venerdì 27 gennaio 2012

Una cricca anomala



Il Dizionario della Lingua Italiana Gabrielli, edito da Hoepli, così definisce la voce cricca: “Gruppo di persone associatesi per tramare a proprio vantaggio, a danno altrui”. E' quindi possibile definire cricca il movimento dei forconi nato in Sicilia ed estesosi rapidamente all'Italia intera. E' possibile definire cricche i taxisti, i farmacisti, i notai, i pescatori, i benzinai che protestano vigorosamente e scioperano per sfuggire alle cosiddette liberalizzazioni che il governo dovrebbe applicare a ognuna di queste categorie, per salvare l'Italia – dice - dal fallimento. Sono cricche i dipendenti dei mezzi pubblici, dei Cantieri navali di Genova che scioperano. Qualsiasi associazione oggi è diventata una cricca o una banda, se poi parte dalla Sicilia è una associazione mafiosa, la parola d'ordine è criminalizzare le categorie che protestano.
Il primo comandamento è liberalizzare. C'è solo uno equivoco: invece di iniziare dalla testa hanno cominciato dai piedi, stanno ammazzando l'Italia in nome di un'Europa per la quale non vale la pena spendere un euro e trovano anche il tempo per far ricadere tutte le nefandezze di cui sono responsabili sul povero tassinaro o sul benzinaio. Non ho né parenti né amici tra queste categorie, ma penso che ognuno di loro è uno dei tanti poveri cristi che si guadagnano faticosamente la pagnotta giornaliera.
Sono stato per una vita un elettore di destra e mi accorgo un giorno di aver dato fiducia a un individuo che ha tradito il partito che aveva co-fondato, rinnegando amici e ideali. Occhei, dico a me stesso, resta sempre il partito, che dopo averlo cacciato via, sarà sempre il nostro portavoce in parlamento. Oggi invece, come in un incubo, vedo conniventi quelli che ieri, a voce, si scannavano, mi rendo conto che non esistono più ideali, non esistono più partiti, non esiste più onestà. Non so più a chi credere, se non in me stesso.
Il Parlamento esiste ed è formato da parlamentari eletti dai cittadini, anche se imposti dai partiti. I vari partiti - ognuno con la sua dottrina i suoi ideali i suoi programmi i suoi deputati – siedono in Parlamento a sinistra al centro a destra, sempre a seconda dei posti predefiniti, chi ha più voti governa e gli altri stanno all'opposizione. Un'opposizione che proprio per il nome dovrà essere critica, a volte duramente critica, altre volte anche consenziente al partito o coalizione che governa a seconda delle leggi che quest'ultimo vara. E' quindi chiaro il ruolo di ogni partito nell'ambito parlamentare. Questa si chiama democrazia parlamentare. Questa è la dialettica dei partiti in democrazia, tutto normale, tutto nella legalità. Adesso governi tu che hai ricevuto più voti o finché hai la maggioranza, tra cinque anni forse governerò io se i cittadini mi preferiranno. Tutto questo per il bene superiore dell'Italia e degli italiani.
Stiamo assistendo a un'anomalia unica nella storia della nostra repubblica. Abbiamo un governo di tecnici bocconiani eletti da nessuno, che dovrebbe essere il salvatore dell'Italia (infatti fa anche decreti chiamati pomposamente salva-Italia) appoggiato... udite udite... dalla destra, dal centro, dalla sinistra e tutti insieme governano e approvano, con la benedizione del santone del Colle, che ne è stato l'artefice.
Allora vorrei ritornare alla definizione della parola cricca. Se questo governo avesse avuto un'opposizione si sarebbe chiamata dialettica parlamentare tra i vari partiti; ma se questi partiti - che si sono massacrati fino a ieri - oggi improvvisamente vanno insieme in camporella sostenendo questo governo, che ripeto, nessuno ha mai eletto, come li definirebbe il Dizionario della Lingua Italiana Gabrielli? “Gruppo di persone associatesi per tramare a proprio vantaggio, a danno altrui”.
E parlano agli italiani di responsabilità, di sacrifici per noi e per il futuro dei nostri figli e delle nostre pensioni. Dovremmo ancora credere alla Banda degli onesti che prima ci dà la medicina che ci ammazza e poi ce la fa anche pagare? Ma per favore!... andate a lavorare e smettetela di prenderci per le chiappe, quelle ce le ha già lessate Equitalia.


