sabato 17 giugno 2017

Bilancio anno 2016 dell'Associazione Unsic Bulgaria

Pubblichiamo, per obbligo di legge, il bilancio 2016 dell'Associazione Unsic Bulgaria, cui fa capo il nostro Patronato ENASC.




lunedì 12 giugno 2017

11 anni in Bulgaria, ma ne è valsa la pena


Inizio a contarli uno ad uno, tutti gli anni. Sono quelli trascorsi qui a Pazardjik, la città dove vivo, piccola e raccolta, quella che undici anni fa – 12 giugno 2006 – mi si presentò come fosse una località reduce da un bombardamento, con le ferite ancora fresche lasciate da un regime comunista quasi cinquantenario. Oggi è cambiata radicalmente. Dal punto di vista estetico, l'ingresso nell'Unione Europea nel 2007, molto ha contribuito alla sua trasformazione, anche se sono ancora infinite le opere da fare o completare, ma noi – che siamo abituati alle opere italiane – non siamo i più adatti a giudicare.

E ogni volta mi ritorna in mente quel giorno… il giorno in cui la mia vita è cambiata radicalmente, il giorno in cui, salendo su quel traghetto che da Brindisi portava a Igoumenitsa, non sapevo quale sarebbe stato il mio futuro. Dal libro dei miei ricordi Scoprire la Bulgaria, leggo oggi un passo dei miei pensieri di allora.

…. “Lasciavo Roma con il pianto nel cuore. Durante il viaggio che ci portava a Brindisi guidavo quasi in trance, dentro si accumulavano ricordi, rimpianti, affetti, emozioni che passavano davanti agli occhi come in un film, vedendo - attraverso il cristallino opaco di due occhi lucidi - segnali stradali, paesaggio, automobili che sorpassavo e mi sorpassavano. Poi finalmente ecco Brindisi e la partenza, dopo qualche ora, per la Grecia, da dove saremmo passati per entrare in Bulgaria. La mattina seguente entravamo già nel porto di Igoumenitsa dove sarebbe iniziato il calvario stradale che ci avrebbe portato alla frontiera bulgara di Petrich. Oggi che l'autostrada è stata finalmente completata, è diventata davvero una lunga piacevole passeggiata.
“Arrivammo a Mokrishte alle otto di sera. Il sole si attardava ancora all'orizzonte e dopo le prime presentazioni e saluti con i genitori e la nonna di Stoyan, demmo inizio allo scarico della macchina. Tra un viaggio e l'altro salutavamo i vicini e i curiosi che ci circondavano, sia per salutare Stoyan che tornava e soprattutto per conoscere questi italiani che erano arrivati per stabilirsi in Bulgaria…
“Ahh!! Finalmente in Bulgaria… Mi guardavo intorno con curiosità per capire dove stavo. Ero parcheggiato sulla strada che attraversa tutto il paesino. Le abitazioni erano formate quasi tutte allo stesso modo: ingresso dalla strada, la casa generalmente pianterreno e primo piano, costruita molto in economia, orto nel retro della casa. Tutte in fila ordinatamente, quasi tutte uguali. Tutto il paese è costruito con lo stesso schema, ognuno con la sua piccola proprietà recintata e l'immancabile orto. Davanti al muretto di recinzione un’aiuola fiorita ad ornare l’ingresso. Improvvisamente tornavo indietro almeno di quarant’anni. Quello che mi circondava mi riportava al paesino in Sicilia dove ero nato. Per quanto strano possa sembrare ero elettrizzato. Avevo l’impressione che una macchina del tempo mi avesse riportato indietro agli anni della mia giovinezza, non perché fossero uguali le strutture intorno, ma per la serenità e tranquilla povertà che si viveva.
“Nei saluti distribuivo e ricevevo da tutti grandi sorrisi, ricevendone in cambio parole incomprensibili: zdravei, jivi i zdravi, vsichko hubavo, mentre davo il mio ciao a tutti. Anche loro conoscono il nostro ciao, ma lo usano soltanto nel commiato, mentre per noi è indifferente sia all’arrivo che alla partenza. Sistemati i bagagli, tutti a tavola… Si fa festa in nostro onore, naturalmente. I bulgari iniziano i loro pasti con una ricca insalata innaffiata dalla rakia, che tutti producono in proprio, in special modo nei paesi. La rakia è l’equivalente della nostra grappa, ottenuta con distillato di frutta o di vinacce. Da queste parti se ne consuma in quantità industriale in ogni famiglia ed è bevuta sia dagli uomini che dalle donne. Ogni volta che mi sono trovato, negli anni, ad aiutare qualche amico nella distillazione, ho potuto notare che ne distillano almeno 50 litri per una durata di alcuni mesi e quando sta per finire si corre subito ai ripari ridistillandone altra. Quasi ovunque si trovano questi casolari adibiti a distillerie casarecce, con l’omino incaricato alla bisogna, si porta la legna e la frutta macerata da distillare e con pochi leva di spesa si ritorna a casa dopo alcune ore con la rakia già pronta ad esser bevuta”. ….

