbiamo assistito, ieri sera, al trionfo dell'Inter in Champions. Pur non essendo interista, sono stato contento di questa affermazione sportiva, in Europa, di una squadra italiana. L'Inter ha vinto la sua ultima Coppa in Europa 45 anni fa e quindi posso immaginare la felicità del tifoso interista. Nel suo nome e nel suo dna la società ha la convinta vocazione multietnica che l'Italia - per i mille motivi che si possono leggere ogni giorno sulla stampa – ancora stenta ad abbracciare. Ecco la formazione che ha vinto ieri sera: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Chivu, Zanetti, Cambiasso, Pandev, Snejder, Eto'o, Milito. Allenatore Mourinho. Sostituzioni: al 68° Stankovic, al 79° Muntari, al 91° Materazzi. In questa Internazionale è compreso tutto il mondo pallonaro.
Ringraziamo Mourinho per averci permesso al 91°, con l'ingresso di Materazzi, che anche l'Italia fosse rappresentata in questo trionfo.
 

giovedì 20 maggio 2010

Made in Italy a Pazardjik

Sembra ieri e sono già trascorsi quattro anni. Il 12 giugno del 2006 sono arrivato per la prima volta a Pazardjik, piccola città della Bulgaria centrale, una volta fiorente centro dell'industria agroalimentare. Il mio primo pensiero, allora, fu quello di essere tornato indietro nel tempo di cinquanta anni. Potrebbe apparire strano ma mi trovai subito a mio agio. Se fossi stato più giovane di venti anni, probabilmente sarei rimasto deluso, ma quella decorosa povertà, quelle vecchie strutture, quella gente così sorridente e tranquilla, mi riportarono all'infanzia trascorsa nelle stesse condizioni. Con una variante, tuttavia, e non di poco conto. Cinquanta anni fa era appena nata la televisione, non esistevano computer e telefonini, analogico e digitale terrestre che non capirò mai cosa siano, l'uomo non era andato sulla luna, non avevamo i satelliti che ci spiavano, niente internet e facebook, invece della crisi avevamo il boom economico, l'11 settembre era solo un giorno d'estate, la Cina non aveva iniziato il suo copia e incolla, l'Europa era solo un'entità geografica.

Oggi, con l'ingresso nella Comunità Europea, sarà molto più facile, per la Bulgaria, rimontare i quasi cinquant'anni di forzata “democrazia” comunista. E' la scommessa che Bojko Borisov ha accettato di fronte all'Europa, iniziando il suo governo all'insegna della lotta alla corruzione, che per la Bulgaria era quasi uno status symbol: se non sei corrotto non sarai mai nessuno. Nel 2010 anche l'Italia si è accorta che anche noi siamo la nazione degli sprechi, dei raccomandati, delle mazzette, degli invalidi, ecc. ecc. ecc. Per essere sinceri tutti in Italia sapevamo come andavano - da sempre – le cose. Solo i nostri beneamati governanti avevano gli occhi chiusi, chissà perché. Adesso Berlusconi pensa di correre ai ripari, ma presumo che anche questi provvedimenti saranno fumo negli occhi per i benpensanti. Si stringeranno i cordoni per sei mesi e poi, quando il clamore è passato, tutto ritorna come prima: passata la festa gabbatu lu santu. Mi auguro che Borisov riesca nell'intento, perché sull'Italia non scommetto più di un centesimo.

Son quasi tre anni e mezzo che la Bulgaria è entrata a far parte della Comunità e anche a Pazardjik si notano gli elementi positivi di questa appartenenza. La crisi economica in atto non permette grandi opere e grandi cambiamenti, tuttavia si nota in città un fervore di iniziative che fa ben sperare per il prossimo avvenire.

Fa piacere notare, poi, che nell'industria opera un'affermata azienda internazionale che oggi fa parte del gruppo Head NV, ma che ha la sua sede a Rapallo, fondata nel lontano 1949 da Ludovico Mares, che produce attrezzature subacquee all'avanguardia nel mondo.

Nel commercio, invece, Michele e Dora hanno voluto proporre la calzatura italiana e i suoi accessori aprendo, sei mesi fa, un bel negozio. E' il primo centro di calzature italiane in città e sicuramente, con il tempo, troverà la clientela preparata a calzare una scarpa di qualità.