martedì 24 gennaio 2012

Eccellenze italiane in Bulgaria



Mi riesce ogni giorno più difficile scrivere. Niente paura, né parkinson né alzheimer. Pur vivendo in Bulgaria vedo giornalmente i canali televisivi italiani che appesantiscono e annullano i miei movimenti sulla tastiera del computer. Vedo un'Italia che sta andando a scatafascio, gente incazzata, mortificata nella sua dignità, oppressa da un nugolo di balzelli, preoccupata del futuro prossimo e ancor di più del futuro più lontano, caste che non sono caste ma puttane, politici che non fanno politica e delegano il nostro destino a professori indubbiamente (!!!) corretti e preparati ma mai eletti dai cittadini, Roma capitale di criminalità e assassini, taxisti camionisti benzinai in rivolta da quasi sudamerica, inchini di navi che affondano e capitani men che coraggiosi che si rifugiano in scialuppa per salvarsi anziché salvare, omicidi senza colpevoli e assassini e mafiosi liberi per decorrenza termini, e chi vuole può aggiungere altro perché la botte del malaffare e dell'evasione fiscale non si riempie mai, anzi tra poco inizia la fila ai confessionali visto che gli evasori, oltre ad essere parassiti, per la Chiesa sono anche peccatori. Ecco... tutto questo riesce a bloccarmi il cervello e il cervello blocca le dita, restie a muoversi perché amo questa Italia, che vedo sempre più impantanata nei debiti e nella recessione. E la mia Sicilia sempre più lontana... sono stati sospesi i lavori del ponte ma solo perché l'aggancio con l'Italia è lungo anni luce.
Dal pianto per l'Italia a un sorriso per la Bulgaria e alle imprese italiane che qui onorano la nostra nazione. E qui le dita si sciolgono perché vorrei citare un'impresa importante, seria e laboriosa che diciotto anni fa ha investito le sue speranze, la sua tenacia, la professionalità dei suoi imprenditori a Pazardjik, affrontando rischi e superando difficoltà che l'hanno portata, oggi, alla leadership nel suo settore.

Rigoni di Asiago a Pazardjik e dintorni
Qualche giorno fa, in una trasmissione televisiva dedicata all'agricoltura e ai suoi derivati, il conduttore, presentando Antonio Rigoni, illustrava la catena produttiva della sua azienda: Rigoni di Asiago, in Italia, è ormai diventato un nome e una garanzia nella produzione di marmellate, nocciolata, miele, tutto rigorosamente biologico.
La fortuna e l'espansione dell'azienda si deve in larga parte al coraggio dei fratelli Rigoni nell'investire in Bulgaria, coltivando biologicamente i più svariati tipi di frutta su ubertosi terreni quasi vergini: fragole, prugne, ribes rosso e nero, more, amarene, nocciole, lamponi, ciliegie, uva spina, oltre al grano e ai girasoli per la normale rotazione delle colture. Professionalità e serietà che oggi, in Bulgaria, vengono espresse in due nomi: Ecoterra ed Ecovita. La prima produce e coltiva frutta biologica mentre la seconda gestisce la trasformazione dei prodotti coltivati che vengono poi avviati ad Albaredo d'Adige e Foza.
L'investimento della Rigoni inizia con una fattoria a Karabunar, paesino vicino a Pazardjik e prosegue poi in un piccolo comune, Berkovitsa, nella regione del Montana, con l'acquisto o la concessione di quasi duemila ettari di terreno, coronando infine il progetto nel nuovo stabilimento di Pazardjik, "Ecovita", che gestisce la lavorazione e la surgelazione dei prodotti, con una capacità produttiva di tremila tonnellate di frutta surgelata e in purea, prodotte quasi tutte da "Ecoterra".
"Ecovita" sorge su 12 mila metri quadrati, 5 mila dei quali coperti, e impiega nella lavorazione una cinquantina di operai più alcune centinaia di stagionali, dando una boccata di ossigeno all'economia della zona, soprattutto in un periodo così critico per tutta l'Europa. Ma i numeri positivi non finiscono qui, perché dai 25 milioni di fatturato del 2004 dell'intero gruppo, si è passati ai 48 del 2009 per chiudere il 2010 con un fatturato di 53 milioni di euro, mentre ha avuto un ulteriore incremento anche il 2011.
Avrei voluto sentire queste notizie in Italia, dovrò accontentarmi di sapere che anche in terra straniera le imprese italiane si fanno onore. Chissà perché in Italia queste positività sono così difficili da raggiungere, ma questo è un altro discorso...
Per motivi inerenti la mia pensione, ho avuto modo di conoscere il corregionale dr. Giuseppe De Francesco, Console onorario d'Italia a Plovdiv, giovane manager preparato, intelligente, ma umile e disponibile, come lo sono in genere le grandi persone. E' anche amministratore delegato della "Ecovita" per la Bulgaria, un motivo in più per dire che la Rigoni di Asiago è in ottime mani.



