martedì 28 febbraio 2012

Magnifica Bulgaria per gli studenti del "Reach Out"

A novembre ne erano arrivati sei, alla fine di gennaio, sempre nell'ambito del Progetto “Reach Out”, sono arrivati a Pazardjik altri nove studenti, provenienti sempre dalla provincia di Frosinone. Sovvenzionato dalla Comunità Europea, il Progetto assegna 100 borse di studio per gli studenti più meritevoli prossimi al diploma, dando loro la possibilità di trascorrere un mese in una nazione europea, con lo scopo finale dell'acquisizione dell'Europass.
Pazardjik è la città scelta, per la Bulgaria, per la frequentazione del corso. E' una notizia che fa piacere a me che ci vivo, ma è soprattutto una piacevole sorpresa per questi ragazzi quasi tutti ventenni, che scoprono angoli d'Europa a loro finora sconosciuti.
Hillary Lanzi, Marco Liberti e i gemelli Alberto e Giusto Fiorini dall'Istituto Agrario di Frosinone; Matteo Prata da quello di Cassino; Mario Pompei e Loris Flaviani dall'ITC di Ceprano; Andrea Ruggeri e Diego Pala dall'ITC di Ceccano. Otto ragazzi e una ragazza, Hillary, che sovrasta tutti – senza offesa per gli uomini – per buon senso e dinamicità, quasi a far da chioccia agli otto pulcini. Per le materie di studio sono stati divisi tra l'Istituto Agrario “Santa Ioanna”, il Riokos (Ispettorato della Salute) e le strutture informatiche dell'Ostello in cui dormono.

Si fraternizza e si studia nei laboratori dell'Ispettorato della Salute

A spasso per Pazardjik per le classiche foto-ricordo innevate

Attraverso questo blog qualcuno mi trova sempre chiedendomi notizie della Bulgaria e in particolare di Pazardjik, poi quando arrivano ti aspetti di notare sui loro volti segni di delusione e invece li vedi sorridenti e felici oltre che sorpresi, perché si trovano immersi in una realtà completamente diversa da quella immaginata.
Cara Pazardjik, ricordo il primo piacevole impatto che ho avuto quando, quasi sei anni or sono, l'ho vista per la prima volta! Oggi ha anche migliorato il suo aspetto esteriore, ma il mio occhio si è assuefatto al suo look, mentre meraviglia sempre più chi prima non la conosceva.

Allo "Scorpio" per fare conoscenza con la cucina bulgara...

senza disdegnare le penne all'arrabbiata dagli amici del "Bar Venezia"...

Non so quanto avranno appreso a livello scolastico questi ragazzi, dopo un mese di vita bulgara, ma sicuramente sono tornati in Italia più ricchi dentro per i luoghi che hanno potuto visitare, la gente che hanno conosciuto, cultura, usi, costumi e cucina diversi e diverso modo di vivere e affrontare la vita. Questo sarà un bagaglio culturale molto più valido e duraturo di quanto si possa apprendere sui banchi di scuola. Ragazzi meravigliosi che ringrazio per la ventata di gioventù e ottimismo che hanno trasmesso anche a me e che sarà buon viatico anche per loro che dovranno affrontare i problemi della nostra travagliata Italia.
E per finire mi piace riportare il bigliettino in rima che tre di loro mi hanno affidato una sera, per ringraziarmi, forse, di esserci conosciuti.
“Italia-Bulgaria solo andata
questa rima ce la siamo appena inventata.
La neve imbianca il paesaggio
ma noi qui siamo solo di passaggio.
Qui fa freddo ma in qualche modo ci si riscalda
tra una tazza di the freddo e una cioccolata calda.
La nostra Italia abbiamo lasciato
ma un nuovo mondo abbiamo incontrato.
Da Andrea, Loris e Mario
un saluto per il tuo diario”.
Rime buttate giù in fretta, semplici ed elementari per chi le legge ma che commuovono profondamente chi le riceve.
Grazie e arrivederci, ragazzi, perché sono certo che tornerete ancora in Bulgaria.

La prima vera giornata di relax sulle piste innevate di "Sveti Kostantin"...

seguita la settimana successiva dalla gita a Plovdiv e al Monastero di Bachkovo

per finire nella doverosa visita alla capitale Sofia...



giovedì 9 febbraio 2012

I giovani in politica... il nostro futuro

ESEMPIO LAMPANTE DELLA NOSTRA ATTUALE CLASSE POLITICA


“ … Purtroppo mi rendo conto che nonostante Lei abiti all'estero è pure a perfetta conoscenza della bruttissima situazione (per non dire drammatica) che sta attraversando l'Italia.
Io ho 21 anni, e ovviamente sono cosciente e consapevole del futuro poco roseo e promettente che può offrire l'Italia ai giovani, ma siccome oltre al realismo deve esserci sempre un pizzico d'ottimismo, sostengo che non bisogna mai mollare!
Per esserci qualche miglioramento, non solo in Italia, ma in tutta la società europea e mondiale, bisogna tagliare la strada a tutti i mascalzoni, farabutti e corrotti che hanno solo lo scopo di arricchirsi e di fare del male agli altri e bisogna spalancare le porte a quelle persone che credono ancora in determinati valori, a quelli che diventano felici avendo l'indispensabile e a tutte quelle persone autentiche che sono disposte ad aiutare solo per il piacere di fare del bene.
Capisco che può sembrare utopico, ma bisogna sempre cercare di crederci, perchè la speranza è sempre ultima a morire...
Tanti affettuosi saluti. Vincenzo I.”.

