venerdì 21 luglio 2017

Lettera al dottor Tito Boeri sulle nostre anomalie



Egregio dottor Boeri,
leggo, come tanti italiani, la sua relazione annuale presentata ai nostri rappresentanti in Parlamento. Lei è il presidente dell’Inps, e chi più di lei può analizzare l’andamento dei nostri conti rapportati con il lavoro degli italiani, in termini di contributi che entrano e di pensioni che escono? La sua relazione è stata lunga e particolareggiata, e come tutte le relazioni, hanno bisogno, poi, di essere analizzate e valutate. A me, che sono solo un pensionato neanche tanto ferrato in materia di pensioni, è rimasta impressa la parte relativa a quella che lei definisce una “anomalia” tutta italiana, relativa ai pensionati che fuggono all’estero. 

Le vorrei fare un altro appunto, dott. Boeri. Lei è il responsabile primo dell’Inps e a lei, quindi, compete illustrare il lavoro dell’Istituto e la sua gestione sotto il profilo economico. Ma chi l’autorizza a commentare, con i suoi pareri personali, quello che è compito del Parlamento o del governo? Indubbiamente, questi ultimi, non sono affatto esenti da colpe, anche gravi, che hanno accumulato da quando è nata la Repubblica, ma resta il fatto che i suoi commenti sono da politico e non da amministratore. A lei compete il compito di illustrare lo stato delle cose aggiornato. Se vuole candidarsi al Parlamento, si prepari perché tra non molto, finalmente, si voterà, e allora conosceremo meglio le sue attitudini a legiferare e a quale partito fa riferimento.

Nella sua analisi vi sono molti punti di ragionevole preoccupazione e altri dai quali mi permetto di dissentire, come tantissimi italiani che hanno letto le sue dichiarazioni.

Sono d’accordo con lei, per esempio, sulla anomalia tutta italiana, come lei dice, di 373.000 pensioni pagate all’estero. E’ vero, è una grandissima anomalia, perché un pensionato italiano che ha lavorato una vita, non deve essere costretto ad emigrare all’estero, per poter vivere gli ultimi anni della sua vita con la dignità e il decoro che dovrebbe essersi conquistato con tanti sacrifici. 
E’ una anomalia, per esempio, che a fronte di quanti espatriano per disperazione, vi siano pensionati che incassano, in un mese, quanto un normalissimo pensionato incasserà in più di quattro-cinque anni. 
E’ una anomalia che la nostra classe politica guadagni una barca di soldi mentre è in carica e ancora di più quando va a casa, tra vitalizi e pensione futura, dopo aver lavorato (si fa per dire) anche un solo giorno. 
E’ una anomalia il costo abnorme di tutta la classe politica e i benefit che li accompagnano, che qualunque pensionato o normale cittadino mai sogna di poter avere. 
E’ una anomalia dimenticarsi di 350.000 esodati, che restano senza pensione, salvo poi, negli anni, lentamente, rientrare con gravi perdite, nei loro diritti. 
E’ una anomalia vedere la maggior parte dei nostri ragazzi laureati, espatriare per trovare un lavoro all’estero, così come è una anomalia sentire dichiarare a un ministro del lavoro che alcuni di questi è meglio non averli tra i piedi. 
E’ una anomalia che manager e banchieri disonesti possano mettere sul lastrico migliaia di cittadini e far sborsare allo Stato miliardi di euro per salvare le banche che hanno affossato, e vedere che costoro continuano imperterriti a vivere una vita beata senza aver fatto un giorno di galera. 
E’ una anomalia vedere un clandestino accoltellare un poliziotto e dopo due giorni essere libero. 
E’ una anomalia avere più del 40% dei giovani disoccupati. 
E’ una anomalia avere la tassazione più alta d’Europa. 
E’ una anomalia essere secondi in Europa per la corruzione, che generalmente collude con la politica a danno della collettività, con un costo di miliardi di euro per le casse dello Stato. 
E’ una anomalia impiegare migliaia di agenti di scorta e mezzi dello Stato per la protezione di politici ed ex politici per tutta la loro vita. 
Sono una anomalia i lauti vitalizi che partono dallo Stato per arrivare alle regioni. 
Mi fermo perché le anomalie italiane sono infinite.

Condivido con lei, dottor Boeri, anche se anche qui ho le mie perplessità, che gli emigranti che lavorano nel nostro Paese sono una ricchezza. Ma certamente penso che lei si riferisca a un emigrante regolare, che ha un permesso di soggiorno, lavora e paga le tasse. Ma insieme a questi emigranti “regolari” circola una marea di disgraziati clandestini che lavorano in nero, soggetti dal caporalato a regime di quasi-schiavitù. 