sabato 14 gennaio 2012

Linotype... vecchia gloria già dimenticata

(Articolo dedicato alla primadonna della tipografia e ai colleghi linotypisti viventi)


Sì... è così, cara vecchia linotype! Dimenticata e superata dalla tecnologia informatica, dai computer grafici capaci oggi di comporre e impaginare un giornale, una rivista, un libro in tempi ridottissimi perché bisogna correre sempre di più, perché la televisione e internet ti portano in tutto il mondo in tempo reale e non c'è quasi più il tempo di battere la notizia, perché la si dà a voce o con le immagini. Forse sei stata accantonata anche negli angoli più remoti del cosiddetto terzo mondo.
Perché oggi con un computer fai tutto e ti colleghi con tutti, mentre tu, cara linotype, facevi parte di quel mondo che, pur correndo, misurava il tempo con il passo dell'uomo.
Se oggi si facesse un sondaggio sul tuo nome, ben pochi saprebbero dire cosa sei stata per tanti anni per la stampa di tutto il mondo. Ti ricordano ancora gli addetti ai lavori, quanto meno i più anziani, giornalisti, editori, scrittori. Se domandassimo a un giornalista di trent'anni se ha mai sentito nominare la linotype, forse risponderebbe di no. Eppure sei stata, nell'era meccanica, l'innovatrice della stampa, il computer dell'attuale generazione. Con la tua invenzione la stampa fece passi giganteschi nella diffusione delle notizie, dei quotidiani, delle riviste e dei libri. Hai sorpassato il vecchio compositore che doveva comporre e mettere in riga le parole lettera per lettera, una ad una, quelle asticelle di piombo con le lettere incise in testa e non si finiva mai una riga, e le mani sempre sporche di inchiostro. Poi il solito tedesco, Ottmar Mergenthaler, circa 120 anni fa, negli Stati Uniti, ti inventò e rivoluzionasti il mondo dell'editoria. Al compimento del centesimo anno di età, quasi come un essere umano, anche tu sei andata verso il meritato riposo...

ANCHE IL GRANDE EINSTEIN HA VOLUTO CONOSCERTI...

