lunedì 28 novembre 2011

Italiani?... No, folli!...

A settant'anni suonati mi accorgo che il motore della vita, qualche volta, tarda a partire e talvolta ho bisogno anche di buoni meccanici. Faccio il conto degli anni  del nostro Presidente della Repubblica, che essendo nato nel 1925, si trova sulle spalle 86 primavere. Ecco, proprio primavere, perché evidentemente non li sente affatto, al massimo gli servirà un tecnico che lo aiuti a bilanciare le energie. Mettersi a fare la lepre a questa età è veramente notevole e non v'è pericolo che molli.
Sedici giorni fa, per la prima volta nella storia della Repubblica, c'è stato il golpe bianco del governo tecnico, insediatosi – senza una goccia di sangue – al posto di un governo democraticamente eletto. A tirare la volata all'attuale governo, il nostro venerando Presidente è partito pure qualche mese prima, per cui dobbiamo pensare che ha ancora parecchia benzina in serbo.
Qualcuno potrebbe avere dubbi che abbia sconfinato anche dal suo incarico istituzionale, ma se così fosse chi avrebbe il potere o il coraggio di fermarlo? Alla fin fine è lui attualmente la più alta carica dello Stato. Sì, è vero, però se questo incarico “esonda” chi glie lo può rinfacciare? Certamente non la magistratura, della quale è capo. Non certo i partiti d'opposizione, che hanno benedetto ed esortato la nascita di questo sospirato governo Monti. Non il Pdl che probabilmente ha colto la palla al volo per scrollarsi di dosso una piazza che l'opposizione aveva abilmente orchestrato, le responsabilità della crisi di cui non è responsabile, e ricucire la trama di un partito che si sta pericolosamente sfilacciando. Non la Lega che si è limitata a protestare, fare opposizione e aspettare gli eventi. Ed ecco che la frittata è pronta. Anzi, proprio pronta non direi, perché se fino a ieri si parlava di diluvio universale se non si fosse fatto in fretta, oggi sembra che mari fiumi fulmini e tempeste si siano improvvisamente placati e possiamo dormire sonni quasi tranquilli.
Il bambino che ruba la marmellata alla mamma si aspetta poi che arrivi la sculacciata o il rimprovero, ma se la sculacciata o il rimprovero della mamma non arriva, cosa fa? Ci riprova. Ed ecco che il Nostro venerando, una mattina si alza e inizia a bacchettare i politici perché non hanno ancora dato la cittadinanza ai figli degli extracomunitari nati in Italia. Non solo li bacchetta ma li ammonisce che è folle il non farlo.
Il comune cittadino, come me, pensa: “Ma con tutti i problemi che ci stanno sul tavolo in questo momento, il disastro economico alle porte, il mare di debiti che ci sta sommergendo, i disoccupati che aumentano, la crescita che non cresce, le alluvioni che stanno franando l'Italia, è questo il momento di pensare alla cittadinanza ai figli degli extracomunitari? E poi perché ognuno di noi dovrebbe essere folle? Forse al Presidente gli ha dato di volta il cervello?”. Con tutto il rispetto per il Venerando, mi sorge il dubbio che a una certa età, avanzino al galoppo i problemi degenerativi propri della vecchiaia, e che nel nostro beneamato Presidente si sia innescato uno spirito di onnipotenza che travalica il Parlamento e i politici, che lo hanno eletto e che sono stati appena elusi. Vuol forse fare un decreto presidenziale ad hoc o interessare della questione il governo tecnico appena insediato? Potrebbe sembrare, quella del nostro caro Presidente, una uscita estemporanea e strampalata, ma a parer mio non è così. Secondo il mio modestissimo parere, tutto è stato studiato meticolosamente a tavolino: ha iniziato a tirare la seconda volata per i vecchi amici che alle prossime elezioni porteranno in dote, ai figli degli extracomunitari, la cittadinanza italiana generoso omaggio della sinistra nostrana, a prescindere che si siano integrati, che la meritino, che ne rispettino obblighi e doveri. Essere italiani non deve essere una condizione ma un onore e ascoltare l'Inno di Mameli crea dentro ognuno di noi emozioni che solo l'amore per la nostra terra fa sentire. Se il figlio dell'extracomunitario, nato in Italia, sentirà anche lui queste emozioni, solo allora avrà diritto a essere italiano.
Non so quanto ve ne siate accorti, ma la Costituzione sta cambiando senza che alcuno l'abbia ancora riscritta.  

