domenica 22 luglio 2012

Meglio dell'Euro perverso la Lira povera


Tre quarti dell’Italia è ormai ridotta all’osso tra tasse, disoccupazione, esodazione, cassa integrazione, spread, fiscal compact e tutte le altre diavolerie inglesi, che nascondono tra le parole il fallimento. I tecnici, con l’approvazione dei nostri beneamati politici – che per l’occasione sono stati capaci di fare una maggioranza  trasversale – stanno svendendo la nostra sovranità alle agenzie di rating, alle banche e alla Germania. Tra un paio d’anni al massimo, se non avremo il coraggio di reagire, i tedeschi avranno conquistato tutta l’Europa, questa volta senza l’uso dei carri armati.
Gli ebrei stanno ancora aspettando il Messia, ma nel frattempo si sono dati da fare e in qualsiasi posto si trovino godono di benessere e di buona salute, eccetto quando dei bastardi terroristi non decidano, vigliaccamente, di mettere bombe sui pullman turistici, come è successo la settimana scorsa a Burgas, in Bulgaria.
Noi, invece, il Messia lo abbiamo già, ma non riesce a fare miracoli. Forse è un falso Messia. Ce lo ha mandato, senza neanche chiederci il permesso, l’Uomo del Colle. Per fargli posto è stato defenestrato il tiranno, a causa del quale si sono abbattute su di noi le disgrazie che stiamo vivendo. Televisioni e giornali, quasi tutti conniventi, hanno osannato e steso un tappeto rosso all’uomo che avrebbe miracolosamente tratto in salvo l’Italia dal baratro nel quale stava precipitando. Erano anni che si ventilava la sua venuta e finalmente Bersani, Casini e Napolitano ce lo hanno servito senza colpo ferire.
Vorrei avere davanti, per sputarlo in faccia, quell’ebete di Enrico Letta che assicurava gli italiani che questo maledetto spread sarebbe sceso di duecento punti non appena Berlusconi, la causa di tutti i nostri mali, si fosse dimesso, il resto lo avrebbe fatto Monti. Siamo arrivati a 500 e più punti e questo povero professore, il Messia, ancora ci racconta frottole dopo averci svuotato le tasche. Per povero intendo di idee e di capacità perché il conto bancario è stracolmo.
Professori, tecnici, cattedratici, non votati e non voluti, che non sanno da dove iniziare e quando agiscono devono prima compromettersi coi loro referenti politici, finanziari e sindacali. L’UE, la BCE e la Germania saranno i carnefici che ridurranno l’Italia al ruolo di colonia del terzo mondo, dopo averci depredato del made in Italy.
Questa UE agli italiani non interessa, e se il Messia Mario Monti, che si dice sia ben ammanicato in Europa, non va dai suoi amici a Bruxelles a sbattere la scarpa sul banco per far capire che non ci stiamo, allora non serve neanche lui e bisognerà far parlare le urne o scendere in piazza. Se abbiamo dei debiti è giusto che li paghiamo, ma se il nostro “fratello” europeo continua a stringerci il nodo intorno al collo, quello non è un fratello ma un caino, e di questi ne abbiamo già abbastanza a casa nostra.
Parole sinistrorse, grilline, dipietriste o vendoliane?... no! Parole di un emigrato italiano (e anche di destra) che non ne può più di tasse, di questa Europa nazionalista, di questa crisi, di questa casta politica, di questa in-giustizia, di questa burocrazia, di queste auto blu, di questi privilegi e privilegiati, di vitalizi e buonuscite milionarie, di questa corruzione e ladroneria dilagante e impunita.



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