venerdì 12 novembre 2010

Un post scriptum per il “Califfo”

Nella trasmissione pomeridiana “Pomeriggio sul due”, condotta da Caterina Balivo, ho assistito, oggi, alla rettifica della notizia apparsa qualche giorno fa nella quale Franco Califano chiedeva l'applicazione della legge Bacchelli alla sua persona.
Oggi, caro Franco, sappiamo finalmente che qualche amico che ti vuole troppo bene, ha tratto conclusioni sbagliate da discorsi fatti in casa tra amici e del tuo rammarico di non aver mai comprato una casa, per cui ha pensato bene di aiutarti facendo circolare la notizia di aiuto appellandoti alla legge Bacchelli.
Ho sentito la tua secca smentita, dovuta anche al fatto che non sai neanche chi è questo “signor Baccelli” e questo mi è bastato per capire che eri sincero. Hai ripetuto che ti sei mangiato tutto quanto hai guadagnato, che ti basta quello che guadagni e che non rinneghi nulla della tua vita, hai ripetuto che non hai mai chiesto niente a nessuno e anzi molte volte hai dato. Oggi ho capito quanto sono stato ingenuo a credere a quella notizia, perché nelle tue parole ho riconosciuto il vero Franco Califano (forse - se mi permetti – oggi reso anche un po' “rinco” dall'età), l'uomo e il personaggio che ha vissuto la sua vita controcorrente senza pentimenti e remore.
Le parole dure della mia lettera erano dovute alla delusione provata per un uomo e un artista che ho sempre ammirato. E' doveroso per me chiederti scusa, grande Califfo. Ascoltandoti mi sono reso conto che sei rimasto sempre il Franco Califano originale, nell'arte e nella vita.
Tutto il resto – come tu sai bene - è noia.


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