mercoledì 22 febbraio 2017

Esistenza in vita, spada di Damocle sulla testa dei pensionati residenti all'estero

Ci risiamo. Su questo blog sto collezionando post sul problema dei pensionati residenti all’estero cui non arriva il certificato di esistenza in vita. Per residenti all’estero mi riferisco, in particolare, a coloro che risiedono soprattutto in Bulgaria. Non credo che con questo articolo si risolva il problema, bisogna però continuare a parlarne perché molte volte anche una goccia d’acqua riesce a bucare una pietra.

Soluzioni ce ne potrebbero essere, e diverse, tutte migliori di quella adottata in Bulgaria e credo anche in tante altre nazioni. Il problema però, in Bulgaria, è che non c’è una buona distribuzione della posta, essendo molto difficile per un postino trovare le cassette postali nei palazzi, così che si possono trovare le lettere appoggiate su un gradino della scala oppure su un vaso di fiori fuori dal portone. La colpa di queste disfunzioni non possiamo addossarla a Citi che le spedisce, ma certamente, con un po’ di buona volontà, anche per la Bulgaria si può trovare una soluzione che impedisca a un povero pensionato di vivere sempre con la paura che a ogni inizio mese non gli venga accreditata la pensione. 

Se l’assegno non arriva inizia il vero dramma, perché prima che venga ripristinato il pagamento possono passare anche 4-5 mesi. Dico questo a ragion veduta, essendo cose già accadute. E siccome in questo periodo già tanti stanno subendo questa condizione, lascio immaginare al lettore il dramma che viviamo. Se poi succede ai pensionati bulgari, la disperazione è ancora più nera, perché si tratta di pensioni che vanno dai 50 ai 150 euro, che per il pensionato bulgaro sono vitali per la sopravvivenza.

Ce ne siamo lamentati presso l’Ambasciata e abbiamo ottenuto che quando si verificano i casi suddetti è l’Ambasciata stessa a spedire il certificato validato a Citi. Non valutando però un piccolo particolare, e cioè che il problema non sta nell’invio del certificato a Citi ma del non arrivo dello stesso al pensionato.

Si troverà una scappatoia? Continueremo a premere presso il consolato per trovare una via d’uscita, ma non nutriamo molte speranze, perché il consolato può fare solo da tramite per riportare in Italia le nostre lamentele. Il pensionato che vive in Italia è già tartassato in patria, figuriamoci poi se è residente all’estero. Per lo Stato italiano siamo solo un peso che potrà alleggerirsi solo quando saremo ricoperti da due metri di terra. Ecco perché teniamo sempre le mani tra le gambe per toccare quel poco ferro rimasto.

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1 commento:

  1. Antonio, io ho contattato la Citi, la quale ha risposto che la campagna "esistenza in vita" iniziera' in Marzo.

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