venerdì 21 ottobre 2011

Gheddafi: dagli "amici" mi guardi Allah

Foto tra "amici" in occasione del G8 all'Aquila del 10 luglio 2009

Sarkozy può finalmente brindare doppio. Ha portato in dono alla figlia Giulia la testa di Gheddafi, il tiranno che per 42 anni ha comandato dispoticamente la Libia, il terrorista che ha fatto abbattere un aereo civile della Pan Am con 270 persone a bordo, che ha spedito due missili Scud verso le coste italiane di Lampedusa, il pentito che ha siglato accordi commerciali e di amicizia con l'Italia, la Francia e l'Inghilterra, che ha fermato la migrazione dalle coste libiche a quelle italiane.
Stando a quello che hanno dichiarato Sarkozy, Cameron, Obama, che nottetempo hanno avuto una visione, bisognava intervenire subito in Libia per ragioni umanitarie, onde evitare il massacro di migliaia di civili che si stavano ribellando al regime di Gheddafi. Ma sarebbe stato troppo pericoloso intervenire con forze di terra, quindi hanno convinto Berlusconi, anche lui amico di Gheddafi, a poter utilizzare le basi italiane per bombardare le basi militari ed evitare ulteriori spargimenti di sangue.
I mesi di combattimenti sanguinari tra i ribelli e le forze di Gheddafi hanno portato alla morte di migliaia e migliaia di libici, ma ormai il dado è tratto, pazienza... l'importante è che vada via il dittatore. Ai bombardieri si sono aggiunti i consiglieri militari, le armi e altro che non sapremo mai. Mi sarebbe piaciuto sentir dire da questi signori, che decidono delle sorti di una nazione o del suo Capo di Stato, che Gheddafi stava loro sulle palle e doveva andarsene, invece hanno voluto farci credere alle ragioni umanitarie, quelle stesse che avrebbero dovuto considerare guardando a quello che sta succedendo in Siria. Ma evidentemente interferire in quella nazione sarebbe troppo pericoloso.

Ieri, finalmente, il dittatore sanguinario è stato catturato. Non è fuggito, aveva sempre detto che avrebbe combattuto fino all'ultimo, e così è stato. Tutto il mondo avrebbe voluto che fosse catturato, giudicato e condannato. Le immagini che abbiamo visto in televisione lo mostrano stanato da un tunnel, ferito, il volto completamente insanguinato, ribelli minacciosi intorno che vogliono linciarlo, lo caricano su un veicolo e poi finalmente qualcuno gli spara una pistolettata alla testa. La guerra è finita. Il nemico numero uno di Sarkozy, che implorava “Non sparate”, è stato giustiziato. L'Onu chiede adesso un'inchiesta e trasparenza sulla sua uccisione. Non sarebbe il caso di chiedere trasparenza e fare un'inchiesta sugli assassini che gli succedono al potere? Gheddafi non fa più paura a nessuno, ma se questi sono i successori, non c'è da stare tranquilli.    



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3 commenti:

  1. Noto con piacere che anche questa volta la linea di pensiero ci accomuna... che sia perché spesso la verità ha una sola faccia?

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  2. Tutte le guerre hanno sempre avuto un movente economico,oggi come non mai.E’ un business purtroppo e come in tutti i business anche in essa vige la legge del mercato : rendimento/rischio,che tradotto in termini pratici diviene rendimenti attesi (guadagni derivanti dall’azione bellica)/costi assunti(per instaurare la guerra). Solo se i primi superano i secondi e pertanto il rapporto fra i 2 fattori è fortemente positivo si scende in campo altrimenti no..si aspetta un’altra guerra (e nel caso dovesse tardare tanto, la si crea ad hoc).Non solo, ormai prima di intraprendere le guerre si effettua un’”analisi qualitativa” ovvero oltre a valutare la quantità dei ritorni economici si inizia a valutare anche la qualità di tali ritorni, in riferimento alle necessità di chi intraprende l’azione bellica (petrolio,gas,sbocchi sul mare,basi strategiche in zone nevralgiche del pianeta,ecc..) e a seconda delle necessità si agisce.Ne sanno qualcosa coloro che da anni in Somalia muoiono a causa di una guerra civile, per porre fine alla quale ci vorrebbe 1/1000 rispetto a quello che è stato speso in Iraq,Afganistan,il problema è che la Somalia non è in grado di ripagare neanche quella % di investimento e come lei tantissime altre nazioni che muoiono nell’indifferenza e nel silenzio lasciate a se stesse.Ho visto che la storia è ciclica e cioè tende a ripetersi ma ho anche visto che le modalità con sui essa si ripete differiscono e pertanto mi auguro che l’uomo possa iniziare a modificare le proprie azioni, ma forse la mia è solo una visione utopistica.

    Giuseppe

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  3. Ah dimenticavo..un caro saluto a te Antonio e a Renata.. ;=)

    Giuseppe

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