domenica 20 novembre 2011

Governo Monti: fiducia bulgara


Non so quanto sia conosciuta in Italia la Bulgaria. Cinque anni fa è entrata a far parte dell'Unione Europea, ma penso che alla maggior parte degli italiani è quasi sconosciuta, anche per una buona dose di nostra ignoranza. Conosciamo i bulgari che vengono (anzi venivano) a lavorare in Italia; sappiamo di tante aziende italiane che vengono a operare in Bulgaria perché riducono costi di manodopera e pagano meno tasse; forse abbiamo sentito nominare il lactobacillus bulgaricus, il bacillo che fermenta lo yogurt; conosciamo l'editto bulgaro, la famosa intervista a Berlusconi in visita a Sofia nel 2002. Ma il motivo principale della notorietà della Bulgaria in Italia è senz'altro il detto, che viene enfatizzato ogni volta che in una qualsiasi votazione si raggiungano consensi altissimi: “maggioranza bulgara”.
La Bulgaria comunista della “cortina di ferro” guidata da Todor Zhivkov, detto “zio Tosko”, in effetti è conosciuta in Italia per i “lavori sporchi” che le erano sempre affidati nel mondo e per i consensi elettorali unanimi che Zhivkov ha ottenuto in 33 anni di potere. Consensi ottenuti in assenza di una qualsiasi opposizione. In pratica tutti comunisti al 100%. Ma questo succedeva, in definitiva, in tutti i paesi satelliti (fratelli) dell'Unione Sovietica.
Oggi la Bulgaria - dove vivo da cinque anni e mezzo – fortunatamente è una nazione libera e democratica e fa parte del consesso europeo. Ci sono state il 23 ottobre le elezioni amministrative e per il Presidente della Repubblica. Forse non si è raggiunta ancora una democrazia completa, perché anche qui si parla sempre di voti comprati e magheggi simili che esistono anche in Italia, noto tuttavia che le percentuali di preferenze si distribuiscono in misura democratica.
Molti dubbi, invece, arrivano dall'Italia, dove il nostro voto è stato sovvertito dagli interessi pseudo-europei di Germania e Francia, i nuovi dittatori d'Europa, in grado di cambiare – se non sei allineato – il volere popolare degli Stati. Grecia, Spagna, Italia. I prossimi chi saranno?
I veri poteri forti – non Berlusconi, che ne è capro espiatorio – hanno portato l'Italia in un spread senza fine. Sono mesi che, prima sussurrando, poi sottovoce e infine gridando, tirano la volata a Mario Monti, un tecnico delle banche, quelle stesse per cui ci troviamo nella cacca. C'è l'avallo del Capo dello Stato e del suo ex partito, il Pd. Quel Pd e quell'Udc, insieme agli altri accoliti, che fino a ieri hanno votato contro il piano del governo Berlusconi presentato all'Europa, oggi si accingono a votare le stesse misure ancor più inasprite che presenterà il governo Monti. Governo che ha ottenuto la fiducia alla Camera con 556 voti a favore e 61 contrari. Mai successo un consenso così vasto a un governo nella storia della Repubblica. Questi signori dovrebbero essere i salvatori della Patria, almeno secondo le stime dei nostri politici da un soldo e mezzo: il famoso spread, che si sarebbe abbassato di duecento punti se Berlusconi si fosse dimesso, dove è arrivato? Ieri 19 novembre è arrivato a 540. O la nostra opposizione è composta di ciarlatani dementi o di figli di puttana, a seconda che sia in buona o in mala fede. Sono curioso di vedere il comportamento del Pdl in questo governo. A mio modesto parere Berlusconi ha lasciato il timone per passare la patata bollente agli avversari.
Politici e politica che non ha e non sente un briciolo di vergogna per quello che ha fatto e continuerà a fare per il resto della legislatura: essere guidati come somari da lacchè che nessuno ha mai chiamato a governare, ma dietro i quali si nascondono i veri padroni. Enrico Letta, ex democristiano e attuale vice segretario del Pd, purtroppo per lui, è stato scoperto ai primi inciuci con i nuovi padroni. Ma quelli come lui hanno la faccia di bronzo e non diventano rossi per la vergogna, perché rossi lo sono dentro.
Un amico bulgaro che, avendo vissuto in Italia, si interessa anche alla nostra politica, incontrandomi mi fa un sorrisetto ironico e poi mi dice: “Voi in Italia parlate di maggioranza bulgara, noi qui la chiamavamo maggioranza comunista, anzi da adesso si può chiamare anche maggioranza italiana”. Hai ragione, caro amico, quella italiana infatti è una maggioranza comunista. Si travestono, cambiano nome, indossano la cravatta e hanno lo yacht... il lupo perde il pelo ma non il vizio, ecco come arrivano al governo senza averne diritto... Stanno festeggiando i 150 anni dell'Unità d'Italia, con la benedizione quirinalizia.    