E' il testo della e-mail, inviatami da un giovane lettore palermitano, che ha letto il mio ultimo post. Sono parole che mi hanno inumidito gli occhi e fatto salire un groppo in gola, perché – non ostante quel che si può pensare dei giovani di oggi – questi sono i veri valori che nella quasi totalità ognuno di loro porta dentro. Si legge tra le righe tutta la candida sincerità di un ragazzo che crede ancora, vuole credere, in un futuro migliore, fatto di gente disposta a sacrificare il proprio io in favore della collettività, fatta di gente che crede e pratica la solidarietà, ancor più stoica quando si vive e si opera in un contesto sociale e geografico che spesso punisce i cittadini onesti e laboriosi.

Caro Vincenzo, mi auguro che la tua utopia possa diventare un giorno realtà o che si avvicini almeno a quei parametri di vita civile vivibile che ognuno di noi sogna. Perché diventi realtà ha bisogno di tanti giovani come te, che gradualmente entrino nei gangli della politica, pronti a sostituire le vecchie pantofole che stanno portando l'Italia in rovina. Fortunatamente “trote” in politica ce ne sono pochi. Giovani che si interessano della cosa pubblica, a livello locale, ce ne sono tanti e la maggioranza di loro ha le tue stesse aspirazioni.
Ma dovete cominciare a sgomitare, essere sempre più insofferenti e scalzare l'attuale classe politica incapace e corrotta. Non importa di che partito siano, purché siano giovani. Il più conosciuto mi sembra sia il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Non abbiamo le stesse idee, ma è un giovane che porta aria e idee nuove nella politica e penso sia anche onesto. Mi piace perché ha scosso i pachidermi e le mummie sacre del suo partito, che lo vedono come fumo negli occhi. Giovani come lui, in ogni partito, ce ne sono tantissimi, ma dovranno faticare moltissimo per mandare via questa accozzaglia di politici mafiosi attaccati alla poltrona e al potere, che sono riusciti a delegare la loro inettitudine a gente che di professione facevano i cattedratici.
Caro Vincenzo, mi dici che per migliorare questa società bisogna tagliare la strada ai mascalzoni, ai farabutti e ai corrotti, ma la mia poca esperienza mi porta a concludere che il pesce puzza dalla testa. In Italia abbiamo i nostri delinquenti e quelli che partono da altre nazioni per venire a delinquere da noi, perché hanno non la certezza della pena ma quella dell'impunità. L'Italia è la nazione dove un cittadino può perdere la casa perché non ha pagato il canone Rai mentre chi non ha mai pagato le tasse circola liberamente senza problemi. L'Italia è la nazione dove si possono liberare feroci assassini per decorrenza dei termini di carcerazione o perché il giudice non ha depositato le motivazioni della sentenza. In Bulgaria mi rendo conto che sempre più persone vogliono lasciare l'Italia per cercare un futuro migliore. Vigliacchi che si arrendono? No... gente disgustata e stanca che non ne può più o pensionati che non riescono a sopravvivere.
Epperciò torno a ripeterti: liberatevi voi giovani, e liberateci, prima di tutto di questa casta che ha fatto del Parlamento la greppia per i suoi loschi affari. Vorrei tanto avere il tuo entusiasmo e le tue speranze, purtroppo debbo dirti che sono riusciti a togliermi la fiducia nello Stato. Solo i giovani si salvano.
Non passa giorno che non venga alla luce un latrocinio perpetrato da qualcuno di questi parassiti. Sono passati venti anni dallo scandalo di Mani Pulite che tu puoi leggere soltanto sui giornali, perché avevi solo un anno. La corruzione scoperta in seno ai partiti venti anni fa, invece di sparire si è decuplicata, perché sanno che in Italia chi paga è solo il debole e il comune cittadino.
Solo quando sarà resa innocua l'odierna classe politica si può pensare a ricostruire l'Italia con giovani come voi che porteranno ottimismo, esuberanza e soprattutto onestà nel Parlamento e nella pubblica amministrazione, ma con l'intelligenza e l'accortezza di andar via al massimo dopo il secondo mandato, onde evitare di diventare - con la vicinanza al denaro e al potere - come loro o peggiori.




