mercoledì 6 novembre 2013

Storie di bulgari in Italia e italiani in Bulgaria

Avevo deciso tempo fa di raccontare la storia di un amico, italiano in Bulgaria, che vive la sua vita tranquilla, e oserei dire felice, da quando vive su questa terra, che molti di noi hanno scelto per trascorrervi la vecchiaia, lontani dai problemi che dovremmo affrontare in patria.
Nel frattempo ho avuto la fortuna di conoscere un uomo, bulgaro in Italia dal 1996, che vive la stessa vita, operosa e molto dinamica, nella provincia pavese, costruendo lì quel futuro per sé e la famiglia, che in Bulgaria difficilmente avrebbe potuto avere.
Sono storie diverse ma parallele, perché portano entrambe, allo scopo che ognuno di noi si prefigge nella vita: la tranquillità, la serenità, il calore della famiglia e la buona sorte di figli bene avviati nel lavoro e nella società; lo scopo, insomma, che gli americani si prefiggono nella loro Dichiarazione d’Indipendenza: il raggiungimento della felicità.

Alvaro in Bulgaria
Con Alvaro, l’amico italiano, ci conosciamo da sei anni. Vecchio ristoratore toscano, 72 anni, anche lui ha lasciato l’Italia per poter sopravvivere, in Bulgaria, con i 750 euro mensili di pensione. Ogni volta che vado a trovarlo, nella sua casa di Ognianovo, provo la sana “invidia” di vedere un uomo tranquillo, che ha trovato in terra bulgara quella serenità e certezza del futuro cui ognuno di noi, alla fine di una vita lavorativa, aspira. Vita vissuta dinamicamente, perché il suo carattere lo porta a fare continuamente qualcosa, così che la vecchia casetta l’ha fatta diventare una bella casa a due piani di circa 120 mq, i mille metri di terra intorno sono diventati un giardino incantato recintato di ligustro, dove coltiva 3 tipi di vitigno, pomodori, cavolo nero, radicchio, carciofi, rosmarino, peperoni, melanzane, salvia, basilico, prezzemolo, aglio, cipolla,zucche e zucchine, piante, alloro, fragole, alberi e fiori bellissimi e quant’altro di buono si possa trovare in un orto intensivo, attrezzatura da falegname, fabbro,  muratore, e adesso anche produzione di miele. E quando un amico arriva, sospende il lavoro e con un sorriso largo e sincero lo accoglie facendolo subito sentire a casa sua, e guai a non fargli compagnia a pranzo, che non è un pranzo normale, perché le sue capacità culinarie fanno diventare prelibatezza una semplice insalata. Due mesi fa è convolato a nozze con quella dolcissima donna che in questi anni è stata la sua compagna di vita, coronando un progetto di vita al quale tutti aneliamo. Anche la Rai si è interessata a lui, ponendolo all’attenzione di quanti in Italia, con quella misera pensione, devono adeguarsi a una vita stentata e senza futuro. Mi auguro che il suo esempio convinca tanti altri pensionati a fare il grande salto. Cosa si può desiderare di più dalla vita, alla nostra età?






Mitko in Italia
L’ho conosciuto perché voleva due copie del mio libro Scoprire la Bulgaria. Quando ha saputo che vivevo a Pazardjik mi ha detto che sarebbe venuto a prenderli personalmente il sabato seguente, perché lui abitava a Septemvri, una cittadina distante 20 chilometri. Quando sono arrivati e hanno suonato il campanello, ho aperto invitandoli a entrare, lui Mitko e il figlio Trayko. Sono rimasti sulla porta perché non volevano disturbare, ma alle mie insistenze finalmente sono entrati. Tutti e due parlano un buon italiano. “Sono curioso di conoscervi. Mi scrivete, volete due copie del mio libro, parlate italiano… ditemi qualcosa di voi, vivete a Septemvri o in Italia? O forse avete lavorato in Italia…”. Così Mitko, il padre inizia a raccontare: “Vivo in Italia dal 1996, sono andato per un breve periodo e invece sono rimasto lì definitivamente. Ho fatto per anni il camionista a tempo pieno, ma con questa crisi il lavoro scarseggia, così adesso per sei mesi faccio il camionista, gli altri mesi li occupo con la vendemmia e con la raccolta del pomodoro, bisogna arrangiarsi a fare di tutto perché le spese corrono. Adesso viviamo tutti in Italia io mia moglie e i due figli. Con tanti sacrifici abbiamo comprato casa e gli impegni non mancano. Però abbiamo sempre casa a Septemvri, dove vive mia madre e appena possiamo facciamo sempre una scappatina in Bulgaria… c’è da raccogliere anche qui l’uva e fare il vino e anche la rakia”. Accanto a me questo ragazzone. “Tu cosa fai, aiuti tuo padre in Italia?”. “No, ho 25 anni e mi sono appena laureato, dentista. Adesso cercherò di prendere la specializzazione in Italia”. L’altra figlia, anch’essa laureata e sposata, dirige in un’azienda un reparto per la produzione di cosmetici. Mi invitano con insistenza ad andare a trovarli a casa loro a Septemvri prima che ripartano per l’Italia. Accetto volentieri e anche lì trovo la solita casa con annesso terreno, come ce ne sono migliaia in Bulgaria. Mitko sta finendo di distillare la rakia. Ci accolgono insieme alla madre, la dolce e sorridente signora Zabrinka. Mentre attendiamo che arrivino altri parenti la tavola si riempie di ogni cosa e siamo continuamente invitati a bere. Così è la gente di Bulgaria. Se vai a casa loro devi per forza mangiare e bere, che siano povere o ricche vivande, è tutto dato con il cuore e con il sorriso. I parenti che arrivano sono venuti anche loro in Italia, ingaggiati per un mese nella raccolta dell’uva. A fine serata saluti affettuosi con tutti e l’immancabile bottiglia di vino e l’altrettanto immancabile bottiglia di rakia (domashni  - fatti in casa) che il padrone di casa ci offre con il cuore.

Due vite, due storie di gente, italiani e bulgari, che sono e si sentono vicini, ma viaggiano in senso opposto: il pensionato italiano che arriva in Bulgaria e il giovane bulgaro che parte per l’Italia, ambedue con una speranza in comune, trovare un luogo che permetta loro di vivere dignitosamente.
E molte volte la speranza diventa realtà.




Condividi su Facebook, Twitter o Google Buzz:
Condividi su Facebook Condividi su Twitter Pubblica su Google Buzz

Nessun commento:

Posta un commento