sabato 22 dicembre 2012

Fine di un incubo e ritorno dei Marò



Si dice che gli anni bisestili siano i peggiori e che tutto ci può accadere. Sacrosanta verità. Ci siamo salvati dalla fine del mondo predetta dai Maya, ma non era questo l’incubo. Ciò che abbiamo visto e subito quest’anno, a livello economico, politico e sociale, in Italia, ci ha trascinato a un passo dal baratro. Parlo, naturalmente, della gente comune, parlo del ceto medio che è scomparso, dei poveri sempre più poveri e dei ricchi sempre più ricchi. Parlo di gente che impunemente si appropria del denaro che dovrebbe essere speso a favore della collettività, parlo di banche e tasse che strozzano i cittadini e la nostra economia, in nome e per conto di un’Europa che pur avendo nel programma l’unione tra i popoli, non sentiamo nostra perché la vediamo nemica, programmata “tecnicamente” nel tutti contro tutti invece che nel tutti per uno e uno per tutti.

Con il 2013 la politica riavrà pieno titolo a governare. Non so quanti italiani credano ancora in questi politici. Siamo tutti in attesa di vedere facce nuove, programmi economici e sociali che possano concludersi nell’interesse dei cittadini, imprese che riprendano a produrre, operai che ritornino al lavoro, e soprattutto che ai giovani sia data l’opportunità di mostrare quanto valgono.

Dovremo ancora dare credito alla politica? Purtroppo sì, perché è l’unica in grado di tirarci fuori dalle paludi in cui stiamo sprofondando. Ma stiamo attenti e stiamo con il fiato sul collo di questi politici che si accingeranno a governare, di qualunque colore siano. Oggi non esistono più colori, valori, ideali, ce lo hanno ampiamente dimostrato tutti. Abbiamo bisogno di gente onesta, seria e capace che ci riporti ai livelli che meritano il nostro ingegno, la nostra operosità e le nostre possibilità. Se la prossima classe dirigente sarà all’altezza del compito che gli italiani le affideranno, torneremo a quel benessere che da troppi anni ci è stato rubato; se così non fosse arriveremo alle sommosse popolari prima, e alla rivoluzione poi. Spagnoli e greci stanno facendo le prime prove, noi li seguiremo, alla faccia dell’Europa Unita.

Un sincero “Bentornati” ai nostri due marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, né eroi né valorosi, ma semplicemente due uomini, due onesti servitori della Patria, costretti dalla dabbenaggine del comandante della “Enrica Lexie”, a subire un’ingiusta detenzione in India. Per loro non sono ancora finite le sofferenze e vicissitudini legate al loro lavoro, ma saranno certamente all’altezza di onorare l’Italia e la Marina a cui appartengono. A voi, figli d’Italia ma non di questa Europa Unita, l’augurio di Buone Feste con le vostre famiglie.

Aspettando con estremo interesse l’evolversi degli intrecci politici e le prossime elezioni, auguro agli amici lettori, agli italiani in Italia e agli italiani emigrati all’estero, agli uomini di buona volontà, un Buon Natale, con l’auspicio che l’Anno Nuovo porti quel barlume in fondo al tunnel, che non sia un treno ma uno spiraglio di speranza.

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