domenica 5 febbraio 2012

Gli italiani e la mania del posto fisso


Negli anni sessanta, quando il motore Italia era al massimo dei suoi giri per lasciarsi indietro le tragedie della guerra, le industrie avevano ripreso la loro produzione e la ricostruzione era ormai una realtà consolidata, il sogno di tutti i genitori era poter dare ai figli quel benessere e veder realizzate per loro quelle speranze di cui non avevano potuto usufruire essi stessi per un dannato conflitto che aveva trascinato l'Italia in uno stato di miseria.
Un genitore che riusciva a far diplomare o laureare un figlio, a costo di immensi sacrifici, aveva coronato il sogno della sua vita. Un figlio laureato o diplomato significava la certezza di un posto di lavoro in qualsiasi azienda, se poi fosse entrato in un settore della pubblica amministrazione era come aver fatto un 13 al totocalcio. Sì, perché allora se volevi giocare e tentare la fortuna c'era soltanto il lotto e il totocalcio. Oggi c'è l'imbarazzo della scelta come poter giocare quei pochi soldi che ci danno la possibilità di un sogno che poi difficilmente si avvera, per cui continuiamo a ingrassare lo Stato che ormai è l'unico biscazziere legalizzato.
Per cinquanta e passa anni entrare a lavorare nella pubblica amministrazione ha avuto un solo significato: avere il posto fisso per eccellenza. Una anomalia tutta italiana, causata da una fame antica. Un uomo o una donna inizia a venti-venticinque anni e ne esce a sessanta o anche meno per andare in pensione. Anche nelle grandi fabbriche, pur se in modo diverso, si è ottenuto lo stesso risultato. A questo ci hanno pensato le battaglie sindacali, il lassismo dello Stato e dei politici a concedere sempre e tutto nelle concertazioni, il famigerato art. 18 intoccabile perché alla base di una conquista che si poteva acquisire solo in Italia; in ogni caso l'azienda in difficoltà, avrebbe poi chiesto e ottenuto dallo Stato gli aiuti e le sovvenzioni perché il baraccone non crollasse.
Oggi che siamo al redde rationem, costretti a raschiare il fondo della pentola con la speranza di tirar su qualcosa, ci accorgiamo improvvisamente che se si spende più di quanto si produca, bisogna rifare i conti perché qualcuno ci ha fregato. Il popolo italiano non riesce ancora a credere ai suoi occhi. Sì, è vero, c'è una crisi mondiale che ci attanaglia, ma l'Italia non è entrata in crisi in questi ultimi due anni. L'Italia è in crisi da almeno dieci anni, da quando non c'è crescita produttiva, e la ricchezza di una nazione sta nella produzione. Noi invece, anzi i nostri politici, hanno speso più di quanto abbiamo prodotto, abbiamo avuto la peggior classe politica inetta e incapace da quando esiste l'Italia, unita solo quando ha pensato ai propri emolumenti, poi invece litigiosa, affaristica, corrotta.
Ci ritroviamo, così, con un governo tecnico votato da nessuno, voluto da un Presidente che - non richiesto e non costituzionalmente - ha in pratica preso le redini del potere indirizzandoci, oggi, verso ulteriori sacrifici economici che gli italiani non riescono più a sopportare, anche perché si accorgono che quelli che dovrebbero essere i primi a rinunciare a una parte degli stipendi faraonici sono in realtà i più ritrosi. Sappiamo oggi che il tesoriere della Margherita ruba 13 milioni di euro e tutto rientra nella normalità. Addirittura il ladro vuole patteggiare restituendo solo 5 milioni. Patteggiare? In qualsiasi altro Stato sarebbe già in galera per cinquant'anni, in Italia si tratta una parte della restituzione: E poi restituire a chi? Alla Margherita? Questi sono soldi tolti dalle tasche degli italiani in modo truffaldino, perché i partiti devono sovvenzionarsi da soli. E perché, in ogni caso, dovremmo foraggiare un partito che non esiste più?
In ogni caso ci pensa nonno Mario a tirarci su, rompendo per noi la monotonia del posto fisso. Se una giovane coppia vuol pensare al suo futuro comprandosi una casetta, basta che vada in banca a chiedere un mutuo presentando le credenziali: non abbiamo un posto fisso perché siamo dinamici e soprattutto siamo i nipoti di nonno Mario.
Egregio Presidente del Consiglio, in fondo in fondo potrei anche credere nella sua buona fede, non so se avrà la capacità di tirarci fuori dalla cacca, e per questo ne potremo parlare tra qualche anno, ma certamente le manca il contatto diretto con la gente. Lei ha vissuto troppo tempo nei saloni delle banche, nelle aule universitarie e nelle sale dei palazzi istituzionali europei, è anche molto stimato a livello europeo per le sue indubbie qualità professionali, ma quando si hanno a disposizione mensilmente parecchie migliaia di euro di stipendio, riesce poi molto difficile entrare nei bisogni quotidiani di gente, che non riesce ad arrivare a fine mese quando è occupata, né tampoco capire il malessere morale e fisico del disoccupato a cui basterebbe arrivare anche a fine giornata. Questa gente a cui lei rimprovera la monotonia del posto fisso, ci morirebbe volentieri di noia su quel posto, il guaio è che oggi non può neanche annoiarsi perché il posto di lavoro o non lo trova o l'ha perso.