Forse lavorare insieme a te non era il massimo dell'igiene, oggi gli ambientalisti direbbero che il tuo posto di lavoro non era ecologicamente consigliabile, si respiravano i fumi di piombo antimonio e stagno fusi che la tua caldaia emanava, si maneggiava spesso anche l'amianto, ci consigliavano di bere molto latte per ripulire i polmoni, si sentiva eternamente nelle orecchie e si fondeva nel cervello il ticchettio delle matrici che scendevano nel compositoio e ritornavano nel magazzino, si fumava e si prendevano in mano righe di piombo già stampate e sporche di inchiostro da mettere in caldaia, tutto potrebbe far pensare a un lavoro maledetto, e invece sei stata per me l'amica che mi ha accompagnato per 35 anni, perché mi hai affascinato, ti ho amata quasi, quando ti ho conosciuto in collegio appena decenne e con la sedia davanti alla tua tastiera le mie gambe non arrivavano per terra, mi hai dato cultura, mi hai fatto conoscere grandi libri e grandi autori, poeti, giornalisti, scrittori, pittori, scienziati, le loro grafie spesso incomprensibili e da interpretare, Mario dell'Arco, Giovanni Bollea, Mario Missiroli, Dario Antiseri, Armando Armando e tanti tanti altri.
Vecchio mestiere che non c'è più come i linotypisti che il tempo estinguerà poco per volta. Qualcuno potrebbe obiettare che anche adesso ci sono persone che battono i testi dei libri, le notizie dei giornali o delle riviste. E' vero, ma non c'è paragone... il linotypista era un mestiere, un vero mestiere. Dovevi conoscere la linotype e il suo funzionamento, dovevi conoscere la lingua italiana, dovevi saper leggere i manoscritti, qualche volta correggere errori anche ortografici, dovevi imparare a interpretare l'autore... era il mestiere nobile per cui anticamente eri considerato “maestro”... Oggi purtroppo, salvo poche eccezioni, esistono solo tastieristi forse anche precari, segno dei tempi...


CELEBRE FILM AMERICANO SUL GIORNALISMO. IN FONDO LA LINOTYPE


giovedì 12 gennaio 2012

Investimenti cinesi in Bulgaria

Prima o poi sarebbe arrivata... La Bulgaria, giustamente, nelle condizioni economiche in cui versa, apre le porte a tutte le imprese che portano capitali e lavoro. Così come avviene per l'Italia e l'Europa, anche la Cina cerca nuovi mercati e naturalmente qui trova terreno più che fertile necessario alla sua crescente espansione.
Sembra ieri quando Alberto Sordi, nel film Il Vigile, minacciava lo spauracchio dei seicento milioni di cinesi... “Quelli so' come le formiche... se se moveno quelli che famo noialtri?”. Oggi sono più che raddoppiati con un'economia in continua crescita mentre l'Occidente deve far fronte a una paurosa crisi economica e finanziaria. I timori di Albertone sono più che decuplicati.
Ha iniziato qualche mese fa inaugurando a livello statale, attraverso la compagnia “Tianjin Agrobusiness”, il primo investimento in Bulgaria e in Europa. I primi dieci milioni di euro sono stati investiti per la coltivazione, su 200 ettari di terreno, di mais, erbe mediche e girasole, a Voynitsa nella regione di Vidin, nell'estrema parte nord-occidentale della Bulgaria. Il programma prevede un secondo investimento di venti milioni di euro da utilizzare nell'allevamento di bestiame, la cui produzione sarà esportata in Cina.
A questo proposito il ministro Naydenov ha dichiarato: “Tutti ora si indirizzano verso il grano, come anche loro in origine. Ma la più grande nicchia e la più grande opportunità è l'allevamento. E intendono indirizzare la maggior parte dei futuri investimenti nel bestiame. Solo meno di un mese fa in una riunione del G20, Merkel e Sarkozy hanno detto che è iniziata la guerra degli investimenti cinesi. Credo che la Bulgaria conduca per uno a zero, sperando così di portare altri investitori. Essi finora non hanno avuto alcun ostacolo”.

Agli investimenti agricoli fa eco l'industria automobilistica. Nell'aprile 2009 Great Wall, la più grande industria automobilistica cinese a capitale privato, e la bulgara Litex Motors, hanno firmato un contratto per la costruzione, a Lovech, di un impianto per la produzione di fuoristrada SUV e Pick-up e berline che oggi è già pronto a entrare nel mercato europeo, anzi... dalle foto e dalle targhe direi che è già entrato in commercio. Vedendole esternamente danno l'impressione che siano delle belle automobili. Il tempo e i clienti daranno i giudizi definitivi. In quanto ai prezzi i SUV vanno dai 24 ai 30 mila leva, mentre la monovolume 1400 cc costa 16 mila leva. Avranno una clientela nel mercato europeo o saranno destinate altrove? Tra qualche anno lo sapremo... in ogni caso la Fiat si trova molto vicino un altro concorrente pericoloso, come non bastassero i problemi che ha già in Italia.