Nei prodotti dell'artigianato, invece, Maurizio Zulian e Alessio Cattelan, titolari della Alema Gelati, con il loro laboratorio propongono un gelato artigianale che già, nella passata stagione, ha riscosso notevole successo per la qualità e la bontà degli ingredienti italiani che utilizzano.
Nella ristorazione, infine, Agostino Eramo con il suo ristorante “Da Ago” vuol far conoscere, anche ai bulgari che non hanno avuto questa fortuna, la bontà della nostra cucina, conosciuta in tutto il mondo.


Ad essi e ad altri italiani che, nel tempo, sicuramente verranno anche a Pazardjik, tutta la nostra solidarietà e l'augurio di lunga permanenza qui.

venerdì 14 maggio 2010

Un amore così grande, un amore così...


Mai avrei potuto immaginare che sei anni di convivenza potessero saldare, in modo così indelebile, un incontro nato casualmente e inizialmente anche contrastato.
Il nostro rapporto è, ancora oggi, amorevole e dolce, per passare subito dopo al burrascoso. Indubbiamente il suo carattere indipendente e a volte graffiante, contribuisce a creare questo clima che mi porta anche a darle qualche sonora sculacciata che dimentica presto, però, per venire a strofinarmisi addosso con la sua piccola testolina, ad accarezzarmi la mano addentando leggermente anche un dito.
Malgrado la flemma inglese e l'eterna sonnolenza, sono certo che anche lei mi si è affezionata molto; lo noto dagli sguardi fissi ma intensi che talvolta mi fissano come a dire: “ti voglio bene, la mia esistenza è legata a te”.
Gira senza meta in casa, annoiata, mi guarda, poi si sdraia e aspetta le coccole, ma subito dopo mi fa capire che ha un po' di fame. Le preparo i pasti e sinceramente non si è mai lamentata della mia cucina, poi – quasi furtivamente – va a riposarsi: non soffre la monotonia del quotidiano tran-tran, anzi vi si adagia.
Non appena la lascio sola in casa, prende in bocca il suo pupazzo preferito e inizia le lamentazioni di Geremia, che finiscono solo al mio ritorno, quando ansiosa e felice mi accoglie sulla porta intrufolandosi tra le gambe quasi a farmi cadere. Talvolta, come fosse drogata, inizia le sue corse da una stanza all'altra, finché non si stanca. Non so se beve cocacola di nascosto.
Quando, ad ora tardissima, spengo computer e televisore per andare a letto, mi guarda tra il curioso e l'indifferente. Adesso che, finalmente, sto rannicchiato sotto le pezze, un peso sulle gambe mi fa capire che sta arrivando. Alzo lenzuolo e coperta per farle posto e lei, delicatamente, si accovaccia accanto alla spalla, morde e succhia con delicatezza il mio pigiama, alza la testa guardandomi con due occhietti amorosi, poi inizia il suo ron-ron ron-ron facendomi compagnia per cinque minuti, dopo i quali, silenziosamente come all'arrivo, con passi lenti e felpati, esce dalle coperte e va ad accovacciarsi ai miei piedi.
Ecco, questa è Micia: libera, indipendente, talvolta paurosa e sempre diffidente, nove chili di agile pelosa obesità (quando gioca); in cambio di molto poco contraccambia con un amore talmente felino da far arrossire il nostro. Meraviglioso, no?...

giovedì 13 maggio 2010

Perché i bambini spesso si salvano?


A Tripoli, in Libia, un aereo si schianta in fase di atterraggio: 104 morti. Unico sopravvissuto Rubens, un bambino olandese di nove anni. In una delle tante tragedie che accompagnano la nostra vita quotidiana, si apre tra gli esperti l'interrogativo sul perché molto spesso nelle grandi tragedie sono i bambini a salvarsi.