Così scrivevo allora. Oggi le cose sono un po' cambiate perché è fisiologico che il tempo apporti un graduale rinnovamento nelle persone e nei luoghi che ci circondano. Nei bulgari rimane ancora immutato, comunque, il sorriso, l'accoglienza, la generosità che li contraddistingue, la simpatia e l'ammirazione verso gli italiani e l'Italia in genere. Gli italiani, siano essi pensionati o businessmens arrivano sempre copiosi, malgrado gli sforzi dei nostri governanti, che cercano di convincerci che tutte le tessere del mosaico Italia stiano tornando a posto. 

A proposito di pensionati, sono lontani i tempi dei pionieri. Quando sono arrivato in Bulgaria da pensionato, potevamo contarci sulla punta delle dita, eravamo ignari di cognizioni basilari e abbiamo dovuto sudare le famose sette camicie per sapere che avevamo diritto all'assicurazione sanitaria gratuita, così come all'esenzione dalla imposizione italiana sulla pensione, regalando anni di arretrati allo Stato, anche perché non c'erano informazioni sia da parte dell'Ambasciata che da enti di patronato. Oggi, vivaddio, se si va in Ambasciata, si trovano interlocutori che sanno indirizzare l'ignaro pensionato. E poi esiste un decennio di esperienza del web, che consiglia nel modo più appropriato la persona che vuole trasferirsi, anche se bisogna star sempre con le orecchie ben tese, perché – purtroppo – i famigerati “pacchi” e “paccotti” di napoletana memoria, si trovano anche qui, fatti da personaggi sia nostrani che bulgari.

In undici anni di vita bulgara – per una serie di circostanze che non sto qui a descrivere – ho avuto e ho tuttora, la possibilità di comunicare con migliaia di connazionali, per e-mail, skype, facebook, telefono. Sanno che sono un pensionato e quindi chiedono tutte quelle notizie inerenti la vita da pensionati qui in Bulgaria. Cerco di dare a ognuno, nell'ambito delle mie possibilità e della mia esperienza, quei consigli utili a chi vorrebbe fare il mio stesso percorso, per evitare le traversie che ogni pioniere prima o poi è costretto ad affrontare. Io oggi vivo in questa nazione la serenità e la tranquillità che ogni pensionato vorrebbe vivere come appagamento della sua vecchiaia, per cui cerco di trasmettere questa mia positività agli altri. 

Ognuno di noi, giustamente, ha le proprie esigenze e il proprio carattere, per cui potrei scrivere un librone sulle richieste e sulle esigenze individuali nonché sulle stranezze che mi arrivano. Ribadisco ancora una volta che se un connazionale vuole venire a vivere la sua vita qui, deve mettere da parte le proprie esigenze, prendere un aereo e venire in vacanza-perlustrazione almeno per una settimana, conoscere luoghi e persone, parlare con altri connazionali che già vivono qui e alla fine decidere cosa fare della sua vita futura. Non possiamo pretendere di lasciare l'Italia e trovare qui le stesse cose, lo stesso pensiero, abitudini, cultura. Siamo noi che dobbiamo adattarci ai bulgari e non i bulgari a noi. Un amico pensionato si è talmente integrato da far parte di un gruppo folcloristico bulgaro a Burgas, vestito con i loro abiti tradizionali e balla le loro danze. Bello, no? Nel tempo, poi, supereremo tutte queste difficoltà iniziali, specialmente la lingua, e più ci integreremo più staremo bene. E soprattutto, se possibile, che non mi si chieda, appena arrivati, se si trovano ragazze qui in Bulgaria o donne con le quali poter intrecciare una relazione. Le ragazze che si cercano in Bulgaria sono le stesse che stanno in Italia e in tutto il mondo, ma a Roma le chiamiamo “mignotte”, e per quelli che vorrebbero intrecciare una relazione dico loro, sempre, che se ne hanno le capacità, in seguito una donna possono sempre trovarla, ma di non chiedere a me perché non faccio il paraninfo.

Scusate, cari amici, se mi sono dilungato un po', ma non scrivevo più da febbraio e avrei voluto e potuto scrivere tante cose, ma il tempo – purtroppo – è tiranno. Il Patronato ENASC che è stato attivato in Bulgaria (l'unico Patronato), del quale mi occupo, mi lascia poco tempo a disposizione, ma occupa la mia noia, dandomi in cambio quelle soddisfazioni morali per cui vale la pena vivere.

Alla prossima, cari amici, sperando di trovare cinque minuti in zona cesarini...