La signora Boldrini, travisando una sua dichiarazione, afferma che gli emigranti sono il nostro futuro e una risorsa per il nostro Paese, ma lei si riferiva agli emigranti regolari, mentre questa signora si riferisce ai quasi 200.000 disperati che nei primi sei mesi di quest’anno sono sbarcati nei porti siciliani calabresi e pugliesi. Quelli sono una risorsa, davvero ingente, per tutti gli affaristi che girano intorno a questo business, comprese le ONG, della cui solidarietà umana non sono affatto convinto, perché hanno troppo interesse a raccoglierli perfino sulle coste libiche, fungendo da ancora di salvezza e richiamo per questi disgraziati, disposti a rischiare anche la vita per sbarcare da noi.

Mi scusi, dottor Boeri, se entro nella sua privacy, certamente in mala fede, ma penso sia una anomalia tutta italiana anche il suo stipendio, che sicuramente non raggiungerà quello del suo predecessore, che si permetteva altri 24 incarichi, oltre a quello di presidente dell’Inps. Mi perdoni, ma qualcosa mi rode dentro e mi sono fatto sfuggire questo sgarbo, che certamente lei non merita.

Nella sua relazione lei citava – per quanto riguarda i pensionati residenti all’estero – percentuali che si riferivano a lavoratori che sono andati in pensione con 1, 3 o 6 anni di contribuzione e che hanno un notevole costo per l’Istituto. Molti di questi, poi, sono anche i cosiddetti baby-pensionati, che sicuramente – sono d’accordo con lei – non meritano la pensione che prendono. Ma anche questi, dottor Boeri, non hanno rubato nulla, hanno soltanto usufruito delle leggi emanate dal Parlamento della nostra repubblica. 

Ma la maggioranza dei pensionati che fuggono dall’Italia, hanno un pedigree lavorativo che va dai 35 ai 40 anni e più e una pensione che non è consona agli anni che hanno lavorato. Personalmente ho lavorato 50 anni, con 40 di contribuzione, avendone perso 10 in nero, mio malgrado. Con questa cifra oggi, esentasse, arrivo a circa 1250 euro. Nelle stesse condizioni e anche peggio, oltre a me, ci sono milioni di persone. Pensa che abbiamo rubato qualcosa? 

Per poterci godere “serenamente e dignitosamente” la nostra vecchiaia, abbiamo abbandonato, oltre all’Italia anche figli, fratelli, sorelle, amici e anche genitori cui il Padreterno ha concesso una vita quasi centenaria. Tutto questo, ognuno di noi, penso, lo fa con il pianto nel cuore, perché per noi l’Italia rimane sempre dentro fino alla morte. Quella che cerchiamo di dimenticare è la nostra classe politica, quella classe politica, attuale e passata, che ha creato tutte queste anomalie. Per cui noi pensionati residenti all’estero, non furbetti ma vittime, la preghiamo caldamente di rivolgersi a quest’ultima, causa di tutte le nostre disgrazie e delle succitate anomalie.




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9 commenti:

  1. Concordo su tutto.....Madobbiamo finirla di fare da "Grancassa" a tutti quelli che "S"..parlano di noi.
    Ognuno ha i suoi buoni motivi per "emigrare".

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  2. Peccato che il Boeri, manco mai dovesse leggerti sorriderà facendo spallucce.
    Hai la mia ammirazione.

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  3. Condivido totalmente il TUO e NOSTRO pensiero.
    Sappi che quel signore (tesserato PD) era un semplice commercialista e Renzi lo ha posizionato all' INPS per avere la possibilita' di minacciare!!!!!

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  4. ......come al solito si insegue il ""poveraccio"".Soggetto che non ha alcuna responsabilità per lo stato disastroso dell'economia Italiana.

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  5. Sono d'accordo su tutto e divulgo a tutto spiano questo scritto chiarissimo

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  6. Peccato che nella relazione di Boeri la parola "anomalia" non c'è.
    Bisognerebbe leggere le relazioni non quello che che scrivono i giornali.

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  7. Quanta verità nelle parole di Antonio Tutino!Povera Italia e poveri noi in che mani siamo!

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  8. Il lavoratore italiano è come il limone, dopo averlo spremuto si getta via!

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  9. Approvo tutto quello scritto da Tutino, veramente una bella persona.

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