Non so se costoro saranno in grado di spiegare l'arcano. Oggi la scienza e la tecnologia hanno bisogno di risposte e certezze per ogni accadimento. Un esperto inglese ha ipotizzato che siano i sedili a salvare i bambini. Può essere una valida ipotesi. Forse altri esperti daranno motivazioni differenti a questo interrogativo, tutte accettabili e tutte plausibili. Mi auguro che tra questi ce ne sia qualcuno che, umilmente, sappia anche riconoscere la volontà di un destino, di un Essere Supremo, che si chiami Angelo custode o si chiami Provvidenza... Così... un'ipotesi che vale l'altra...

sabato 8 maggio 2010

Dalle stalle alle stelle

L'attaccante camerunense Samuel Eto'o ha comprato un lussuoso  appartamento nel centro di Milano per 17 milioni di euro. Di questo ragazzo di 29 anni, grandissimo e strapagatissimo giocatore dell'Inter, leggo su Wikipedia che è ambasciatore Unicef e creatore della fondazione “L'Africa sta morendo” per dare aiuto ai bambini del Camerun, per la quale di certo devolve una parte dei suoi introiti, azione indubbiamente molto nobile e meritoria. Forse a Eto'o non interessa più di tanto, ma mi chiedo se non era il caso che qualcuno lo consigliasse a soprassedere adesso all'acquisto di questa reggia. Con i tempi che corrono in Italia e in Europa, sentire di un ragazzo camerunense che spende quella somma per avere una casa, mentre nella sua terra si muore ancora di fame, indubbiamente non sarà un messaggio positivo, col rischio di rinfocolare razzismi sopiti. Mi domando quanti italiani, oggi, verserebbero 1 euro per aiutare un bambino del Camerun, che muore veramente.

Non voglio intromettermi nella vita privata di Eto'o, che, tra l'altro ammiro come campione e come uomo (anche se gioca nell'Inter), ma penso - in questo momento - di interpretare, con il mio, il sentimento di tantissima gente che arriva faticosamente a fine mese e si sente continuamente chiedere un sms di 1, 2, o 5 euro in beneficenza per aiutare i bambini africani.

