lunedì 19 maggio 2014

Quel maledetto Postino...

Chi non ricorda (mi riferisco a persone dai cinquanta in su) con quanto piacere e quanta ansia, fino a qualche tempo fa, si aspettava una lettera, una cartolina, una qualsiasi missiva, insomma, proveniente da persone amate, da qualsiasi parte del mondo, sia in tempo di pace e ancor più quando si era in guerra? La Posta e il Postino fanno parte della nostra storia, raccontano la storia e hanno fatto la storia. Quante volte abbiamo domandato “E’ già passato il postino?”, perché aspettavamo notizie di un fratello, un padre, un amico lontani? Poi, improvvisamente, da una ventina d’anni, il mondo si è rivoltato, la tecnologia ci ha sommerso e ci siamo trovati, da un giorno all’altro, a parlare, a messaggiare e a vedere, in tempo reale, persone che si trovano dall’altro capo del mondo, in un palazzo, per strada, in volo, in una foresta sperduta, così che abbiamo ormai perso tutte quelle sensazioni di ansietà, miste a speranza, quelle emozioni che si provavano quando il Postino, finalmente, ci consegnava una lettera, che cercavamo di aprire con mani quasi tremanti per l’emozione e la felicità.
Bene. Tutto questo oggi è solo un vago ricordo. Se vuoi dire qualcosa a qualcuno, dal telefonino o da qualsiasi altro aggeggio, Aipad Aifon e così via, scrivi un messaggio, il più delle volte in modo strano, per cui “ti voglio bene” diventa un tvb che non è più un sentimento ma tre tasti da pigiare invece dei 14 originari, e se gli vuoi parlare pigi un tasto già memorizzato, senza neanche comporre il numero, e parli con chi vuoi e se ne hai voglia puoi anche vederlo e se stai pisciando chiudi la telecamera. Ecco, oggi siamo arrivati a questo… bello, bellissimo, meraviglioso, progresso e scienza inarrestabili nel cambiare  stile di vita, modo di pensare, di comunicazione del genere umano.
E la Posta?... E il Postino?... Esistono ancora, ma sono cambiati anche loro. Adesso è tutto automatizzato e non arriva più la lettera o la cartolina, ma la posta elettronica, la famosa e-mail, che dopo alcuni istanti è stampata sul computer del destinatario. Del vecchio sistema postale sono rimaste qualche rara cartolina di località esotiche che si spedisce dalla vacanza, ma soprattutto le bollette dei balzelli per cui l’Italia è ormai famosa nel mondo, cioè la luce, il gas, l’acqua, le multe più svariate dell’automobile, l’Imu, la Tari, la Tasi, la Stasi, le Scuse, le Cose, li Tacci Loro e soprattutto… la famosa raccomandata in busta giallo-marroncina di Equitalia, la lettera più odiata dagli italiani.
Ma di questa situazione solo uno ne paga le conseguenze. Ricordate il famoso detto “Meglio un morto in casa che un marchigiano fuori dalla porta”?, poiché il marchigiano di allora era colui che riscuoteva le tasse per conto del Papa. Oggi, in Italia, al Postino non è rimasto altro che la consegna delle bollette delle tasse.
Questo non è un racconto di fantascienza. E’ quello che mi hanno riferito quasi tutti gli italiani che sono venuti a trovarmi a Pazardjik. La cosa che più temono è che l’odiato e incolpevole Postino bussi alla loro porta!... Ed ecco spiegato il motivo di tanti arrivi: qui in Bulgaria il Postino è rimasto quello di una volta… consegna ancora cartoline di Buon Natale e Buon Onomastico ed è ancora piacevole incontrarlo anche se in tasca ha un Aipad ultimo modello.


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2 commenti:

  1. scrivere lettere appare superfluo, visto che i tempi di trasmissione delle missive sono stati surclassati dalle mail, come giustamente scrivi, ma non dovremmo abbandonare l'abitudine di mettere su carta ciò che vogliamo comunicare.
    E' una questione di buona volontà che richiede passione, entusiasmo, empatia.

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  2. Leggendo il Tuo piacevole post mi e' venuto alla mente un poeta a due passi da noi (turco) Hkmet i Nazim con la sua poesia
    Il Postino del 1954 che mi permetto di ricopiarVi........
    ...buona lettura...

    Notizie della patria, dell'uomo, del mondo, .
    notizie degli uccelli, delle bestie, degli alberi,
    all'alba e a mezzanotte
    ho portato agli uomini
    nella borsa
    del mio cuore.

    Da ragazzo volevo fare il postino,
    ma il postino vero, non come i poeti.
    Con mozziconi di matite colorate
    disegnavo ritratti di postini,
    disegnavo, come i bambini sulla ghiaia,
    goffo,
    ma esatto,
    disegnavo postini
    sui libri di geografia
    e sui romanzi di Jules Verne.

    Ecco un uomo in passamontagna.
    I cani tirano la slitta sul ghiaccio.
    Sui pacchi postali
    e sulle scatole di conserva
    splende l'aurora boreale.
    Stretta la cinghia ancora d'un buco,
    io attraverso lo stretto di Behring.

    Eccomi con la borsa nella steppa
    sotto il peso delle nubi,
    distribuisco lettere di soldati
    e bevo tiepido latte.

    Oppure cammino
    per una via rumorosa,
    e cerco un indirizzo.
    Dov'è questo nome?
    Nella mia borsa
    porto soIo buone notizie,
    solo speranza.

    Oppure, ecco
    tempesta, neve,
    tenebre alla finestra.
    Una piccola ragazza è ammalata,
    brucia di febbre.

    Come è lunga questa notte...
    Qualcuno bussa alla porta:

    « Posta! ».
    Gli occhi della piccola ragazza
    guardano come fiordalisi dal buio.
    Domattina
    suo padre
    uscirà di prigione. .
    E proprio io, postino, l'ho trovata qui,
    proprio io nella neve e nel gelo
    ho portato a questa ragazza
    la più bella notizia del mondo.

    Da ragazzo volevo fare il postino,
    anche se nella mia Turchia
    questo è un mestiere duro:
    nelle lettere c'è dolore e tristezza, .
    raramente qualche buona notizia.

    buona vita

    mario

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