martedì 21 settembre 2010

Parliamo un po' di questa Europa "xenofoba"

I demagoghi della tolleranza... sempre e comunque!
Le elezioni svedesi della settimana scorsa hanno riportato in primo piano i problemi che stanno affliggendo l'Europa da alcuni anni. La coalizione di destra del primo ministro svedese Frederik Reinfeldt ha vinto, per la seconda volta consecutiva, le elezioni, raggiungendo il 49,2%. Mentre si reputa quasi scontato che, in una nazione considerata da sempre socialista e riformista, continui a vincere e governare il centrodestra, desta scalpore che i Democratici di Svezia – la cosiddetta estrema destra xenofoba – superi la soglia del 4% ed entri in parlamento con il 5,7% dei voti e 20 parlamentari.
Cosa è successo? E' affiorata la punta di un iceberg? Siamo tornati al razzismo, all'odio inconsulto contro i nostri simili? Dobbiamo essere preoccupati, oggi in Europa, per questi rigurgiti xenofobi? Personalmente è da qualche anno che lo sono, ma per ben altri motivi.

Cominciamo col dire che la punta di quell'iceberg non è più una punta, ma la lenta emersione dell'iceberg nella sua quasi interezza. Se volessimo dividere l'Europa in due ideologie, di destra e di sinistra, dovremmo concludere che questa Europa da sempre libertaria, progressista, socialista e via dicendo, si è progressivamente spostata sempre più a destra, riaffermando un ruolo conservatore e liberale. Il Parlamento europeo è largamente di centro-destra, e così le singole e più importanti e popolose nazioni, Inghilterra, Francia, Italia, Germania, ecc. e quasi tutta l'Europa dell'est dall'Ungheria alla Bulgaria. La Spagna, dopo l'esperienza Zapatero, tornerà quasi sicuramente a destra.
L'appendice di tutte queste destre, la cosiddetta estrema destra, è ormai comunemente ed erroneamente chiamata “xenofoba”, volendo far intendere per xenofobia quello che la nostra intellighenzia di sinistra, per anni, ha fatto passare per bieco estremo razzismo o intolleranza verso emigrati, etnie e colore della pelle. Le parole xenos e fobos, dal greco, significano rispettivamente estraneo e paura, e cioè paura dell'estraneo o del diverso, non di attacco, non di intolleranza, non di violenza, ma paura. La paura, qualche volta, può portare a reazioni violente e inconsulte. Qualche volta, non sempre. E' fisiologico che la paura possa anche essere reattiva, ma non si può criminalizzare e demonizzare la reazione alla paura, quando la causa di questa è ben presente e visibile tutti i giorni in tutte le città d'Italia e d'Europa.
Perché la Svezia, da sempre socialista e progressista, ha saltato il fosso e ha cambiato politica? E perché quasi tutta l'Europa si sta attestando sulle posizioni della Svezia? Perché la sinistra buonista, la sinistra della tolleranza, dell'accoglienza e del volemose bene, ha permesso l'infiltrazione indiscriminata nei propri territori, non di lavoratori – di qualsiasi razza e colore – ma soprattutto di rom e islamici che, lungi dal volersi integrare nelle realtà dei paesi che li ospitano, pretendono da questi diritti e condizioni che non hanno neanche i cittadini che vi sono nati.
Il popolo italiano ed europeo si domanda perché debba essere costretto a mantenere gente che non vuole lavorare e mai lavorerà, che vuole vivere solo nelle baracche, che non vuole pagare servizi e tasse, che vuole solo rubare e vivere a spese della comunità. Il popolo italiano ed europeo si domanda se duemila anni di storia e di cultura cristiana debbano essere cancellati dalle moschee che sempre più numerose sorgono in ogni città; si domanda se anche le nostre donne debbano domani essere costrette a mettere il burqa o a subire mutilazioni genitali; si domanda se quelle moschee siano solo luogo di culto o anche covi di terroristi; si domanda perché si debbano togliere dalle pareti i nostri simboli culturali e religiosi millenari per non offendere i loro sentimenti; si domanda se un giorno saremo costretti a diventare tutti maomettani; si domanda perché la religione debba prevalere sullo Stato; si domanda perché debba vivere nel terrore di continui attentati degli integralisti islamici; si domanda perché a casa nostra dovrebbero comandare loro.
Dopo la storica decisione di Sarkozy di rimandare nei loro paesi gli zingari che non hanno titolo a vivere in Francia, il 4 settembre si è tenuta a Roma una manifestazione dei rom contro il razzismo e la xenofobia. Ad aderire sempre i soliti: Sinistra e Libertà, Partito di Rifondazione Comunista, Verdi, Italia dei Valori. Il presidente dell'International Romany Union, Alexian Santino Spinelli dichiara: “Siamo qui per fermare le nuove forme di deportazione in Francia, per manifestare contro Maroni e tutte le destre che vogliono scaricare su di noi le frustrazioni sociali e renderci capro espiatorio di tutti i problemi”. Questo signore, insieme ai resti della nostra sgangherata sinistra, non ha capito che loro non sono “il capro espiatorio di tutti i problemi”, loro sono il problema. Ci sarà pure un motivo se nessuna nazione li vuole... o no?
Facciamo ancora in tempo a porre una barriera a tutti questi pericoli e a queste paure: si facciano rispettare le leggi che ogni nazione promulga per arginare questa pericolosa immigrazione e il Parlamento europeo si renda finalmente conto del bisogno di una legislazione oculata e intransigente in materia.
Se alla parola “xenofobia” dessimo il giusto significato, ci accorgeremmo che in Italia e in Europa stiamo diventando tutti “xenofobi”, a dispetto di una sinistra italiana ed europea che più fa demagogia di tolleranza più indietreggia nel consenso popolare.


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