giovedì 17 novembre 2011

Benetton, siete marci dentro

Potrei capire, ma mai giustificare, che un marchio, una azienda sconosciuta voglia far colpo scandalosamente sui media per reclamizzare, pur in negativo, il proprio nome. Ma a voi, famiglia Benetton, grande marchio del made in Italy nel mondo, manca forse il modo di pubblicizzare i vostri prodotti in termini di qualità invece che di scandalo? Non è la prima volta che i vostri pubblicitari cercano di stupire il mondo con foto scioccanti, ma evidentemente il marciume è proprio nel vostro Dna. Per conto mio cercherò, e di certo troverò, in tante altre ottime marche italiane qualità e prezzo, e soprattutto quel buon gusto che a voi manca.


Ma non vi vergognate neanche un po'? Fate schifo!




domenica 13 novembre 2011

L'Uomo della Provvidenza

Ah... finalmente! Non se ne poteva più! La tirannìa è stata sconfitta e il tiranno è caduto. Milioni di disperati e oppressi hanno festeggiato ieri sera la libertà ritrovata, con manifestazioni nelle strade e nelle piazze del potere, musica, bandiere rosse, bellaciao, concerti, grida, abbracci fraterni, risate, cori di “buffone”, il masaniello di Montenero di Bisaccia, sulla piazza antistante il Quirinale, a ricevere complimenti e ringraziamenti degli ormai ex disperati... serata, insomma, da 25 aprile... peccato sia mancato al completamento della festa, l'impiccagione a testa in giù del despota che per quasi vent'anni ha sottomesso l'Italia, c'era anche il forcaiolo giustizialista di cui sopra a due passi!
Adesso l'Italia è finalmente libera, ai giornalisti televisivi e della carta stampata è stato tolto il bavaglio, le fabbriche lunedì riapriranno richiamando dalla cassa integrazione i disoccupati, le carceri sono state aperte, lo "spread" - questo strano ascensore che ci portava sempre più sù – sta ritornando ai piani bassi; le agenzie di rating – anche queste, strane e ambigue commissioni d'esame e commistioni d'affari, che promuovono e bocciano – adesso ci riporteranno in serie A, e inizieranno a fare un pensierino sulla Francia. L'importante era che non si ri-arrivasse al famigerato ventennio fasci-berlusconista. Poverino, Silvio... non ha neanche potuto usufruire del proverbio “al nemico che fugge ponti d'oro”, per lui solo fischi e parolacce (non mi pare d'aver sentito pernacchie).

Dal napoletano neo-presidenzialismo alla francese...
Abbiamo venerato finora i nostri padri costituenti al pari dei papi che parlano ex-cathedra. Abbiamo preservato la nostra Costituzione da svariati tentativi di aggiornamento o modifica, che i tempi e la storia impongono a qualsiasi Carta, che sarà stata perfetta nel momento in cui è stata stilata, ma che il tempo rende obsoleta ai bisogni odierni. Niente... intoccabile più che un dogma.
In Italia molto si è parlato del semi-presidenzialismo alla francese, ma sono sempre risultate proposte senza seguito. Le funzioni dei nostri Presidenti della Repubblica sono sempre state di garanti della Costituzione, capi della magistratura e alte figure di rappresentanza dell'Italia nel mondo, ma in effetti con minimi poteri esecutivi nella vita della nazione. Ma così come cambia il mondo si possono cambiare le funzioni, pur se non scritte, in specie se si trova un parlamento assente o connivente. Potrò sbagliarmi, ma ho la sensazione che in questi giorni stia succedendo proprio questo.

Nel caos generale creatosi in Italia dall'attacco di forti poteri esterni, che possiamo chiamare mercati o con qualsiasi altro nome - del quale hanno grandi colpe primi gli Stati Uniti, poi l'Unione Europea (unione che è solo sulla carta), quindi Sarkozy e la Merkel che vorrebbero diventare in effetti i governanti di questa cosiddetta Europa, e infine la debolezza di Berlusconi a difendere il nostro prestigio (ricordiamoci che l'UE è nata a Roma) e l'immobilismo per queste riforme che ancora non arrivano – il Presidente Napolitano, col silenzio assenso di tutti, ha preso in mano le redini che spetterebbero a un capo di governo. Ha ricevuto il beneplacito di Obama che gli ha telefonato incoraggiandolo a proseguire nell'azione e anche papà Sarkozy si è addirittura offerto per una sua mediazione tra i partiti. (Il tra parentesi è un mio sfogo personale: Ma come ti permetti, mezzo nanerottolo che altro non sei, a interferire negli affari della nostra nazione? Bada al tuo “spread” che tra poco supera il nostro... Pensi di fare il napoleone nella repubblica cisalpina? Della grandeur francese ti sono rimasti solo i dieci centimetri con cui ti sovrasta Carlà e la risatina cretina con cui ammiccavi alla Merkel).
Non vuol essere un'accusa, è solo la realtà. Napolitano ha tracciato il primo solco per un rinnovamento della nostra Costituzione.