venerdì 7 maggio 2010

Se tutto va bene... siamo fottuti

Gli anni passano e la vecchiaia incombe, forse sto perdendo colpi e non mi adeguo alle nuove realtà che avanzano prepotentemente, schiacciando sul loro cammino tutte quelle vecchie convenzioni che una volta si chiamavano onestà, moralità, umanità, solidarietà, educazione, rispetto per il prossimo, generosità, cavalleria, e via dicendo. E' anche vero che un mondo siffatto sarebbe utopistico, ma basterebbe attenersi solo ad alcune di queste per renderlo almeno vivibile.
Non appartenendo più al ciclo produttivo, oltretutto autoesiliato in Bulgaria, ho sempre accarezzato il sogno di poter trascorrere le mie giornate, in quella rilassatezza e tranquillità, che solo una cittadina di provincia può dare a un pensionato. Mi accorgo, purtroppo, che questo sogno è difficile che possa tradursi in realtà. Potrebbe verificarsi se un uomo si stacca - seguendo il Vangelo - dalle miserie di questo mondo, per vivere una vita contemplativa, ma sinceramente i miei dati caratteriali non mi portano all'ascetismo.
Cosicché, se è vero che Pazardjik potrebbe essere la mia ideale cittadina di provincia, è anche vero che la vita quotidiana non può prescindere dal connettermi a internet o accendere il televisore per i programmi e le notizie dall'Italia. E siccome, che io lo voglia o meno, cuore e cervello sono legati indissolubilmente a questa nazione, rilassatezza e tranquillità vanno a farsi fottere.
Ecco, appunto. “Fottere”, come la frase che l'ex Presidente del Consiglio D'Alema indirizza, a “Ballarò”, verso un giornalista che scopre anche i suoi vecchi altarini: “Vai a farti fottere, bugiardo e mascalzone”. E' vero che ormai la decadenza dei costumi ci ha abituato a questo ed altro, ma sentire queste parole pronunciate in televisione da un politico così autorevole, offende chi le ascolta e mortifica una classe politica che, a prescindere dal colore e dalla collocazione, ha toccato il fondo della storia repubblicana. L'on. D'Alema non è più onesto del ministro Scajola, anche lui preso a rubare la marmellata, e chissà quanti altri cialtroni, impostori e ladroni uscirebbero fuori se si andasse a fondo veramente. Tutti si sono fatti il loro orticello personale. Si parla di regia occulta o di grande burattinaio che tira i fili. Non esistono regie occulte o grandi burattinai. Sono soltanto caste che sfacciatamente sanno di essere al di sopra delle leggi. Leggi che dovrebbero essere applicate da magistrati che, a loro volta, invece di giudicare in nome del popolo italiano, emettono sentenze per conto dei partiti in cui militano, pronti a candidarsi alla prima elezione. Anche loro casta e potere ingiudicabili e intoccabili. Ivi compresi sindacati e sindacalisti.
Penso che l'Italia sia l'unica nazione al mondo dove un politico, eletto in Parlamento anche per una sola legislatura, ha trovato la grassa mangiatoia per tutta la vita. Perché, in ogni caso, pur non essendo più rieletto, sarà assegnato – nella spartizione della torta – a fare il consigliere di amministrazione, il presidente, il revisore, il nullafacente delle migliaia di enti pubblici appaltati dai partiti con vergognoso lauto stipendio, liquidazione e futura pensione da nababbo.
Se l'esempio che dà la politica è questo, perché meravigliarci se i tifosi laziali, nella partita Lazio-Inter, tifano per la squadra avversaria pur di non favorire la Roma? Che vergogna! E perché meravigliarci se Totti, colto da improvviso raptus, appioppa un proditorio calcio a Balotelli? Che vergogna! E perché meravigliarci se Balotelli, a venti anni, crede di essere dio in terra e pensa che tutti ce l'abbiano con lui perché è nero? Che vergogna! E perché meravigliarci se in televisione ti propinano Flavia Vento o la Parietti o le contesse De Blanc madre e figlia o la Loredana Lecciso a fare le opinioniste? Opinioniste di che, di gossip e cosce al vento... Che vergogna!
Ma vergogna di che cosa? Se il Presidente della Camera dei Deputati, che dovrebbe essere super partes, si mette a fare politica, remando contro il partito che ha contribuito a fondare e che, a torto o ragione, continua a far proseliti, di che cosa bisogna vergognarsi?
Ho affrontato lo stesso argomento sei mesi fa, ma ho l'impressione che sia la prima volta: da allora niente è cambiato, tutto è immobile mentre la crisi attanaglia sempre più famiglie e i politici di oggi sono gli stessi che litigavano ieri, con il vicino bubbone greco pronto ad infettare anche noi. 
E quando ti fanno vedere un'infinità di opere pubbliche rimaste incompiute, con i soldi delle quali si potrebbe costruire un'altra Italia, di che cosa bisogna vergognarsi?
Chi è senza peccato butti la prima pietra! Dovremmo vergognarci tutti, e soprattutto preoccuparci per il futuro, perché - pur avendo fiducia nei giovani – bisogna accertarsi chi sono i loro mentori.
Speranza e commozione sono riuscite a pervadermi soltanto guardando la trasmissione della celebrazione del 149° Anniversario dell'Esercito Italiano. Siccome sono un inguaribile romantico credulone con un animo permeato di amor patrio, anche ieri l'inno nazionale e il discorso del Presidente della Repubblica mi hanno dato quella carica e quella emozione che fanno venire la pelle d'oca in tutto il corpo. E' stata anche l'occasione per consegnare la “Croce d'onore alla memoria” ai familiari di quei soldati che sono morti per una causa che forse neanche sentivano, ma alla quale hanno dovuto obbedire come qualsiasi operaio o impiegato che ha bisogno di guadagnare lo stipendio per mantenere la famiglia. Non li considero eroi, perché gli eroi fanno parte di un'altra categoria, ma valorosi operatori di pace che per quattro soldi rischiano la vita quotidianamente, anche per gente che continua ad ingrassare dentro e fuori i palazzi del potere. A queste giovani vite spezzate, che mi hanno fatto venire un nodo in gola, il mio ringraziamento e la mia gratitudine: cap. Antonio Fortunato, serg. magg. Roberto Valente, cap. magg. capo Massimiliano Randino, cap. magg. scelto Matteo Mureddu, cap. magg. scelto Giandomenico Pistonami, cap. magg. scelto Davide Ricchiuto.