… al golpe a colpi di “spread”
All'armi!!! all'armi!!!... è arrivato lo “spread” che più sale e più fa male. Dobbiamo tutti imparare l'inglese obbligatoriamente, per avere la soddisfazione di sapere di che cosa siamo morti... Ieri non sapevamo cosa fosse, oggi sappiamo che lo “spread” alto equivale all'ipertensione e quindi dobbiamo prendere la pasticca per farlo scendere e non fallire. Lo vedi come si fa oggi un colpo di stato? A colpi di “spread”! Un governo democraticamente e legittimamente eletto va a casa perché lo “spread” uccide (dovrò informarmi anche sul rating, non foss'altro per sapere se è un'ingiuria). E per non farci morire Napolitano ha pensato, giustamente, che solo l'Uomo della Provvidenza, il prof. oggi sen. Mario Monti, possa fornire all'Italia quell'antidoto per farla uscire dalla pressione troppo alta. Per poter curare questa malattia (e personalmente glie lo auguro) il prof. sen. Monti dovrà usare la bacchetta magica delle riforme che ci costeranno lacrime e sangue e farle approvare anche da quei buontemponi che con il governo Berlusconi le hanno ferocemente contestate. Erano tutti felici, ieri sera, a denigrare e offendere questo governo. Aspetto a vederli quando dovranno far digerire ai propri elettori quelle amare pasticche e quelle supposte che saranno necessarie per uscire fuori dal tunnel! E se questi provvedimenti saranno approvati, non era meglio approvarli insieme prima per non arrivare all'ultimo respiro? Il futuro ci dirà chi è in mala fede. Ma ormai il golpe è riuscito...


P.S. - Pur nel difficile momento che stiamo vivendo sorrido pensando alle persone che entreranno in crisi: Bersani, Bindi, Franceschini, Santoro, Travaglio, Lerner, Bianca Berlinguer, Di Pietro, Benigni, Crozza, Floris, ecc. ecc. ... ma questa gente dalla settimana prossima di che cosa parlerà?  

lunedì 7 novembre 2011

No, caro Iacchetti, la libertà non ha cartelli stradali: non è a sinistra né a destra

Domenica pomeriggio di una bella giornata primaverile a Pazardjik. Rientriamo da una breve gita nelle vicinanze. Renata si butta a tuffo sul computer a continuare la coltivazione del suo giardino virtuale. Mi rimane solo la televisione. Il telecomando inizia una rapido excursus dei canali principali, ma lo blocco subito su Canale 5 vedendo la Panicucci che nella trasmissione “Domenica 5” intervista Enzo Iacchetti, personaggio che ho sempre ammirato e a me particolarmente simpatico insieme ad Ezio Greggio. Il collegamento con il figlio e le sue parole hanno bagnato gli occhi del padre, della Panicucci e anche i miei. Una bella intervista e tanta commozione e ammirazione per questo bravo attore e comico; poi il gran finale con le dieci domande di rito alle quali Iacchetti vorrebbe sottrarsi. Ma la Panicucci lo incalza con le domande e Iacchetti inizia a rispondere. La settima domanda è: “Destra o sinistra?”. Iacchetti prende qualche secondo di pausa, poi lentamente risponde: “Sinistra ... ... libertà!”.
Rimango annichilito. Il rispetto delle idee altrui prescinde dalle mie. Avrei potuto capire una risposta secca: “destra” o “sinistra”. Ma mai mi sarei aspettato da una persona come lui una risposta così stupida e politicizzata da far invidia alle battute di Bersani.
Iacchetti vuol forse dire che la libertà sta solo a sinistra? E quale vangelo, quale bibbia, quale pensatore, quale grand'uomo, quale statista avrebbe asserito tale dogma? Penso che neanche Repubblica scriverebbe una idiozia del genere. Forse d'accordo con lui potrebbe essere solo il magistrato Ingroia, che la farebbe anche passare per sentenza definitiva. Si potrebbero citare migliaia di esempi contrari alla sua asserzione, così come se ne possono trovare migliaia che portano alla sua affermazione. Da quando la libertà è assurta a simbolo della sinistra?
La libertà non ha bandiera, non ha targa, non sta a sinistra né a destra, la libertà è un qualcosa che ogni uomo ha dentro sé, la libertà è rispetto delle altrui opinioni e questo sentimento si comunica e si affida agli altri con il pensiero, con la penna, con le azioni, con l'esempio.
Oggi abbiamo ancora in Italia un governo di destra... manca forse a Iacchetti la libertà? Il nostro lavora in Mediaset con una proprietà che è dichiaratamente destrorsa... qualcuno gli impedisce o gli ha impedito forse di parlare ed esprimere il suo pensiero?

Era forse la bandiera della libertà quella che l'Unione Sovietica ha sventolato ai popoli fratelli dell'Europa dell'Est dal dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino? Ma forse Iacchetti con il binomio “Sinistra Libertà” voleva far riferimento al SEL “Sinistra Ecologia Libertà”, il partito di Nichi Vendola. Basta poco per esser chiari...
Concludo con un consiglio: prima di aprir bocca, qualche volta bisognerebbe accendere anche il cervello, caro Iacchetti, che mi eri tanto simpatico... forse perché accoppiavo la simpatia all'intelligenza... (anch'io posso sbagliare, e lo so), e domattina, prima di uscire da casa, ricordati di liberarti delle manette mentali che hai nel cervello.  

martedì 1 novembre 2011

Elezioni in Bulgaria 2011

IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ROSEN PLEVNELIEV

Il 23 e 30 ottobre in Bulgaria si sono svolte le elezioni per la nomina del Presidente della Repubblica e quelle amministrative per i sindaci. Come al solito elezioni contestatissime che si portano dietro strascichi giudiziari che generalmente finiscono nel nulla. Le motivazioni sempre le stesse: brogli nelle schede e negli spogli e compravendita dei voti. Paese che vai usanze che trovi, a me sembra di stare in Italia.
Presidente della Repubblica è stato eletto Rosen Plevneliev (47 anni!), già ministro dello sviluppo regionale del governo di Boyko Borisov. Con questa nomina Gerb, il partito di destra di Boyko Borisov e dello stesso Rosen Plevneliev, chiude il cerchio istituzionale, ricoprendo tutte le cariche più importanti nel Paese. Plevneliev succede al doppio mandato presidenziale dell'uscente socialista Parvanov, che sinceramente mi piaceva di più per la facilità di pronuncia del nome. I poteri del Presidente della Repubblica, in Bulgaria, equivalgono più o meno a quelli del nostro Presidente Napolitano. Solo il futuro potrà dirci se oltre alla carica ne avrà anche lo scilinguagnolo.
Il pieno completo del partito di Borisov prosegue con le elezioni amministrative, nelle quali i candidati del Gerb vincono in 14 dei 28 capoluoghi di distretto, tra i più importanti come Varna, Plovdiv, Stara Zagora, Ruse e Veliko Tarnovo.

LA NOTIZIA DELL'ELEZIONE DI DOMENICO RUSSI. A destra la sua foto
Un italiano consigliere comunale a Pazardjik
Mi auguravo che il sindaco di Pazardjik Todor Popov fosse rieletto, perché – pur non interessandomi della politica comunale – tuttavia ho visto la città pian piano trasformarsi, sotto la spinta continua dei lavori di rinnovamento e modernizzazione. Anche i bulgari hanno apprezzato il suo impegno, perché è stato rieletto, pur non facendo parte del partito di governo Gerb. Nelle liste di questo partito è stato invece eletto Domenico Russi, del quale avevo parlato nel post dell'11 ottobre. E' risultato secondo nella sua lista, cosa non da poco anche per un “importato” di lunga data. Evidentemente ha lavorato bene e si è fatto apprezzare anche in politica. Penso che gli italiani residenti a Pazardjik siano tutti orgogliosi di avere un connazionale nel consiglio comunale. A lui gli auguri di buon lavoro, soprattutto nelle intenzioni espresse prima del voto.
L'onere più gravoso spetta adesso al Presidente del Consiglio Boyko Borisov. Dopo queste elezioni e questi risultati l'Europa si aspetta molto dalla Bulgaria, pur nella crisi mondiale che ci sta attanagliando. Io, da parte mia, mi auguro che con il consenso ottenuto, non abbia a fare la fine di Berlusconi, dal quale gli italiani che lo hanno votato si aspettavano molto di più. Bisognerebbe sapere quanti comunisti stanno nel parlamento bulgaro. Da noi sono tanti e ben nascosti con toghe e doppiopetto e pur di buttar giù Berlusconi stanno affondando l'Italia.